Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato (Mt 16,15-16). Questo comando che il Signore ha affidato ai suoi apostoli e, di conseguenza, ai vescovi, loro successori e a tutta la Chiesa non può lasciarci indifferenti. La fede che salva è l’incontro con il Signore Risorto, è comunione con l’amore trinitario. È qualcosa che abbiamo bisogno di toccare con mano, che deve dare una nuova forma alla nostra vita, mente, cuore, corpo. Entrare in contatto con la Pasqua del Risorto che si dona nella vita della Chiesa non è qualcosa di accessorio. Questo il cuore della catechesi di lunedì 20 maggio scorso, occasione in cui la nostra diocesi ha ospitato don Gianandrea Di Donna, presbitero della diocesi di Padova e delegato vescovile per il Catecumenato, che ci ha introdotti in maniera sapiente e profonda nella ricchezza del tesoro che la Chiesa possiede: la chiamata a partecipare della comunione trinitaria. Questa vocazione, propria di ogni battezzato, è il fine e la sostanza più autentica del percorso dell’Iniziazione cristiana. Non si tratta di una serie di incontri di catechesi prettamente intellettuali, ma vuole essere un’esperienza di fede a tutto tondo. L’Iniziazione cristiana è il cardine dell’azione ecclesiale, prima preoccupazione di ogni comunità. È la chiamata ad essere strumento dell’incontro fra il Vangelo e gli uomini e le donne che sempre più nella nostra terra non hanno avuto alcuna esperienza di questo amore che salva. La richiesta di diventare cristiani può nascere, seguendo la testimonianza di don Gianandrea, dalla qualità delle relazioni che la nostra Chiesa ha con tutte le persone: la nobile e semplice bellezza delle nostre chiese, la cura delle celebrazioni domenicali, solo per accennare a qualche ferita scoperta. Siamo dunque consapevoli che il momento della celebrazione eucaristica è veramente «il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutto il suo vigore» (SC 10)? E se lo siamo, come ci impegniamo concretamente perché le nostre celebrazioni profumino di bellezza e cura per quello che stiamo facendo? Solo ripartendo dall’essenziale, ritornando al contatto vitale con la Pasqua del Risorto, potremo essere attrattivi per chi non conosce ancora il Signore. Il Settore Catecumenato è al servizio di questa risorsa feconda: i percorsi dell’Iniziazione cristiana sono il volto accogliente della Chiesa, e allo stesso tempo sono l’opportunità per le nostre comunità di non dare per scontato il dono del Battesimo, la vita di fede, il dono dello Spirito, la gioia dell’Eucaristia. Crediamo che accompagnare alla vita di fede non sia una delle tante cose che le nostre parrocchie devono fare, ma la prima e la più necessaria per l’esistenza stessa della Chiesa. La registrazione dell’incontro è disponibile sul sito diocesano: www.diocesifaenza.it/catecumenato

Don Matteo Babini