Una rilettura e un approfondimento che non sono semplicemente tali, ma escono dalle pagine del libro e toccano con mano la vita vera delle nostre comunità e del periodo storico che stiamo vivendo. Il Codice di Camaldoli. Un rinnovato impegno dei cattolici (ed. Tipografia faentina, 415 pp.), scritto dal notaio faentino Paolo Castellari, rappresenta un ponte che collega il passato al futuro, il pensiero all’azione, le immagini alle parole, gli elementi biografici-individuali dell’autore al sentimento di tutta la comunità, ferita oggi dalle sfide dell’alluvione e dei cambiamenti climatici, ma non solo. Attraverso questi intrecci, le oltre 400 pagine scritte da Castellari accompagnano il lettore lungo vari temi di riflessione suggeriti dal Codice stesso nella rilettura che ne è stata fatta nel 2023, 80esimo anniversario della sua stesura: lo Stato, la famiglia, l’educazione, il lavoro, l’economia, la vita internazionale.

L’introduzione è a cura del vescovo, monsignor Mario Toso

mario toso

E grazie alla Dottrina sociale della Chiesa, questi ambiti trovano un loro significato integrale nella vita di ciascuna persona e nella società. Non a caso l’introduzione del volume è stata affidata a monsignor Mario Toso, vescovo della Diocesi di Faenza-Modigliana e uno dei massimi esperti di Dottrina sociale. «Viviamo in un contesto storico-culturale – sottolinea monsignor Toso nel testo – in cui, come ha incisivamente sottolineato il cardinale Matteo Zuppi, uno dei problemi di oggi è “il divorzio tra cultura e politica, non solo per i cattolici, con il risultato di una politica epidermica, a volte ignorante, del giorno per giorno, con poche visioni”. Il Codice di Camaldoli nacque in uno dei momenti più bui della notte rappresentata dalla Seconda guerra mondiale – prosegue Toso – (…) e ciò che colpisce è che coinvolse soprattutto persone giovani, poco più che ventenni (Aldo Moro, Giulio Andreotti), trentenni (Paolo Emilio Taviani, Sergio Paronetto) o quarantenni (Giorgio La Pira, Amintore Fanfani). Essi mostrano l’audacia di chi crede in una visione evangelica della società e prende la propria responsabilità, non rimanendo a guardare dalla finestra i problemi della povera gente, delle guerre che distruggono i popoli». «Il generoso impegno del dott. Paolo Castellari – conclude la sua introduzione il vescovo Toso – si pone lungo il percorso di rilettura e di una riscoperta del Codice di Camaldoli e, conseguentemente, dei fondamenti dell’impegno politico dei cattolici. Si tratta quindi, non solo di una rilettura della storia, ma del recupero di uno slancio profetico anche nelle contingenze del nostro tempo».

L’autore: “Il Codice ci invita a farci delle domande e a non avere mai cuore e mente adagiati”

paolo castellari

Contingenze che il notaio Castellari ha raccontano anche su nostro settimanale il Piccolo (ed. faentina del Corriere Cesenate) di cui diversi articoli pubblicati trovano spazio nell’appendice del volume e che affrontano i temi dell’educazione, di arte e fede, dell’alluvione in Romagna e della politica capace di unire anziché dividere. Numerose le fotografie e le riproduzioni artistiche a corredo del volume: anche qui il dialogo tra parole e immagini è tutt’altro che banale, e ha come obiettivo quello di indicare al lettore ulteriori piste con le quali portare avanti la propria rilettura del Codice. Perché ciò che rende attuale il Codice di Camaldoli è proprio «il suo invito a farci delle domande – sottolinea l’autore – a non avere mai il cuore e la mente adagiati».

La presentazione il 23 marzo a Faenza

Il libro sarà presentato, alla presenza dell’autore che modererà l’incontro, sabato 23 marzo alle 9 al cinema Sarti di Faenza (via Scaletta 10). All’incontro saranno presenti e converseranno sul Codice e la sua attualità anche Elisabetta Gualmini, europarlamentare, il sindaco Massimo Isola, la consigliera regionale Manuela Rontini e Claudio Sardo, giornalista e pubblicista.

Samuele Marchi