È ripartito il percorso per elaborare il Piano Urbanistico Generale (Pug) della Romagna Faentina, strumento di pianificazione e governo del territorio ancora più centrale, dopo le alluvioni che hanno colpito Faenza. Per approfondire iter, linee guida del Pug, visione e sfide per la città del futuro, abbiamo incontrato Luca Ortolani, assessore all’Urbanistica, ambiente e mobilità.

Intervista all’assessore Luca Ortolani: “Deve cambiare il modo di pianificare la città”

Assessore Ortolani, a che punto siamo per l’approvazione del Pug e con quali strumenti si stanno coinvolgendo cittadini e associazioni?

Il Pug è partito con il percorso partecipativo Orizzonti Comuni che, tra maggio e settembre del 2021 ha raccolto le idee di cittadini e associazioni dei sei comuni della Romagna Faentina. Da questo percorso sono emersi spunti interessanti: è apparsa chiara fin da subito l’importanza per la cittadinanza dei temi ambientali, legati alla mobilità sostenibile e alla rigenerazione urbana. Proprio grazie a questo confronto abbiamo redatto una mappa condivisa dei luoghi da rigenerare.

E in seguito?

Ci sono stati incontri con i vari stakeholder del territorio per fare una fotografia dell’esistente, delle criticità e opportunità. Inoltre, ben prima dell’alluvione di maggio, abbiamo avviato un percorso di conoscenza del rischio idraulico e idrogeologico del territorio e uno studio sulla biodiversità urbana, per comprendere come si possano tutelare fauna e flora nel prossimo regolamento edilizio. Il mese scorso poi abbiamo dato vita a un ciclo di incontri con cittadini, comitati alluvionati, associazioni ambientaliste, di volontariato e associazioni di categoria per condividere le linee d’indirizzo strategiche del Pug. Si tratta di un atto di Giunta importante, per consegnare indicazioni condivise alle prossime amministrazioni dei Comuni che a giugno andranno al voto e per continuare il percorso di redazione del Pug, valorizzando ciò che è stato fatto fino a oggi.

Alluvione
Alluvione

Sono cambiate le linee strategiche del Pug, dopo l’alluvione?

Alla luce di quanto successo, l’analisi del rischio idraulico e idrogeologico del nostro territorio va rivista. Non è più possibile adottare un approccio a costruire che si illuda di avere un rischio zero. Sappiamo, purtroppo, che, soprattutto in determinate zone, dovremmo convivere con un rischio residuo e ciò deve impattare sui criteri per costruire che devono essere rivisti, con l’obiettivo di minimizzare il pericolo per le persone e i beni. Inoltre, se il rischio residuo è elevato allora è chiaro che il carico urbanistico va limitato. Va ricordato che siamo in una fase transitoria perché stiamo attendendo che la Regione e l’Autorità di Bacino, insieme alla Struttura commissariale, ridefiniscano gli strumenti di sicurezza territoriale, aggiornando i piani di gestione del rischio idraulico e idrogeologico. La Struttura commissariale, inoltre, dovrà presentare anche i Piani speciali per la riduzione di tali rischi. Dovrebbero esserci novità tra la fine di marzo e inizio aprile e nel frattempo, per un principio di precauzione, credo sia giusto dire no a nuove urbanizzazioni in aree interessate da allagamento lo scorso maggio.

Questo cosa significa per alcune lottizzazioni a Faenza, come quella della Ghilana o di via Monti, su cui c’è un forte dibattito in corso?

Per quanto riguarda l’urbanizzazione in zona Ghilana va precisato che non c’è un diritto edificatorio quindi il Consiglio comunale non ha dato il via libera all’iter di costruzione. In attesa, come detto, che venga approvata una norma che si pronunci in modo definitivo, trattandosi di un nuovo cantiere in zona alluvionata, come Comune siamo contrari all’edificazione e così ci pronunceremo, ad aprile, in sede di Comitato Urbanistico di Area Vasta (ente che raggruppa Regione, Provincia di Ravenna e Unione dei Comuni della Romagna Faentina). Per quanto riguarda la lottizzazione in via Monti invece la situazione è diversa. Si tratta di un’urbanizzazione approvata con il Prg del 1998 e anche se il cantiere non è mai partito, grazie a proroghe o estensione di validità, potrebbe vedere la luce entro maggio del 2024, quando si chiuderà l’operatività degli strumenti urbanistici del passato. Per attenerci alle norme, ciò che possiamo fare in questo caso è vincolare l’avvio dell’urbanizzazione alla realizzazione delle necessarie opere pubbliche, rimandando di fatto il via libera a costruire le case e auspicando che tra qualche mese ci possa già essere una legge che regoli aree in cui è possibile edificare e criteri di costruzione.

Alla luce delle recenti dichiarazioni del presidente Bonaccini sembra che si vada verso uno stop alle nuove lottizzazioni in aree alluvionate.

La direzione sembra quella ed è un bene che, in attesa della norma, si sia espresso in questo senso il presidente della Regione. Alla luce del nuovo quadro di rischio con cui deve confrontarsi il nostro territorio trovo corretto possa esserci una moratoria per le nuove edificazioni in aree allagate o comunque a rischio alluvione. Bisognerà però tenere conto di quei progetti che hanno già un diritto edificatorio quindi il nuovo quadro normativo se andrà a stoppare i cantieri dovrà prevedere dei ristori economici. In linea generale, bisognerà modificare il modo di costruire.

Le sfide future: “Garantire una casa per tutti”

Qual è la Faenza del futuro che emerge dal Pug?

In passato quando si pensava a una città in crescita, si immaginava un’espansione urbana davvero importante, nell’ordine di centinaia di ettari. Gli stessi strumenti urbanistici ed edilizi di qualche anno fa, come il Prg del 1998, delineavano un’espansione che, attualmente, non è necessaria per una città come Faenza. Oggi una città che cresce e si sviluppa deve contenere il consumo di suolo e rigenerare il patrimonio esistente e questi sono due principi chiave del Pug. Le lottizzazioni, ereditate dal passato e che si stanno concludendo in zone non a rischio alluvionale, ci consegneranno un surplus di abitazioni quindi il problema non sarà nella quantità di case a disposizione ma nell’avere case a prezzi accessibili anche, ad esempio, per giovani coppie, famiglie numerose o persone in particolari condizioni di fragilità. La vera sfida sarà garantire, con tutti i mezzi possibili, l’accesso alla casa per tutti. Inoltre, quando parliamo di rigenerazione del patrimonio esistente, appare chiaro che sarà decisivo riqualificare e proteggere le circa 10mila abitazioni, colpite dall’alluvione. Il Pug dovrà indicare quali azioni e politiche attuare per favorire la riqualificazione delle aree alluvionate, per evitare l’abbandono e lo spopolamento di zone della città e la successiva speculazione edilizia. Sono quartieri, spesso popolari, che devono poter guardare al futuro, in equilibrio con il fiume, perché per Faenza costituiscono una ricchezza che va protetta e rilanciata.

Samuele Bondi