Riportiamo di seguito alcune considerazioni emerse dalla Relazione presentata a papa Francesco dalla nostra Diocesi alla visita ad limina. La diocesi ha una buona vitalità. Le parrocchie di tutte le zone del territorio diocesano sono consapevoli delle fatiche della costruzione di una nuova evangelizzazione, ma reagiscono dedicando le migliori risorse, economiche e umane, alla formazione per l’annuncio, la celebrazione e la carità.

Prioritarie formazione spirituale e reti per annunciare Cristo

Gli indirizzi principali che il vescovo ha dato e perseguito, e che hanno conosciuto una notevole adesione, sono stati: la pastorale giovanile e vocazionale, la pastorale sociale e della Carità. Di grande valore l’ultimo Sinodo diocesano dedicato ai giovani è stato celebrato nel 2016-21, mentre la riforma della Curia ha messo al centro la sinodalità come metodo per camminare assieme e favorire l’annuncio. Queste attenzioni prioritarie sono accompagnate da una cura particolare della formazione per l’evangelizzazione, attraverso la Scuola diocesana di teologia e i numerosi percorsi proposti dai settori pastorali e la stessa predicazione del vescovo. La prova che queste priorità sono state accolte non solo formalmente, non è solo la numerosa partecipazione alle iniziative e ai percorsi, ma anche la maturazione di figure che rispondendo alla propria vocazione, si fanno carico in comunione con il vescovo della cura pastorale del popolo di Dio che vive nella nostra Chiesa. La ripresa delle vocazioni al ministero ordinato, tutte originarie della diocesi, negli ultimi dieci anni, insieme a laici qualificati nella Curia diocesana e nelle parrocchie, è probabilmente il frutto più maturo degli orientamenti dati.
Si è lavorato, e continua il lavoro sinodale, per la costruzione di una effettiva corresponsabilità non solo tra laici e ministri ordinati, ma anche tra comunità parrocchiali.
Resta prioritaria una formazione spirituale, intellettuale e morale dei fedeli, attraverso una capillare disponibilità all’ascolto e all’accompagnamento personale, da parte dei ministri ordinati e anche di laici, senza abbandonare le iniziative più strutturate. Si ritiene necessario per il futuro della nostra Chiesa, essere sempre più consapevoli e, di conseguenza, agire in questa linea per la costruzione di reti, in comunione con il vescovo e il presbiterio, che si facciano carico dell’annuncio, con le parole e i gesti, dei singoli. Si è visto come sia efficace questa modalità e quanto sia aperta a costruire cammini di comunione e di corresponsabilità effettiva ed affettiva. Dentro questo quadro si colloca anche la valorizzazione della vita liturgica che necessita di una formazione più approfondita, di una carità, meno assistenziale e più “annunciante” e di una evangelizzazione che necessita di un approfondimento culturale per essere davvero buona notizia nel mondo di oggi. Il Seminario diocesano, oggi aperto con diverse opportunità di formazione, i settori pastorali, in particolare con i loro progetti formativi, la Scuola di teologia, la Caritas diocesana e le comunità parrocchiali, sono i punti di forza sui quali investire per il futuro. Risultano fruttuose e da consolidare, alcune collaborazioni con le diocesi limitrofe aggregatesi ad iniziative di formazione sia dei presbiteri giovani, sia della formazione dei diaconi, sia della formazione iniziale (propedeutica), esistenti già da tempo nella nostra diocesi.

Promozione dei ministeri laicali

Guardando al futuro la nostra Chiesa dovrà continuare l’impegno nella nuova evangelizzazione, con una impostazione pastorale adeguata, che valorizzi le comunità parrocchiali attraverso le Unità pastorali, e privilegi la formazione degli adulti; questo per arrivare ai percorsi della iniziazione cristiana con educatori preparati e con il coinvolgimento convinto delle famiglie. Su questo fronte sono motivo di speranza i laici che si impegnano nella loro personale formazione. Inoltre, vi sono belle prospettive nelle giovani famiglie che si preparano seriamente al loro ministero educativo. Infine, si dovranno promuovere con più convinzione i ministeri laicali e il diaconato permanente e impegnarsi in una Pastorale vocazione per chiedere al Signore risposte alla vita consacrata maschile e femminile, e al ministero presbiterale.

I numeri: popolazione, parrocchie, sacerdoti e religiosi

La Diocesi di Faenza-Modigliana si estende su un territorio di circa 1.000 Kmq, con una popolazione di 141mila abitanti (di cui circa 9mila non cattolici). È suddivisa in 70 parrocchie, con la presenza di 55 sacerdoti diocesani, 14 religiosi e 75 religiose. A fine 2022 vi sono tre seminaristi teologi in Seminario a Bologna. Nella comunità propedeutica interdiocesana di Faenza sono presenti nove seminaristi. Gli uffici di Curia sono animati da laici e da alcuni presbiteri. L’ultimo Sinodo diocesano, dedicato ai Giovani, è stato celebrato nel 2016-21 e ha dato l’impostazione attuale degli organismi e della pastorale diocesana. Dal novembre 2023 è in corso la Visita pastorale ufficiale da parte del vescovo Mario.

Seminario: uno spazio rigenerato

biblioteca seminario 1

Tra i luoghi pastorali più significativi rivitalizzati negli ultimi anni figura il Seminario diocesano. Grazie soprattutto all’impulso dei giovani della Pastorale vocazionale e agli stimoli dati dal Sinodo dei Giovani, oggi il Seminario svolge tante funzioni. Propedeutica, fraternità, biblioteca, scuola, spazi esterni, luogo di lavoro e di preghiera, di musica e di arte sono gli elementi che compongono la vita quotidiana dell’immobile che non mira a diventare una cittadella indipendente e autonoma, ma che vede la sua ‘missione’ nell’offrire spazi che narrano, insieme alle persone, contenuti evangelici per la loro vita. Il Seminario vescovile ha allargato il suo servizio senza perdere lo scopo originario della struttura e dell’istituzione ovvero accompagnare il cammino di quanti hanno avvertito il fascino di seguire Gesù come ministri ordinati. In Seminario, in questo senso, c’è una presenza stabile cioè la Comunità propedeutica residenziale interdiocesana di Romagna. Una parte dell’edificio è abitata dalla Fraternità: alcuni giovani che, portando avanti i propri impegni di lavoro e di studio, si mettono in gioco cercando di vivere gioie e fatiche quotidiane da fratelli. Si tratta di un’esperienza della durata di un anno promossa dall’Area Giovani e Vocazioni. La formazione è al centro con i corsi della Scuola diocesana di Teologia, con la biblioteca cardinale Cicognani e le aule studio che ogni giorno accolgono tanti giovani universitari.