Lo aveva detto un mese fa, in occasione dell’inaugurazione del ponte Bailey. Secondo Francesco Paolo Figliuolo, commissario alla ricostruzione post-alluvione i soldi ci sono, ma le domande di rimborso scarseggiano. «In cassa – aveva annunciato – ci sono circa 630 milioni di euro, a cui se ne sono aggiunti 700 milioni con l’ultima finanziaria del credito d’imposta», per un totale di oltre un miliardo e 300mila euro. Eppure, dall’Unione della Romagna faentina fanno sapere che le domande da parte di cittadini e imprese sulla piattaforma digitale sono ancora troppo poche. Quelle giunte sul tavolo del servizio di emergenza al momento sono 122, di cui 74 famiglie e 48 imprese, un numero irrisorio se si considerano i danni sul territorio. Lo sportello, che si trova in via XX settembre 3, ha lo scopo di dare impulso alla ricostruzione e spiegare come fare le domande. «Dispiace da un lato sapere di tante famiglie in difficoltà – afferma Antonella Altini, responsabile del servizio di emergenza dell’Unione della Romagna faentina – e dall’altro constatare che le domande sono davvero poche. Con questa ordinanza viene rimborsato il 50% dei danni strutturali riconosciuti, ma a breve potremmo arrivare vicino al 100%. I fondi riguardano i danni strutturali agli immobili, documentati attraverso le perizie: murature, porte, pavimenti, imbiancature, infissi, e così via. La perizia deve essere redatta in maniera completa, tenendo conto anche dei beni mobili che sono andati persi, come ad esempio cucine, camere da letto o salotti. Anche se al momento l’ordinanza riguarda i danni alla struttura, lascia uno spiraglio aperto anche per le perdite dei beni mobili».

“Abbiamo una ventina di domande concluse con esito positivo. Giusto per fare un esempio, una famiglia ha rendicontato 350mila euro di danni di cui 150mila solo alla struttura”.

I fondi sono disponibili dallo scorso anno ma le domande, che hanno iniziato ad arrivare all’inizio del 2024 vanno a rilento, non solo per i tempi tecnici che le perizie richiedono, ma anche perché molti esistano a commissionarle. «Da un lato c’è un po’ di scetticismo, che è naturale – precisa Altini – la procedura di domanda e la perizia tecnica richiedono infatti una certa attenzione, ma possiamo garantire che se tutto viene eseguito in maniera corretta, l’esito è positivo. In un primo momento ci sono state difficoltà nell’applicativo, che si poggia su una piattaforma informatica tramite un riconoscimento digitale. Questo è un lavoro che non spetta a noi, ma ai cittadini e ai tecnici». Superati gli ostacoli burocratici però, i soldi arrivano. «Abbiamo una ventina di domande concluse con esito positivo – racconta Altini -. Giusto per fare un esempio, una famiglia ha rendicontato 350mila euro di danni di cui 150mila solo alla struttura. Ebbene, 75mila euro sono già arrivati. La cosa importante è la rendicontazione, con fatture tracciabili. Al momento, solo a Faenza i danni riconosciuti ammontano a 540mila euro, ma è chiaro che la cifra è destinata a salire». Fino alla fine di maggio è possibile incontrare, previo appuntamento, un referente della struttura commissariale disponibile a rispondere alle domande dei tecnici sulla predisposizione della perizia. «È il momento in cui perplessità e problematiche – spiega Altini – possono essere esaminate con il supporto di un esperto commissariale». C’è ancora tempo per presentare le domande perché «il contributo non ha scadenza – precisa Altini -. Se si vuole ricostruire, la speranza è di riuscire a erogare questi fondi il prima possibile e dare così la possibilità alle famiglie non solo di rientrare nelle case, ma anche di eseguire i lavori di ripristino per la fruibilità dell’edificio».

Non è detto che spetti ai cittadini anticipare il denaro per la ricostruzione. «L’unico costo anticipato è quello del perito – conclude Altini -, anche se una parte della perizia viene riconosciuta a rimborso. Quello che è importante è farsi riconoscere subito i fondi per avviare i lavori di ricostruzione». Per l’erogazione del denaro, invece, i tempi sono relativamente brevi. «L’Iter istruttorio richiede un paio di mesi, a volte riusciamo ad essere più veloci. Una volta accolte le domande, viene erogato un contributo con il decreto del commissario. Il nostro desiderio è che le famiglie possano tornare alla normalità – conclude Altini – ci auguriamo che le domande aumentino in modo da rendere disponibili i fondi il prima possibile». Per informazioni, il numero di telefono da chiamare è 0546 – 691313, attivo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13. Oppure ci si può recare di persona in via XX settembre 3, dalle 8 alle alle 13.

Barbara Fichera