L’8 febbraio scorso il cinema Sarti di Faenza ha ospitato l’incontro tra la struttura commissariale e i rappresentanti dei comitati cittadini. Al centro le criticità legate alle ordinanze commissariali, con particolare riferimento a perizie, piattaforma Sfinge e ristori. Per la struttura commissariale erano presenti il colonnello Carlo La Torre (responsabile dell’area Ricostruzione privata), gli ingegneri maggiore Rossano Civita e capitano Michele Macina, il tenente colonnello Luigi Alberto De Nicolò (responsabile dell’Area Finanziaria) e il tenente colonnello Vincenzo Martella (responsabile delle Relazioni istituzionali). Franco e vivace il confronto con i tanti cittadini che hanno affollato il Sarti, con alcuni momenti in cui l’esasperazione e la stanchezza delle persone fuori casa da oltre otto mesi sono emerse molto chiaramente, mentre i componenti della struttura commissariale hanno cercato di rassicurare i presenti, spiegando che nessuno sarà escluso o lasciato indietro.

Intervista all’avv. Paolo Calderoni (comitato Bassa Italia): “Le criticità della piattaforma Sfinge

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«La struttura commissariale – spiega l’avvocato Paolo Calderoni, presente all’incontro per il Comitato Bassa Italia che raggruppa l’area intorno a via Lapi – è venuta a Faenza per capire perché le perizie non vengono presentate e quali sono i principali ostacoli». A fronte infatti di una stima di circa 60mila richieste di rimborso, in tutte le aree colpite, ne sono in realtà arrivate alla regione circa mille. I tecnici presenti hanno esposto alcuni problemi tra cui il principale è dover richiedere l’accesso agli atti per verificare lo stato legittimo, che determina la regolarità urbanistica e catastale dell’immobile e allunga di 2-3 mesi la procedura. Inoltre hanno riferito di ricevere troppe richieste per effettuare perizie, evidenziando anche che spesso è difficile definire il costo di una perizia. Speriamo che i periti – continua Calderoni – possano trovare la quadra, anche con la collaborazione dei loro Ordini professionali perché è importante che le perizie inizino a essere presentate e il loro ruolo è fondamentale. Se le percentuali riconosciute ai tecnici per svolgere le perizie sono considerate basse si può avviare un confronto con la struttura del commissario».

Credito d’imposta e beni mobili, “per i rimborsi di questi ultimi, servirà un’ordinanza ad hoc”

La struttura commissariale ha poi aperto all’introduzione del credito d’imposta, come modalità alternativa di ristoro per somme superiori ai 20mila euro per i privati e ai 40mila euro per le imprese. «Il meccanismo – spiega Calderoni – è in fase di definizione e sarà operativo tra marzo e aprile. La struttura commissariale ha riferito di essere in attesa di documenti importanti dal Ministero dell’Economia e del decreto attuativo che deve essere redatto dal direttore dell’Agenzia delle Entrate». I membri della struttura del commissario si sono detti poi disposti anche a ragionare sull’ipotesi di un ristoro dei beni mobili in via forfettaria. «Su questo punto – continua l’avvocato Calderoni – come comitati stiamo battagliando a tutti i livelli. C’è molta coesione e unità di intenti tra i comitati per arrivare a ottenere il rimborso forfettario di arredi e beni mobili. Certo, servirà un’ordinanza ad hoc e al momento non ci sono tempistiche definite perché il Commissario dipende dell’organo politico ovvero dal Governo».

“Per la struttura commissariale la perizia resta imprescindibile, anche per piccole entità: su questo non c’è margine di trattativa”

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È stata invece rispedita al mittente un’altra proposta avanzata dai Comitati ovvero prevedere due scaglioni per la perizia, rendendola obbligatoria solo per danni importanti, superiori ai 20-30mila euro. Per danni più contenuti invece l’ipotesi prospettata dai Comitati era di utilizzare la procedura già messa in campo per il Contributo di Immediato Sostegno. «Si trattava di una proposta che avrebbe velocizzato i risarcimenti per i piccoli danni, disincentivando il lavoro nero – spiega Calderoni – perché spesso di fronte a danni di piccola entità fare una perizia non conviene proprio. Però la struttura commissariale ha ribadito che la perizia, per erogare il contributo, resta imprescindibile e non c’è margine di trattativa».

La regolarità edilizia

Un altro tema considerato basilare dai componenti della struttura del generale Figliuolo è la regolarità edilizia dell’immobile, per cui si richiede il ristoro. «È stato confermato che non c’è differenza tra piccolo e grande abuso edilizio e non possono esserci deroghe. Per richiedere dunque i rimborsi è necessario accertarsi della regolarità urbanistica e catastale dell’immobile, per non rischiare di vedersi revocare il contributo assegnato, in caso di irregolarità». Rimane la possibilità, già disciplinata dalle ordinanze 11 e 14, di non richiedere l’accesso agli atti se si procede con l’attività di edilizia libera, al di sotto dei 30mila euro di spesa. Alla luce di quanto detto però è necessario essere certi di avere un immobile perfettamente in regola, se no è preferibile accertarsene mediante l’accesso agli atti e la richiesta di stato legittimo.

La sicurezza della città: le fognature in via Lapi

Alcuni cittadini hanno poi sottolineato di aver perso la tranquillità di abitare nelle proprie case e di temere l’arrivo di un’altra alluvione. Accanto a ordinanze e rimborsi, c’è il tema prioritario della sicurezza idraulica del territorio. «La struttura commissariale – prosegue Calderoni – ha riferito che l’obiettivo del commissario è mettere in sicurezza il territorio, in via definitiva. Faenza non deve essere più fragile di fronte a certi fenomeni naturali. Come Comitato Bassa Italia sicuramente accogliamo con favore il completamento del muro su via Renaccio, progetto che innalza il livello di sicurezza per il nostro quartiere. Certo rimane aperto il tema fognature, che ci preoccupa molto. Si tratta di un problema che riguarda almeno il 30% di Faenza e tocca il cuore abitativo della nostra città. Nella zona di via Lapi, soggetta purtroppo ad allagamento fognario, le criticità relative alle fognature sono annose e già qualche anno fa presentammo delle petizioni. Hera ha presentato dei progetti importanti, individuando come soluzione la realizzazione di impianti di sollevamento, ma ora il tema è capire come finanziare questi progetti visto che si parla di cifre rilevanti. Come Comitato continueremo a interloquire con il Comune ed Hera per arrivare a una soluzione, saremo un pungolo continuo perché non si tratta di una questione di poco conto per il nostro quartiere».

Samuele Bondi