Giustizia e pace nella cura del creato.t Un cammino che ci porti a tessere, così, una giusta relazione con Dio, con l’umanità e con il mondo che ci circonda, sempre più colpito da varie crisi interconnese. Sono questi alcuni degli spunti emersi dall’intervento di monsignor Mario Toso, in occasione della preghiera ecumenica per la 18esima Giornata del Creato che ha avuto luogo venerdì scorso alla parrocchia di Errano. La celebrazione è stata promossa dalla Diocesi di Faenza-Modigliana e l’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia, presente anche l’arcivescovo monsignor Lorenzo Ghizzoni. La Giornata del creato si è svolta in collaborazione con: CreAttivo nuovi stili per il Creato, Coldiretti Ravenna, Carabinieri – Comando Gruppo Nucleo Forestale Ravenna, Confcooperative Romagna, MCL Ravenna e Acli Ravenna e con la partecipazione delle Chiese Ortodosse.

“Dobbiamo cadenzare i ritmi della nostra vita con quelli della Creazione – ha esortato monsignor Toso nel suo intervento – e i battiti del cuore dell’uomo devono andare allo stesso ritmo di quelli del creato. Oggi invece c’è disarmonia tra questi ritmi: i segni sono evidenti. Dal consumismo rapace allo stravolgimento del ciclo dell’acqua sul pianeta, dalle industrie predatorie ai cambiamenti climatici”. Di fronte a questa situazione, il vescovo Mario presenta le tre trasformazioni necessarie per un reale cambiamento, indicate dal messaggio di papa Francesco. “Sono necessarie tre trasformazioni: quella dei nostri cuori, quella dei nostri stili di via e quella delle politiche pubbliche. La prima parte da un presupposto: il creato non è un dono solo per me, ma è un dono fatto a tutta l’umanità, e che siamo chiamati a custodire”.

Un altro ostacolo all’armonia uomo e creato e l’indifferenza dell’uomo verso Dio, sempre più dilagante, e che riguarda i nostri stili di vita. “E dobbiamo stimolare la politica a una vera trasformazione ecologica – sottolinea il vescovo – i cattolici devono essere massa critica nei confronti dei propri rappresentanti: solo così ci può essere reale cambiamento”.

Infine la riflessione si sposta sulle tragiche alluvioni che hanno colpito la Romagna. “Basteranno – si chiede il vescovo Mario – a farci cambiare e a dare il via a un nuovo inizio? Per farlo occorre non solo paura, ma anche una vera educazione ecologica delle coscienze, che innervi le comunità e le associazioni”.

“La terra è di Dio – ha aggiunto monsignor Ghizzoni -, tutto quello che è attorno a noi è di Dio. Non dobbiamo dimenticarlo. E dobbiamo essere buoni amministratori per gestire il bene che ci è stato affidato e che abbiamo temporaneamente tra le mani. E’ a Dio che dobbiamo rendere conto delle nostre azioni sul creato, e anche alle generazioni future”.