È arrivata in redazione la notizia che ci aspettavamo, purtroppo, ma che non avremmo voluto dare. Questa mattina è morta la nostra collega Annarita Bassi, 55 anni, della redazione di Faenza.

In attesa di conoscere il momento dei funerali, tutta la grande famiglia del Corriere Cesenate, nelle sue tre edizioni di Cesena, Ravenna e Faenza, si stringe attorno ai familiari, al marito Daniele e ai tre figli, in questo momento di dolore per la ferita del distacco umano.

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Il cordoglio del vescovo monsignor Mario Toso

Appresa la notizia della morte della cara Annarita, unitamente al vicario, al presbiterio, al personale e ai collaboratori della curia diocesana di Faenza-Modigliana, partecipo al cordoglio assicurando preghiera e cristiana vicinanza a Daniele e alla famiglia.

Il ricordo del direttore del Corriere Cesenate, Francesco Zanotti

Siamo andati a trovare Annarita, il 22 novembre scorso, all’hospice di Lugo, dove era stata ricoverata per riprendere un po’ di forze. Rita era sempre lei, nonostante la malattia e i tubicini che aveva attaccati e si portava dietro per i corridoi ovattati dell’hospice. Carica e sorridente, come la ricordo io e come la ricorda la foto in pagina. Rita è venuta a lavorare fino a lunedì scorso, in redazione, a Faenza. Quando è stata costretta a casa, si è sempre collegata con noi. Il giornale, Il Piccolo di Faenza, era parte della sua vita. La sua presenza appassionata ci mancherà. Era un caratterino Rita, non possiamo nascondercelo, ma anche perché metteva in quello che faceva tutta se stessa, senza risparmiarsi, come ha fatto fino all’ultimo minuto. Sempre disponibile, sempre a servizio. In quel servizio umile che a volte è chiesto in redazione, dove si devono correggere le bozze, si deve impaginare il lavoro di altri, si deve mettere mano agli aspetti amministrativi, perché nei nostri giorni giornali ognuno di noi fa un po’ di tutto. E in questo Rita è per noi un esempio luminoso. Sono stupende alcune foto che mi ha mandato e abbiamo pubblicato. Aveva un occhio particolare nel saper cogliere il bello e lo straordinario nelle cose semplici di ogni giorno. Spulciando le bozze sapeva trovare refusi impossibili, come quell’accortezza che racconta di un’attenzione al lavoro che vuole arrivare a sfornare un giornale non solo fatto bene, ma, se possibile, benissimo, come ci ripetevamo spesso nei nostri incontri. Adesso ci rimane la sua testimonianza, quella di una leonessa che ha lottato fino all’ultimo e che non ha avuto alcun timore nell’affrontare la morte che le veniva incontro, certa che si sarebbe presentata a nostro Signore con la lucerna accesa, quella di chi ha investito i talenti ricevuti e li ha resi moltiplicati.