E’stato un pionere: don Italo Cavagnini, da tutti conosciuto come il prete rock ha fatto da apripista in una città che portava ancora i segni del periodo post bellico e che non offriva ai giovani spazi accattivanti. Partito con l’Associazione Figli del Popolo tra gli anni ’50 e ’60, raccolse dalla strada oltre 800 orfani di guerra faentini.

Le prime band musicali faentine

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La band storica faentina Meteore fondata da don Italo Cavagni

La notorietà in città arrivò quando, una volta divenuto cappellano e sacrista della parrocchia del Duomo, mise a disposizione dei ‘complessi’ musicali, come venivano chiamate allora le band, uno spazio per suonare. Alla Casa del Giovane Don Italo recuperò una stanza ed acquistò di tasca propria strumenti e impianti musicali: una rivoluzione per l’epoca, tanto che “eravamo guardati male in tutta la città” come raccontò lui stesso.

La prima edizione del Pavone d’Oro fu nel 1969

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Daniele Visani, vincitore 1° Pavone d’Oro, 1969

Il chiodo fisso di Don Italo furono sempre i giovani, spesso a rischio di prendere strade sbagliate, così andava a prenderli direttamente da scantinati, baracche o garage, fondò i primi complessi stabili e iniziò a organizzare le prime feste alla Casa del Giovane nel periodo di Carnevale. Seguiranno tante iniziative, tra cui la più nota è il Pavone D’Oro la cui prima edizione si tenne nel 1969.  II successo fu travolgente, soprattutto nelle prime edizioni. La prima, ad esempio, come affermano le cronache dell’epoca, si tenne in un Teatro Masini strapieno, con oltre trecento persone rimaste fuori dalla porta.

Don Marco Ferrini: “Con don Italo c’era un gran fermento”

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Andrea Tomba, concorrente del 1° Pavone d’Oro, con il ‘Valzer del moscerino’

“Ho iniziato a frequentare il Duomo all’età di 14 anni – racconta Don Marco Ferrini – verso la metà degli anni’80. Ero un giovane seminarista e in sagrestia c’era un gran fermento. Ricordo che era un flusso continuo di ragazzi giovani e giovanissimi che difficilmente avrebbero frequentato la parrocchia se non ci fosse stato il collante della musica. Specialmente il colore che c’era in sagrestia me lo ricordo bene. All’epoca l’ambiente in Duomo era un po’ serioso, mentre intorno a Don Italo c’era questa umanità fatta di giovani”. Anche don Marco è un prete rock, come il suo predecessore alla guida dell’organizzazione. “Per me sostenere la causa della musica è stato naturale – racconta – perché fin da giovane ho coltivato questa passione. Sono un chitarrista autodidatta e alla fine degli anni ’90 con altri sacerdoti avevamo fondato un gruppo musicale, facevamo cover rockettare”.

Oggi manifestazione e organizzazione sono cresciuti

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Don Marco Ferrini alla chitarra

Don Marco ricorda con affetto il fondatore del Pavone D’Oro “Quella di don Italo e stata una grande testimonianza umana e cristiana a favore dei giovani e del loro desiderio di esprimersi e comunicare attraverso la musica. I rapporti con don Italo sono sempre stati cordiali, era un persona sorridente e semplice. Era facile e immediato rapportarsi con lui”. Oggi manifestazione e apparato organizzativo sono cresciuti di pari passo. “Ho visto negli anni un bell’avvicendamento all’interno dello staff organizzativo – racconta don Marco – Molti giovani usciti dal Pavone D’Oro come cantanti si sono infatti messi a servizio dell’associazione”. Fra le novità introdotte negli ultimi due anni, la partecipazione di intere classi delle scuole elementari faentine  “una delle più interessanti – precisa don Marco – Oltre ad essere un’esibizione di gruppo molto bella da vedere, ha il valore pedagogico di un’esibizione condivisa dove non emergono talenti singoli. Credo che Don Italo sarebbe stato molto contento”.

La classe 4°B della scuola elementare Tolosano ha vinto il premio riservato alla categoria scuole.

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La classe 4°B della scuola elementare Tolosano vincitrice della categoria scuole dell’edizione 2024 del Pavone d’Oro

A trionfare nella categoria scuole è stata quest’anno la classe 4a B della scuola elementare Tolosano. “L’aprire le porte del nostro concorso anche alle scuole – ha spiegato don Marco – è stata una mossa vincente, non solo in termini numerici. Abbiamo voluto dare un forte messaggio di inclusività, perché tutti i componenti delle classi hanno partecipato con entusiasmo, compresi bambini con fragilità o disabilità. Cantare in gruppo, inoltre, valorizza l’esperienza dell’insieme, aiutando tutti i bambini a sentirsi parte di una grande famiglia”.

Sabato 20 aprile ultimo appuntamento con il Pavone d’Oro al Masini. I nomi dei 20 finalisti

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Grace Zattoni e Asia Scuro vincitrici del premio Simpatia

Prossimo appuntamento con il Pavone d’Oro, sabato 20 aprile al Teatro Masini alle 20.30. Dalle tre semifinali sono stati scremati i nomi dei 20 finalisti che si contenderanno la vittoria. Sono 6 i finalisti delle categorie A e C, i primi 4 classificati della categoria B1 e B2 e un vincitore della categoria scuole, mentre il trionfatore assoluto della 43a edizione verrà scelto tra i soli finalisti della Categoria C. Al vincitore andrà un premio in ceramica della Bottega d’Arte Gaeta di Faenza, che continua la tradizione di realizzare un’opera d’arte unica per il vincitore del Pavone D’oro.Al termine delle tre semifinali sono stati resi noti anche i nomi dei vincitori dei tre premi speciali. Il Premio Simpatia, intitolato a Maurizio “Re” Tramonti, è andato a Grace Zattoni e Asia Scuro,  il Premio Fedeltà, intitolato a Domenico Bendoni,  è stato vinto da  Melody Amadei, mentre il Premio della Critica, intitolato a Giancarlo Alboni, è stato assegnato a Viola Liverani. Ecco chi resta in gara:

CATEGORIA A (fino ai 9 anni):

Orlando Mele, Frida Ternetti, Margherita Gambi, Benedetta Barone, Lia Ponomarenko, Lucrezia Gagliani

CATEGORIA B1 (10 – 11 anni):

Francesca Mordenti, Lorenzo Gubellini, Giovanni Bandini, Matteo Piras

CATEGORIA B2 (12 – 14 anni):

Lorenzo Sansavini, Olivia Molignoni, Alice Mordenti, Iacopo Graziani

CATEGORIA C (15 – 18 anni):

Matteo Violani, Marco Aloisi, Nicola Ragazzini, Angie Paganelli, Samuele Bertoni, Matilde Montanari

Barbara Fichera