Sono tante le attività commerciali colpite dall’alluvione a Faenza. A ormai nove mesi di distanza alcune sono ripartite, affrontando lavori di ripristino onerosi ma c’è anche chi purtroppo si è arreso, non riuscendo più a riaprire. Con Francesco Carugati, direttore Ascom Confcommercio Faenza, abbiamo fatto il punto della situazione, cercando di approfondire quali sono i principali ostacoli che stanno affrontando le imprese nel post alluvione.

Intervista a Francesco Carugati, direttore Ascom Faenza: “Sul post-alluvione, appare sempre più importante avviare un processo di semplificazione”

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Carugati, partiamo dai numeri. Quante imprese, associate ad Ascom, sono state colpite dall’alluvione? E quante sono riuscite a riaprire?

Sono 150 le imprese, nostre associate, che hanno avuto danni diretti dall’evento alluvionale, un numero sicuramente considerevole. Una decina, circa, quelle che purtroppo non hanno più riaperto e su queste dovrebbe aprirsi un ragionamento importante perché, allo stato attuale, non hanno diritto ad alcun tipo di rimborso. L’ordinanza relativa alle imprese, redatta dalla struttura commissariale, esclude infatti dal ricevere i ristori le imprese che non hanno riaperto al 31 dicembre scorso. Sono una ventina invece le imprese che hanno riaperto ma sono state costrette a cambiare sede, mentre le altre sono ripartite mantenendo la sede storica ma affrontando lavori di ripristino complessi, con risorse proprie. L’alluvione ha avuto un impatto pesante sul nostro territorio: basti pensare che nel 2023 come Ascom abbiamo registrato 48 chiusure di attività, più del doppio rispetto agli anni precedenti. In parte sicuramente si tratta di chiusure “fisiologiche”, ma più della metà riteniamo siano dovute all’evento alluvionale, conteggiando anche i danni indiretti.

Quali sono le principali difficoltà che stanno fronteggiando le imprese del nostro territorio?

A Faenza il problema principale è la mancanza di ristori economici, fondamentali per rientrare da un indebitamento o per completare i lavori di ristrutturazione necessari per poter proseguire con la propria attività lavorativa. A oggi le uniche risorse che le imprese hanno ricevuto sono circa 1.500 euro, erogati dalla Camera di Commercio di Ravenna e Ferrara, mediante un bando apposito. Chi è ripartito l’ha fatto quindi investendo i propri risparmi. Inoltre ci sono anche i danni indiretti da considerare. A Faenza i sono circa 20mila i cittadini colpiti dall’alluvione e questo ha avuto inevitabili ripercussioni sui consumi, con una contrazione dei ricavi e dello scontrino medio, sia per i piccoli negozi che per la grande distribuzione.

Come Ascom che strumenti avete messo in campo per aiutare i vostri associati?

Nonostante la nostra sede di Faenza sia stata anch’essa colpita dall’alluvione abbiamo cercato fin da subito di supportare i nostri associati. Siamo a fianco delle imprese per interpretare le ordinanze commissariali e inoltre facciamo da tramite tra imprese e tecnici, necessari per poter presentare la perizia, fornendo anche tutti i dati, relativi appunto alle imprese, che sono in nostro possesso.

Quali misure potrebbero realmente favorire una ripartenza del commercio?

Già prima dell’alluvione a Faenza, come in tutta Italia, le piccole e medie imprese erano in sofferenza. Ci vuole un’attenzione differente, a livello nazionale, ed è sempre più necessario un tavolo di confronto sulle norme che regolano attualmente il commercio. Per quanto riguarda il post alluvione, appare sempre più importante avviare un processo di semplificazione. È stata concepita una struttura commissariale distante dal territorio e l’iter per presentare la perizia è eccessivamente burocratico e costoso. C’è la sensazione che per evitare che qualcuno possa fare il furbo, speculando su quanto avvenuto, si sia messo a punto un meccanismo troppo macchinoso e che rischia di disincentivare la presentazione delle domande di rimborso. A mio avviso si poteva dare più responsabilità alle istituzioni del territorio con, ad esempio, gli uffici tecnici comunali, adeguatamente potenziati, chiamati ad occuparsi delle perizie. Inoltre per le imprese coinvolte sarebbe importante capire subito a quanto ammontano i ristori e se c’è la certezza di riceverli, per pianificare meglio i passi futuri. Anche se il danno non è rimborsato al 100% avere la sicurezza di poter disporre di una certa cifra, con tempistiche pressoché certe, aiuterebbe molto.

Un paio di settimane fa la struttura commissariale è venuta a Faenza. Cosa è emerso di importante per le vostre imprese?

Ero presente personalmente all’incontro che ha affrontato tante tematiche prioritarie. Sicuramente il credito di imposta, che poi in realtà è una cessione del credito, è uno strumento valido a lungo termine per le imprese ma rimane comunque subordinato alla perizia da presentare su Sfinge e la procedura, come detto, non è delle più semplici. In generale, le tempistiche che si stanno prospettando per ricevere gli indennizzi per imprese che stanno faticosamente ripartendo, fronteggiando anche un aumento generalizzato dei costi, sono decisamente eccessive.

Samuele Bondi