Un dialogo civile e costruttivo può cambiare le carte in tavola quando si ritiene che sia stata presa una decisione sbagliata da qualcuno che è al di sopra di noi. Lo insegna il comitato Orto Bertoni di Faenza nato nel 2018 proprio da un’esigenza concreta: impedire la costruzione di una sala slot nel quartiere. «Eravamo preoccupati – racconta Stefano Gaiardi, membro del comitato oggi impegnato soprattutto sul fronte del post alluvione – perché spesso questi ambienti si accompagnano a frequentazioni per nulla belle e favoriscono la ludopatia. Nel nostro quartiere ci sono anche molti bambini e l’idea di avere una sala slot non piaceva per nulla».

Furono raccolte firme e presentato materiale documentario, importante il dialogo con l’Amministrazione

I residenti non sono rimasti con le mani in mano e hanno iniziato a raccogliere firme, materiale documentario fino a scoprire gli atti che definivano alcuni luoghi compatibili e altri no con la presenza di una sala slot. «Abbiamo scoperto – continua Gaiardi – che in tutta Faenza c’erano state verifiche in merito, ma non nel nostro quartiere. Allora abbiamo fondato un comitato e abbiamo chiesto che queste verifiche venissero fatte. Abbiamo contattato perciò l’amministrazione comunale e incontrato l’allora sindaco Giovanni Malpezzi». Dopo l’intervento del comitato la norma regionale è stata modificata e il tema è stato discusso in Consiglio comunale. «Il Consiglio ha stabilito all’unanimità che non si costruisse la sala slot nel nostro quartiere riconoscendo che le condizioni del quartiere non rendevano possibile la sua presenza», spiega Gaiardi.

Oggi il Comitato Orto Bertoni conta 200 iscritti

Un esempio di cittadinanza attiva che continua a lavorare ancora oggi, in un tempo difficile per le famiglie residenti in quello che è uno dei quartieri colpiti dall’alluvione dello scorso maggio. «Non eravamo e non siamo una forza politica ma, focalizzandoci sul problema, abbiamo fatto sensibilizzazione e informazione comunicando con tutti i residenti, creando un dialogo costruttivo anche con l’amministrazione.
Il tutto in un arco di tempo anche abbastanza ridotto di circa un due mesi e mezzo». Oggi il comitato conta circa 200 iscritti, ai quali si aggiungono poi le tante presenze alle varie assemblee, che per entrare a far parte della chat di Whatsapp firmano uno statuto, integrato negli anni, che dimostra come questo non sia un semplice tam tam, ma un vero e proprio comitato in cui ognuno si prende una responsabilità. Una responsabilità civica che è diritto e dovere di ciascuno.

Letizia Di Deco