Caro direttore,

non posso non segnalarle la mia perplessità per quanto letto a pagina 4 dello scorso numero del vostro settimanale (n.7, 15 febbraio 2024, ndr). Tra le varie iniziative pubblicizzate dalle associazioni romagnole, leggo testualmente anche di «un laboratorio che unirà l’arte dei tarocchi alla creatività dell’arteterapia. Il laboratorio è rivolto ad amanti dei tarocchi, per scoprire modalità alternative di espressione ed esplorazione di sé».
Trovo che pubblicizzare un laboratorio di questo tipo, su un giornale cattolico, sia quantomeno discutibile. Per quanto ci siano persone che possono prendere queste iniziative come un ‘gioco’ tante altre invece possono avvicinarsi ai tarocchi spinti da un momento di difficoltà o dalle proprie paure, e ci sono persone che possono approfittarsi di questo, passando anche da fenomeni come esoterismo e ‘presunta’ magia. I casi di cronaca di questo tipo, credo, non manchino. Le sottopongo dunque tutte le mie perplessità.

Lettera firmata – Faenza

Caro lettore,

le rispondo sulla questione da lei posta. La notizia è contenuta nella pagina acquistata da Volontaromagna, la Odv che tiene insieme tutte le organizzazioni di volontariato di tutto il nostro territorio romagnolo. Mi sono riletto l’avviso e ho cercato di leggere anche tra le righe. Ci siamo confrontati in redazione e ho chiamato il numero indicato. Se non ho capito male, non si tratta di un corso sui tarocchi, ma di una terapia a partire dalle carte dei tarocchi. Si parla infatti di arteterapia, per esplorare dentro di sé, per cercare di capire se stessi. Non credo di vedere nulla di male. Anche con una normale mazzo di carte ci si può rovinare, se ci si fa prendere dalla mania del gioco, così come si può aggredire qualcuno con un coltello da cucina.

(Fz)