Il 24 settembre scorso, nella cornice di piazza del Nettuno a Bologna, una ventina di bambini e ragazzi dell’Emilia-Romagna hanno partecipato ad una tra le tantissime attività proposte dal Festival Francescano 2023. Giovani, generazione, ambiente… e tanta voglia di giocare in famiglia, era il titolo dello stand curato da Earthday Italia insieme al Movimento dei Focolari.

Sogno, regola e vita

Con il suono delle percussioni, tutti si sono addentrati tra i fondali marini alla scoperta di alcune curiosità. Purtroppo però hanno incontrato anche tanta plastica, che oggi non è più una rarità nei nostri oceani. Riprendendo il titolo del festival Sogno, regola e vita, sono state coinvolte le famiglie, a cui è stato chiesto di sognare e colorare la città come la vorrebbero. Agli adulti sono stati consegnati dei disegni della città di Bologna, da colorare con pastelli e pennarelli dando sfogo alla loro creatività. Successivamente è stato chiesto ai bambini di fare lo stesso, ma dal tavolo sono stati sottratti tutti i pennarelli già usati dai genitori. Che brutta sorpresa però dover colorare la città dei miei sogni usando solo il nero, il blu e verde scuro, il marrone… insomma, tutti i colori scartati dagli adulti. Purtroppo nella vita del nostro pianeta è successo proprio così: la generazione adulta ha usurpato quella futura dei colori, profumi e suoni della natura. Che fare? Subito siamo stati invitati a chiedere scusa ai più piccoli, poi abbiamo ricominciato a colorare insieme, in un abbraccio intergenerazionale capace di prendersi cura gli uni degli altri. Infine, un regalo per tutti: la lettura animata del libro Ma perché proprio io?, un albo illustrato tratto dalla collana “I nuovi colori del mondo”, edita da Città Nuova. È stata la giusta conclusione per continuare a riflettere sul contributo che ciascuno di noi può dare a questo mondo, che è da salvare e preservare. Le piazze di Bologna erano gremite di persone, bambini, giovani e adulti. Sognatori sì, ma non utopisti! E l’essere tanti ne è stata la prima grande conferma.

Maria Chiara Campodoni