Una serata intensa di preghiera, testimonianze e cammino ha animato le vie di Faenza domenica 11 maggio, in occasione della 62ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. La diocesi si è ritrovata per un pellegrinaggio serale che, sotto il segno della parola “Eccomi”, ha voluto rispondere con gioia alla chiamata del Signore. Organizzata dalla Pastorale Vocazionale, la veglia ha avuto inizio alla Casa Famiglia Don Bosco in via Fratelli Rosselli per poi snodarsi fino alla parrocchia di Santa Maria Maddalena, attraversando anche la comunità di Sant’Antonino. Presieduto da don Michele Morandi, vicario generale della diocesi, l’evento ha unito preghiera comunitaria, invocazione e ascolto. Tra i momenti più toccanti, le testimonianze di chi ha sperimentato in prima persona la bellezza e la sfida di una vocazione vissuta nel quotidiano.

Una vocazione a due voci: Elisa e Manuele

WhatsApp Image 2025 05 11 at 22.09.52

A condividere il proprio cammino sono stati Elisa Ghini e suo marito Manuele Preti, una coppia che ha saputo intrecciare due storie molto diverse in un’unica risposta alla chiamata di Dio. Elisa, cresciuta in una famiglia molto credente e attiva in parrocchia, ha raccontato di un lungo tempo di ricerca, anche al di fuori degli ambiti strettamente pastorali: “Ho sempre cercato la mia strada, sentivo un’inquietudine… non capivo quale fosse la mia vocazione”. L’incontro con Manuele, apparentemente lontano da quel mondo, ha acceso una nuova luce.

“Dopo la cresima ho lasciato la Chiesa – ha raccontato Manuele –. Mi sono immerso nella musica e in una vita che, alla lunga, mi ha lasciato un vuoto. A trent’anni, in silenzio, ho fatto una preghiera a Dio chiedendogli un segno. Poco dopo ho incontrato Elisa”. Da lì, una lenta ma profonda conversione: “Pensavo che la Chiesa fosse noiosa, ma ho scoperto una ricchezza e una comunità che accoglie davvero”. Elisa e Manuele oggi sono una coppia che si accompagna a vicenda, camminando insieme in un percorso di fede condivisa.

La casa che accoglie: la testimonianza di Giovanni

WhatsApp Image 2025 05 11 at 22.10.19

In precedenza era stato Giovanni Belosi, da trent’anni in servizio alla Casa Famiglia Don Bosco della Comunità Papa Giovanni XXIII, a presentare la sua testimonianza. Nel cortile della casa, luogo di accoglienza e preghiera, ha raccontato la sua vocazione maturata grazie all’incontro con don Oreste Benzi: “Mi colpì quella frase semplice, ma potente: ‘Diamo una famiglia a chi non ce l’ha’. Quelle parole mi entrarono dentro e non mi lasciarono più”. Da lì un cammino che ha portato Giovanni a vivere nella casa famiglia, diventata segno tangibile di carità e presenza evangelica. “Non è un ospedale né una clinica, ma un luogo dove la vita cambia attraverso l’amore e la condivisione. In trent’anni sono passate qui più di 120 persone: bambini, profughi, persone con fragilità… e ognuno ha lasciato un segno, ci ha avvicinati al Signore”.

Una Chiesa che cammina insieme

WhatsApp Image 2025 05 11 at 22.09.54

La Veglia “Eccomi” ha rappresentato un vero cammino spirituale non solo per chi vi ha partecipato, ma per tutta la diocesi. Le parole di papa Francesco per questa Giornata delle Vocazioni hanno risuonato forti: essere testimoni di speranza, per contagiare chi ci sta accanto con la gioia che nasce dall’incontro con Dio. Due testimonianze, quella di una coppia e quella di una comunità, che ci ricordano che ogni vocazione, nella sua unicità, è risposta d’amore e disponibilità: è dire “eccomi” là dove il Signore ci chiama.

Martina e Samuele