Sfrecciare con la propria moto su strade sterrate e mulattiere, superando qualsiasi condizione meteo e di terreno. Tanta fatica e concentrazione abbinate a un immergersi totale nella natura, riconoscendo ogni minimo dettaglio attorno. L’enduro è la disciplina motociclistica a cui si dedica il faentino Mirko Ciani, 24 anni, che negli scorsi anni ha sfiorato il titolo di campione italiano assoluti arrivando secondo e sogna un giorno di arrivare sul gradino più alto del podio con la sua Beta 300 due tempi. A supportarlo nelle gare è il Dozer team, una squadra famigliare in cui è supportato dal meccanico Giorgio Tedioli e che sta formando tra le sue file un altro giovane pilota, Luca Geminiani, 11 anni di Marzeno, che fa motocross. Alle porte anche il campionato europeo. Con Ciani conosciamo meglio questo sport e che impatto potrà avere la riqualificazione di Monte Coralli per sportivi e appassionati di moto.
Ciani: “La riqualificazione di Monte Coralli dà grandi opportunità a questo sport. Chi fa Enduro, ama la natura”
Ciani, qual è la specificità dell’enduro, la tua disciplina?
È uno sport molto vario. All’interno della gara ci si sfida a cronometro in tre discipline diverse, partendo scaglionati, e sia il pilota sia la moto devono essere preparati a superarle tutte. La prima è l’enduro test: una prova speciale in cui si deve percorrere un sentiero di montagna con tutte le sue difficoltà naturali composte da pietre, radici, fango e in generale la conformazione del terreno. Poi c’è l’extreme test: solitamente si svolge in piste dove si affrontano ostacoli più complessi e tecnici, dai tronchi a vere costruzioni artificiali. Infine c’è il cross test, simile alla guida motocross su una pista ad hoc. Alla fine di tutte queste prove i tempi si sommano e si compone la classifica.
Come è nata la passione per la moto?
Grazie a mio babbo, che correva però su velocità, in pista. Sempre moto è, vero, ma ha un approccio molto diverso. Avendo una casa in montagna, a Premilcuore, la prima moto che ho avuto è stata una moto da cross, e da lì poi mi sono appassionato all’enduro più che alla velocità in strada e nel tempo sono persino riuscito a convertire mio babbo. In particolare, mi appassiona la filosofia che c’è dietro l’enduro. È uno sport con una rivalità sana con gli altri piloti. Non sei mai a stretto contatto con loro durante la gara, non c’è il rischio di scontri e vivi la corsa in maniera personale. Questo ti porta a vivere le gare in maniera competitiva, ma sana, infatti c’è sempre grande amicizia con gli altri piloti. E poi dell’enduro mi piace il rapporto con la natura, sia durante le gare sia il giorno prima, quando andiamo a visionare la pista a piedi, per conoscere ogni dettaglio del tracciato che può essere anche di 8 chilometri.
Quando si parla di moto, se ne parla quasi sempre in contrasto con la natura e l’ambiente. È così?
La contraddizione non esiste. Qualsiasi persona che pratica questo sport prova grande amore e rispetto per la natura. Soprattutto dove andiamo cerchiamo di tenere pulito: capita di portarsi dietro uno zaino per portare via lo sporco che troviamo lungo i sentieri. Gli enduristi poi sono stati importanti durante il periodo di frane e alluvioni nei mesi scorsi per dare una mano nel ripulire i sentieri e nel portare i viveri nei paesi isolati: in tanti hanno dato una bella mano.
Che giudizio dai della riqualificazione del circuito di Monte Coralli?
La prima pista su cui ho girato è stata Monte Coralli, per cui provo un legame particolare verso questo circuito. Sono contento che Andrea Dovizioso l’abbia preso in mano. Avere una pista di questo genere per gare e allenamenti sarà un notevole valore aggiunto per Faenza. Troverà sede all’interno anche un centro federale: credo sia una cosa molto significativo per valorizzare la nostra città come terra dei motori. Senza contare poi l’impatto turistico.
Che consiglio daresti a chi vuole provare questo sport?
Bisogna approcciarsi all’enduro in maniera intelligente. È uno sport che può essere pericoloso, se lo si fa in maniera impreparata. Consiglio di essere seguiti nelle prime fasi da qualcuno di qualificato, capace di fornire le prime indicazioni tecniche. Anche nella riqualificazione di Monte Coralli dovrebbero essere previsti corsi per un primo approccio all’enduro e al motocross. Quindi: partire in pista, imparare e poi, quando si è preparati, immergersi nella natura.
Samuele Marchi