Sono trascorsi tre mesi da quel terribile 17 maggio, quando il fiume Santerno, il “nostro” fiume, è esondato, rompendo l’argine verso la ferrovia inondando con una forza sovrumana il nostro piccolo paese. Quasi per un segno del destino, l’orologio della Torre civica ha fermato le sue frecce sulle 3 e 45 come era accaduto soltanto durante il bombardamento che vide anche allora il paese distrutto. Ore di sbigottimento, due vittime, molti santagatesi costretti ad abbandonare le abitazioni, automobili trascinate via dalla corrente. Poi il desiderio di rinascere: chi ha potuto si è messo subito all’opera con l’aiuto di centinaia di volontari. Il sindaco e la giunta con la Protezione civile e ai Vigili del fuoco hanno coordinato i primi soccorsi.

Il volto di Sant’Agata dopo l’alluvione

La gente era distrutta, ma anche piena di rabbia. Il tempo è trascorso con qualche miglioramento e tanti problemi da risolvere. Lo stanno a dimostrare i cumuli di fango e macerie ancora presenti lungo le strade. Intanto chiesa e ambienti parrocchiali si sono rimessi in funzione, segno di speranza anche un matrimonio. Poi hanno riaperto il bar Centrale e due saloni di parrucchiere. L’ufficio postale mobile è stato collocato davanti al Municipio, la farmacia Rossi nelle ultime settimane porta a richiesta i medicinali fino a Sant’ Agata.
Qui arriva anche, tutte le mattine, un pulmino del panificio di Fruges con pane e dolciumi e il martedì è ripartito il mercato con qualche bancarella. La spesa si deve fare al supermercato oltre fiume, ma fino al 12 agosto il ponte e la via San Vitale erano chiusi per permettere il rifacimento dell’argine e occorreva circumnavigare il fiume e passare dal ponte di Ca’ di Lugo: anche qui molte lamentele. Un altro segno di ripartenza viene dall’asilo Azzaroli che vuole ristrutturare l’edificio per il mese di settembre per accogliere nel teatrino i piccoli dell’asilo nido da ricostruire. Ora, le lamentele si focalizzano soprattutto sulla Cassa di Risparmio che ha appena iniziato i lavori e sul cimitero che per un’ordinanza dell’Ausl è ancora chiuso. Insomma, Sant’ Agata non è più il paese fantasma del primo mese, molte famiglie sono rientrate a casa, ma altre ne aspettano ancora la ristrutturazione. Tuttavia, il lamento generale è che i finanziamenti promessi tardano ad arrivare e da soli non possiamo farcela. Però, c’è fra la gente, un desiderio di evasione, di dimenticare per qualche ora le preoccupazioni, proprio come nei tempi immediatamente successivi alla Seconda guerra mondiale, per poi rimettersi al lavoro. Perché, anche questa è stata una guerra. Così è stato in due serate estive, con centinaia di persone in piazza per una cena con musica e balli a cura del Centro Sociale Ca di Cuntadèn con il contributo di famiglie santagatesi per raccogliere fondi per l’asilo Azzaroli i cui danni superano i 300 mila euro e per la sala parrocchiale della Comunità. La ricostruzione dell’asilo nido comunale “Il Girasole” invece sarà completamente finanziata da “Lo Specchio dei tempi” del giornale La Stampa. Intanto, l’orologio della piazza, impassibile, segna ancora le 3,45, a ricordare a ognuno di noi che occorreranno tempo, fatica e tanta pazienza perché tutto ritorni come prima.

Armanda Capucci