Sabato 20 aprile, il cinema Italia di Faenza è stato il palcoscenico di un evento che ha segnato un importante passo verso una nuova consapevolezza digitale. Il progetto “48 ore senza tecnologie negative: Usami, ma non farti usare”, ideato e condotto dalla professoressa di tecnologia Silvia Dal Prato, ha coinvolto con successo la scuola secondaria di 1° “Bendandi” dell’Istituto Comprensivo Faenza San Rocco.
L’evento, realizzato grazie alla collaborazione della professoressa Maria Chiara Campodoni, ha rappresentato il culmine di un’esperienza coinvolgente, durante la quale oltre 350 studenti hanno accettato la sfida di disconnettersi dalla tecnologia per 48 ore.
A rendere così significativa questa esperienza è stato il confronto diretto con le emozioni e i diari dei partecipanti, che hanno narrato le loro esperienze dopo due giorni di separazione dagli schermi digitali. Il confronto con la realtà tangibile ha suscitato riflessioni profonde, enfatizzando l’importanza di bilanciare l’uso della tecnologia con esperienze di vita reale.
Fernando Muraca, autore di “Liberamente Veronica – i miei 30 giorni senza i social” e moderatore dell’evento, ha guidato i ragazzi in un viaggio di riflessione sul tempo trascorso sui dispositivi tecnologici. Il dato sorprendente di 3 mesi e 8 giorni in un anno sui social ha scosso le coscienze, evidenziando quanto questo tempo potrebbe essere impiegato in modo più costruttivo.
La “bolla” sociale, tema cruciale emerso durante l’incontro, ha messo in luce le limitazioni della visione del mondo degli adolescenti imposta dai social media. Muraca ha lanciato una sfida agli studenti: seguire l’esempio di Veronica, trascorrendo 30 giorni senza social media e diventando così “le sentinelle del domani”.
L’intervento del sindaco Massimo Isola e dell’assessora all’istruzione Martina Laghi ha confermato l’importanza di iniziative come questa nel promuovere una cultura digitale consapevole. La mostra nel foyer del cinema, con estratti dai diari dei ragazzi e manifesti creati dagli stessi studenti, ha ulteriormente sensibilizzato sull’importanza di bilanciare l’uso della tecnologia.
Ma l’impatto del progetto non si è limitato alle mura del cinema. La provocazione lanciata al sindaco e alla città stessa di tappezzare Faenza con i manifesti dei ragazzi rappresenta un audace primo passo verso un cambiamento culturale. Già diversi studenti hanno modificato le proprie abitudini, trascorrendo meno tempo sui videogiochi e più tempo con gli amici.
In definitiva, l’evento “48 ore senza tecnologie negative” ha dato vita a una riflessione profonda sulla dipendenza dalla tecnologia, ispirando azioni concrete per promuovere un uso più consapevole e bilanciato della stessa.
Questi giovani non solo sono stati partecipi, ma sono diventati protagonisti del cambiamento nella propria comunità, dimostrando che la rivoluzione digitale può essere guidata dalla consapevolezza e dalla volontà di fare la differenza.