Fate pure festa tutti, che è davvero grande la grazia che vi manda il cielo!». Queste parole risalgono al lontano 8 marzo 1906, quando furono rivolte ai parrocchiani dall’arciprete monsignor Luigi Montuschi, dando l’annuncio dell’istituzione dell’Asilo infantile. L’asilo, in un edificio (ancora oggi sede della scuola dell’infanzia e del Nido) donato dalla famiglia Scalini, nel 1908 iniziò poi la sua attività, per accogliere in particolare i figli delle molte donne, circa 200, impegnate nella nuova filanda. Un ricordo particolare va ancora oggi all’arciprete Montuschi, che con mente disponibile a recepire i nuovi bisogni sociali basati su una lungimirante valenza pedagogica, studiò una moderna forma giuridica di gestione. All’inizio fu un ente morale, poi fu trasformato in un Istituto di previdenza-assistenza-beneficenza. Di strada, da quei giorni, ne è stata fatta tanta a fianco di intere generazioni di bambini marradesi. Nel 1997, a causa della carenza di vocazioni religiose, non sono più state presenti le suore ed è diventata operativa la Scuola Materna statale, ora Scuola dell’Infanzia dell’Istituto comprensivo Dino Campana. Nel 2007 è stato poi realizzato al piano superiore dell’edificio, un centro per l’infanzia e l’adolescenza, attraverso una convenzione tra il Comune e la cooperativa sociale Comes: viene strutturata una ludoteca con un Centro Gioco educativo e un mini Nido per sei bambini.
Poi è storia recente. Oggi nell’edificio “Scalini”, al primo piano sono presenti tre sezioni di Scuola dell’Infanzia alle quali sono iscritti la quasi totalità dei bambini marradesi, mentre al secondo piano c’è il Nido d’Infanzia “Papaveri e Papere”, che può accogliere fino a 25 bambini in età compresa tra i 12 e i 36 mesi, con un orario previsto dalle ore 7.30 alle 18.
Quello spirito ispiratore, presente fin dal 1908, ha dato risposte ai bisogni di una popolazione in continuo cambiamento, che sempre più ha bisogno di servizi efficaci.

Poli sperimentali per la continuità educativa tra nido e scuola d’infanzia

In questa prospettiva l’Amministrazione comunale, in concerto con l’Istituto Dino Campana, ha aderito al progetto 0-6 che riguarda proprio l’organizzazione di poli sperimentali per la continuità educativa Nido-Scuola dell’Infanzia, nelle aree interne. Scelta che nasce anche da una politica nazionale di sviluppo e coesione territoriale che mira a contrastare ogni forma di emarginazione legata in particolare a svantaggi di natura geografica e demografica.
Qualsiasi visione di futuro non può che investire nell’infanzia, che poi significa investire nella famiglia e nella società tutta; le strategie di intervento saranno basate sulla tutela della ricchezza del territorio e della comunità locale, valorizzando risorse naturali e culturali, capaci in definitiva di contrastare l’emorragia demografica, che sempre più si è fatta pesante nei nostri territori. Così il 7 aprile scorso è stato un giorno di festa per Marradi e i suoi bambini, quando è stato inaugurato il nuovo giardino del polo 0-6. Prende così vita la prima parte del progetto che oltre alla riqualificazione degli ambienti, prevede la nascita di un progetto pedagogico e educativo nuovo; sarà un percorso condiviso e in continuità tra educatori e insegnanti dal Nido alle Medie, che accompagnerà anche i docenti con una formazione specifica, iniziata già da tempo col coordinamento qualificato dell’Istituto degli Innocenti di Firenze. Al taglio del nastro erano presenti il sindaco Tommaso Triberti, la dirigente scolastica Meri Nanni, la delegata alla scuola per il Comune Veronica Alberghi, la responsabile del Nido per la Comes Riccarda Rossi.
Insieme ai ringraziamenti per tutti coloro che hanno contribuito all’iniziativa, un filo conduttore comune ha unito gli interventi: l’accoglienza, l’integrazione, la collaborazione sono pietre miliari per costruire una comunità e in quel giardino si incontrano tante sinergie attive e positive, perché, come ha detto Riccarda Rossi, mutuando un proverbio africano: «Per crescere un bambino, ci vuole un intero villaggio». Poi i bambini, veri protagonisti della giornata, hanno occupato con gioia i loro nuovi spazi e, come in un passato lontano aveva detto l’arciprete Montuschi… «Fate pure festa tutti che è grande la grazia».

Fedora Anforti