Un’aula piena di sorrisi, accenti lontani che si intrecciano con le prime parole in italiano, voci entusiaste che si danno appuntamento due volte a settimana: il mercoledì mattina e il venerdì pomeriggio, in via Fossa 8, al circolo Anspi Borsi di Brisighella. È questo il volto della nuova Scuola di Italiano, un’iniziativa gratuita e aperta a tutti. Dal 9 aprile, il progetto ha preso il via, grazie all’impegno di un gruppo di volontari e alla sensibilità della comunità. A raccontarci com’è nato tutto è il parroco don Marco Ferrini, tra i promotori dell’iniziativa: «È cominciato dal desiderio di fare qualcosa per il mondo degli stranieri a Brisighella. Ce ne sono tanti, ma spesso la loro presenza è invisibile, sottotraccia. I loro bisogni li immaginiamo, ma fatichiamo a intercettarli davvero». Da qui l’idea di offrire un’opportunità concreta, su base volontaria, partendo dal più semplice e potente degli strumenti: la lingua. «Il nostro approccio si ispira alla Penny Wirton – spiega don Marco – una scuola gratuita di italiano per stranieri, dove si cerca di garantire, là dove possibile, un rapporto uno a uno. Siamo già una decina di volontari, e gli iscritti aumentano ogni settimana: al momento contiamo più di dodici partecipanti».
Tra chi frequenta ci sono donne e uomini, giovani e meno giovani, casalinghe, lavoratori, mamme con bambini piccoli. Provengono da Paesi come Marocco, Cuba, Vietnam, Pakistan, Gambia, Eritrea, Venezuela e anche dall’Ucraina. «Le lezioni sono importanti – aggiunge don Marco – ma lo è ancora di più il clima che si sta creando: un’atmosfera familiare, accogliente, in cui ognuno si sente a casa».
I volontari: “Ogni incontro è anche un’occasione per sperimentare, aggiustare il tiro”

Melissa Zaccaria, insegnante e volontaria, racconta con entusiasmo i primi giorni di scuola: «Abbiamo iniziato col dubbio su come raggiungere le persone, ma in realtà è stato tutto molto naturale. Il passaparola ha funzionato meglio di qualsiasi volantino. Le persone arrivano sorridenti, con una gran voglia di imparare e di mettersi in gioco». Melissa vive a Brisighella, ma confessa: «Alcune delle persone che ora frequentano la scuola non le avevo mai incrociate prima. È stato bello scoprirle e scoprire quanto ci tengano a imparare l’italiano. Per molti non è solo una questione pratica, ma un modo per sentirsi parte della comunità, per costruire relazioni».
La scuola, al momento, è informale: ogni incontro è anche un’occasione per sperimentare, aggiustare il tiro. «Si ride, si scherza, si condivide. È diventato quasi un rito: si chiude la settimana con qualcosa di bello, che ti lascia addosso energia e speranza», racconta Melissa. «Talmente tanto entusiasmo che stiamo già immaginando un open day, magari una piccola inaugurazione. I sogni non mancano». E se insegnare una lingua è il primo obiettivo, ciò che si costruisce giorno dopo giorno è qualcosa di ancora più prezioso: una comunità che si riconosce, si ascolta e cresce insieme. «Questo è solo l’inizio», assicurano i volontari.
Per info don Marco Ferrini (328 5420944), Andrea (328 4603740), Melissa (339 6817110) e Isabella (338 4320359).
s.m.