Il vescovo Mario Toso ha iniziato la visita pastorale nelle parrocchie. Lo scorso 26 novembre ha incontrato la comunità di Alfonsine. Riportiamo qui l’omelia.

Ringrazio il Signore per voi!

Sin da quando ho iniziato a preparare la mia visita pastorale alla Diocesi, mi è venuta alla mente la frase della Lettera di san Paolo ai Romani, “desidero incontrarvi”. Ora, dopo avervi visitato, posso dire: “sono felice di avervi incontrato!” Un conto è sapere che esistete. Un altro conto è vedervi faccia a faccia, parlare con voi, incoraggiarvi e confermarvi nella fede. Venendo qui ho trovato una comunità cristiana viva, anche se piccola e di minoranza, che è cresciuta in questi anni, nella fede e nell’azione pastorale. Per questo vi ringrazio e ringrazio il Signore per voi!». Con queste parole il vescovo monsignor Mario Toso ha aperto la sua omelia per la celebrazione in occasione del termine della visita all’Unità pastorale delle Alfonsine. Incontri, momenti di ascolto e tanta voglia di camminare insieme ai giovani, agli anziani e a tutti coloro che compongono questa comunità. «Ecco il primo punto che vi lascio – ha detto il vescovo -. Mettete al centro della vostra vita l’Eucaristia, l’esperienza della comunione con Gesù che diventa uno di noi, muore e risorge! Una tale esperienza è quella più formativa, quella più sinodale che abbiamo». Il vescovo ha poi sottolineato come Gesù sia il nostro pastore. «Va a cercare senza pregiudizi di luoghi e di persone – ha detto monsignor Toso -. Egli cerca e cura chi è pecora perduta, ferita e malata, ma anche chi è pecora grassa e forte. Perché? Perché tutti vivono un radicale bisogno: quello di incontrare Dio! Da questo bisogno e dalla nostra vocazione, nasce la necessità di riscoprirci come popolo missionario, cioè, popolo mandato ad annunciare Cristo, popolo bisognoso di una formazione sempre più approfondita anche culturalmente». Infine «Il Signore è presente in ogni persona e noi possiamo servirlo facendolo crescere nelle persone. Questo è l’amore più grande che possiamo esprimere nei confronti dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. Non solo dare cose ma in modo particolare, donare Cristo stesso. Care comunità delle Alfonsine: siete sulla buona strada, vi ho conosciuti un po’ di più, vi porto nel mio cuore. Non “addormentatevi, però, sugli allori”. C’è ancora molto da camminare».

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