Un sorriso che dura più di sei mesi. Questo il gesto alla base della tanta solidarietà che la parrocchia di Sant’Antonino di Faenza ha messo in campo a sostegno degli alluvionati negli ultimi mesi, creando un’atmosfera familiare e compiendo il suo essere casa attorno alle case. “Lo scorso sabato abbiamo avuto un momento di condivisione, in segno di amicizia, di vicinanza con gli alluvionati nel teatro di Santa Maria Maddalena, in comunione tra le due parrocchie del Borgo”, ci racconta Luana, parrocchiana di Sant’Antonino. 

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Sentirsi un’unica casa

“Il fine settimana è anche un momento in cui si sta in casa a fare lavori in autonomia cercando di sistemare quel che è possibile, ma sono venute tante persone e sembrava davvero di essere un’unica famiglia – dice Luana – In tanti ci hanno aiutato a preparare questo momento in cui scambiarsi gli auguri di Natale”.  Un momento di festa, di affetto in un periodo dell’anno che per il Borgo ha un colore più spento. “In questo periodo si tende a stare in famiglia abbellendo le proprie case, ma in molte di queste casa sappiamo che ci sarebbe stato un Natale diverso. È nato quindi questo desiderio di riservare questo momento per loro. Sentirsi un’unica casa, un’unica famiglia per condividere le emozioni di chi ha subito questo tragico evento. Noi ci siamo sentiti tutti coinvolti, come parrocchia.” Sono passati diversi mesi, ma il contatto con gli alluvionati è rimasto. “La nostra parrocchia ha sentito da subito il desiderio di stare vicino a chi ha perso casa e si sono instaurati bei rapporti. Gli alluvionati sono testimonianza di forza, coraggio e dignità. La gioia condivisa è centuplicata” continua Luana. Oltre all’iniziativa natalizia la parrocchia si occupa ancora della distribuzione dei viveri e dei beni di prima necessità per chi ha bisogno, un pomeriggio al mese. A novembre erano ancora 64 le persone che ne necessitavano, dietro le quali ci sono nuclei familiari. “Appena accaduta l’alluvione, dopo i primi giorni in cui tutto corso Europa aveva problemi con l’elettricità, siamo stati catapultati nella dimensione di un aiuto senza sosta. Don Marco andava a spalare il fango e io e un’altra parrocchiana eravamo nel circolo ad accogliere le tantissime le persone che venivano da noi per un attimo di ristoro nella fatica. Questo per i mesi di giugno e luglio, per giornate intere. Poi da settembre la raccolta viveri, con l’aiuto della Caritas, che diventa, al di là del sostegno materiale, un segno di presenza, di vicinanza e di ascolto”. Soprattutto a Natale.

Letizia Di Deco