II Messaggio di Papa Francesco per la 57esima Giornata Mondiale per la Pace dal titolo “Intelligenza artificiale e pace”, ha stimolato molte riflessioni. Tante persone si sono approcciate ad un tema nuovo, ancora poco conosciuto, ma inquietante, di fronte al quale si è scarsamente preparati.

Per costruire una consapevolezza collettiva sulle potenzialità e i rischi etici connessi all’utilizzo delle nuove tecnologie, l’Istituto Universitario Sophia ha organizzato un corso interdisciplinare dal titolo “Intelligenza artificiale – verso un Digital Oath”. Dall’11 marzo al 27 maggio 2024, dieci lezioni online più un evento finale in presenza, vogliono evidenziare criticamente le sfide e le opportunità per immaginare un futuro “a misura” di persona.

Al via un corso interdisciplinare online promosso da Università Sophia

Il messaggio del Papa termina inoltre con un chiaro invito alla comunità delle nazioni “a lavorare unita per adottare un trattato internazionale vincolante, che regoli lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale nelle sue molteplici forme”: l’obiettivo non è soltanto creare confini e limiti a pratiche dis-umane, ma anche di incoraggiare buone pratiche che stimolino approcci creativi e collettivi.

Rispondendo a quest’appello, il 21 febbraio 2024 è stato presentato all’ONU il “Digital Oath”, ovvero il giuramento digitale, una pratica virtuosa (“good practice”) per indirizzare la ricerca tecnico-scientifica verso la pace e il bene comune, a servizio dello sviluppo degli individui e delle comunità. L’evento è stato sostenuto da New Humanity, Ong nata dalla spiritualità dell’unità, da NetOne, rete di professionisti e teorici di comunicazione, e da Holy See Mission, l’osservatorio della Santa Sede presente a New York. Così come i medici prestano il giuramento di Ippocrate, il progetto “Per un Digital Oath” mira a redigere e vedere adottato un giuramento per coloro che operano nel mondo digitale. Questo documento contiene i confini etici che dovrebbero modellare il nostro progresso, ottenendo il riconoscimento a livello statale e, per quanto possibile, su scala globale.

Andrea Galluzzi, docente: “l’intelligenza artificiale interessa tutti”

Ne parliamo con Andrea Galluzzi, docente  all’università Sophia di filosofia della tecnica, e coordinatore del corso “Intelligenza artificiale – verso un Digital Oath”.

Galluzzi, nel vostro sito dite chiaramente che gli attori principali sono ingegneri, progettisti di software e hardware e informatici, ma anche i creatori di contenuti (influencer, giornalisti e semplici utenti del digitale) hanno un ruolo di supporto e sostegno. Puoi dirci qualcosa di più?

Il grado di complessità e pervasività raggiunto dalle tecnologie attuali ha conferito ad ingegneri e tecnici un ruolo fondamentale nella costruzione del mondo in cui viviamo e questo dovrebbe farci riflettere. Spesso infatti ci sfugge che buona parte delle nostre attività quotidiane è regolata da algoritmi progettati e implementati da esseri umani motivati da desideri di innovazione, efficienza o profitto. Non malevoli di per sé, ma comunque incuranti delle possibili ripercussioni sociali di queste innovazioni.

In alcuni casi la situazione è veramente sfuggita di mano agli sviluppatori, come hanno messo in luce le inchieste sulle dipendenze innescate dagli algoritmi che regolano i social network come TikTok. I contenuti digitali che vengono prodotti e messi in vetrina troppo spesso fanno opinione, muovono le nostre coscienze, diventano fenomeni di costume, insomma contribuiscono a costruire la nostra visione del mondo. Il problema nasce quando in questa visione si confondono il vero e il falso, il naturale e l’artificiale, attraverso manipolazioni che sfociano in un generale disorientamento etico.

Questi fenomeni si sono accentuati negli ultimi anni con l’avvento massivo delle IA (soprattutto le IA generative, come ChatGPT, Gemini, Copilot ecc.), che hanno fornito strumenti inediti per accelerare ulteriormente i processi innovativi e messo in mano a molti (generalmente meno competenti) gli strumenti che prima erano riservati a pochi (più specializzati), con effetti ambivalenti.

Su questi fronti è necessario prestare particolare attenzione. I governi e le istituzioni stanno reagendo e colmando via via i vari vuoti regolativi a nostra tutela, ma non basta: è necessario formare una coscienza collettiva per reagire agli interessi di parte e fare entrare di diritto l’elemento etico nei tavoli decisionali degli addetti ai lavori.

Questo può realizzarsi e dovrà aiutarci a sviluppare il senso di responsabilità individuale e collettiva nei nostri diversi ruoli: di sviluppatori, divulgatori o semplici fruitori di queste tecnologie. Le IA ci stanno facendo capire che nel mondo digitale le responsabilità individuali sono sempre distribuite collettivamente.

Perciò il progetto “Per un Digital Oath” prevede delle linee guida etiche sia per gli sviluppatori che per gli utenti del mondo digitale.

Dopo questo importante appuntamento all’ONU, come procederà il vostro progetto?

Come diceva papa Francesco e come è stato ricordato nell’incontro all’ONU: rimane la necessità di una riflessione continua per lo sviluppo di una tecnologia al servizio della dignità umana. Il progetto del Digital Oath è indirizzato a questo. A brevissimo, infatti, partirà un percorso formativo interdisciplinare sull’intelligenza artificiale, progettato in collaborazione con l’Istituto Universitario Sophia proprio per andare incontro a questa esigenza.

Cerchiamo così di sfruttare le sinergie che stiamo attivando fra istituzioni e specialisti di varie discipline, sia di estrazione tecnico-scientifica che umanistica. Ci impegniamo inoltre nella creazione di una rete etico-formativa utile alla sensibilizzazione sull’idea di un progresso tecnologico incentrato su valori a misura umana.

Perchè iscriversi al corso “Intelligenza artificiale – verso un digital oath”?

Il corso è stato ideato per chiunque desideri approfondire il tema delle IA in modo critico, ma anche propositivo. È un corso interdisciplinare che tratta la questione da varie prospettive (tecnica, filosofica, sociologica, giuridica ecc.) adatto agli specialisti, agli insegnanti, ma anche a chiunque intenda capire meglio le potenzialità e i rischi connessi a questa tecnologia così fondamentale oggi, poiché ciò che si conosce meglio può essere gestito in modo più consapevole e responsabile.

Per informazioni o iscrizioni www.swa.sophiauniversity.org

Maria Chiara Campodoni