Per quanto possa essere difficile il periodo che una comunità stia vivendo, il Natale arriva comunque a riscaldare cuori e case. Anche se questi cuori e queste case sono ancora feriti, sporchi di fango o disabitati. I presepi che riprendono il loro spazio nel territorio ne sono la prova, nonostante le tante fatiche necessarie a rimetterli in piedi. Lo sa molto bene Roberto Gorini, il cui nome in città è da anni associato al presepe di San Francesco, una delle chiese colpite dall’alluvione dello scorso maggio, che sarà visitabile dal 24 dicembre al 7 gennaio.

Un lavoro lungo e faticoso dopo l’alluvione

presepe san francesco

“L’acqua ha sommerso tutto – ci racconta Roberto – la parte elettronica, gli audio, le componenti meccaniche, sono andate perse. Il lavoro è stato ed è ancora lunghissimo, anche perchè sono stato colpito in prima persona dall’alluvione. Ora però, anche se sembrava impossibile, stiamo per tornare con il presepe. La prima scena è pronta.” Tanti sono stati e sono gli interventi necessari al ripristino e le spese sono alte: “ci ha dato una mano importante Melinda dalla Val di Non che sarà a Faenza l’8 dicembre per consegnarci una donazione importante di circa 14mila euro. Importante è stato anche il crowdfunding che avevo lanciato per il recupero del presepe a cui hanno partecipato tantissime persone.”

Non ci saranno novità, ma il presepe sarà quello di sempre

Un mese e mezzo di lavoro per pulire perchè non era possibile usare l’idropulitrice nei magazzini, tre mesi per rimettere a posto il laboratorio. “Non sarà possibile inserire novità in questo presepe, ma sarà tutto come l’anno scorso. Se dovesse vederlo qualcuno che non sa nulla di quanto accaduto lo troverà bello come sempre“. Sarà visitabile dal 24 dicembre al 7 gennaio e nelle due domeniche successive, a San Francesco.

Importante scaldare i cuori in un anno come questo, necessario evitare lo spreco

In un anno difficile di ripartenza fatto ancora di tante incertezze e attese, tornano a illuminarsi anche le vie del centro e la piazza. “Penso che risvegliare un po’ lo spirito natalizio in città sia importante – dice Roberto – perchè arricchisce l’anima e scalda i cuori. Importantissimo è però investire in questo senso ed evitare ogni tipo di sperpero e di spreco. Quel che mi preme personalmente e preme alla nostra associazione Everdream è scaldare i cuori. Solo questo. Infatti anche il tema scelto per l’albero in piazza è proprio la rinascita dall’alluvione. Chi si avvicina potrà leggere una lettera proprio legata a questo.” Un Natale quindi che torni a illuminare Faenza non con l’intento di far dimenticare quanto accaduto, cosa che sarebbe peraltro impossibile, ma per dare una carezza all’animo, nel rispetto di una fatica collettiva che ancora necessita lavoro e impegno.

Letizia Di Deco