Carissimi don Massimo e don Andrea, state entrando in una parrocchia speciale, che ha una sua precisa identità che scoprirete gradualmente. Alla popolazione del Borgo il vostro predecessore si è profondamente affezionato, tanto da diventare uno di loro. Costituito da persone cordiali, con una sensibilità straordinaria, se ti rendi disponibile a incontrare i suoi abitanti ti senti facilmente uno di loro». Con queste parole il vescovo, monsignor Mario Toso, ha introdotto sabato scorso la sua omelia per l’ingresso nella parrocchia di Sant’Antonino di don Massimo Geminiani e don Andrea Rigoni.

L’omelia di monsignor Mario Toso

«Il Borgo Durbecco, purtroppo, è un quartiere che sta soffrendo molto a causa di un doppio tragico evento alluvionale, che ha drammaticamente colpito famiglie, esercizi commerciali, persone, servizi sociali, istituzioni – ha proseguito il vescovo -. Dopo la prima alluvione ho voluto recarmi a vedere i danni provocati. Una stretta al cuore mi ha colpito quando non mi consentivano di avvicinarmi per rendermi conto del disastro provocato agli anziani, ad abitazioni, automobili e strade. Per fortuna ho trovato un amico delle forze dell’ordine che mi ha consentito di avvicinarmi di più. Da solo ho poi raggiunto il Circolo I Fiori, visitando pochi giorni dopo i vari centri di accoglienza degli sfollati (presso il PalaCattani, il PalaBubani, la Fiera) ho incontrato, commuovendomi sino ad avere un groppo in gola, diversi abitanti del Borgo, specie nonni con il loro cagnolino, il gatto, i cardellini, creature e compagni di sventura».

La sfida dell’alluvione

«I giorni trascorrono – ha continuato il vescovo – ed è il tempo di un nuovo inizio. Cari don Massimo e don Andrea, come vi sarà stato detto, si è costituito il Comitato Borgo nato per interfacciarsi con l’amministrazione e aiutare le persone colpite, facendo rete. Non mancheranno le occasioni per essere presenti come comunità parrocchiale e insieme di associazioni, aggregazioni, movimenti. Tutti sono chiamati a dare il proprio significativo contributo. In particolare, al fine di compattare le forze, alimentando la consapevolezza che le due alluvioni che hanno martoriato popolazioni e territori della Romagna non sono un problema che concerne solo gli alluvionati. È una questione che trascende le responsabilità locali. Per cui occorre muoversi su più piani e in più direzioni, nella sinergia delle persone, dei gruppi, delle istituzioni e delle competenze. Attende un percorso non breve».

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Un esserci per un nuovo inizio

Monsignor Toso ha sottolineato come: «la comunità parrocchiale di san Antonino c’è con la sua identità cristiana e sarà un punto di forza unico proprio facendo leva sulla sua specificità. C’è per un nuovo inizio come comunione missionaria, avente il suo fulcro nel Verbo incarnato, presente in mezzo ai suoi. Di fronte alle alluvioni devastanti, ai fallimenti e alle delusioni più cocenti che incrinano la fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità, la comunità cristiana offre sempre la possibilità di dar luogo a nuovi inizi, di ricominciare assieme a Gesù Cristo, l’Uomo Nuovo perché Figlio di Dio che scende in noi, nelle nostre tragedie, può darci la possibilità del riscatto. Se la condizione umana può essere definita, come suggerisce la filosofa Hanna Arendt, un esserci per un nuovo inizio, perché in ogni persona c’è un potenziale d’essere e di azione, un tale esserci è accresciuto in noi non solo perché Dio si rende vicino, ma perché diventa uno di noi, viene ad abitare in noi e ci abilita ad amare come Lui. È Lui che ci dà la forza di rinascere insieme».

«Tutti siamo chiamati da Dio»

«Con la decisione di rimettersi in cammino – ribadisce il vescovo – siamo chiamati a esserci per un nuovo inizio, ovvero a esserci per costruire un Borgo nuovo e, con esso, una nuova società, una nuova città, imperniate sulla fraternità e sull’impegno della costruzione della pace. A fronte di grandi sfide c’è bisogno di tanti operai. Non ci deve sfuggire che Dio vuole chiamare proprio tutti a lavorare per la vigna, il suo Regno. Dio vuole tutti missionari, compresi i giovani. La nostra pastorale, pertanto, non può mancare di una dimensione vocazionale. Il messaggio della parabola è questo: nel Regno di Dio non ci sono disoccupati, tutti sono chiamati a fare la loro parte». «Infine – ha concluso il vescovo – ricordate che siete parte dell’Unità Pastorale “Borgo”. È più che mai necessario, perché rispondente alla nostra vocazione cristiana ed ecclesiale, collaborare tra comunità parrocchiali. Con la parrocchia di S. Maria Maddalena dovrete vivere un vero e proprio cammino di comunione pastorale. Se il “Borgo” desidera un futuro cristiano cattolico, questa è la via ed è pertanto un mandato esplicito che il vescovo dà a voi, cari parroci don Massimo moderatore di S. Antonino, don Andrea prossimo moderatore di S. Lucia e don Francesco Parroco di S. Maria Maddalena nonché alle vostre comunità parrocchiali». «Costruite insieme cammini di annuncio, di celebrazione, di carità, formando i battezzati alla corresponsabilità, avendo un’attenzione particolare alla pastorale vocazionale. Non dimenticatevi della scuola cattolica come strumento fondamentale di formazione dei piccoli e dei grandi».

Nomine a Santa Lucia e San Pier Laguna

L’11 settembre scorso il vescovo monsignor Mario Toso, ha nominato don Andrea Rigoni, parroco in solido moderatore di Santa Lucia delle Spianate. Nello stesso giorno monsignor Toso ha nominato don Massimo Geminiani parroco in solido non moderatore di Santa Lucia. Inoltre il 20 settembre il vescovo ha nominato don Andrea Rigoni e don Massimo Geminiani amministratori parrocchiali in solido di San Biagio in Cosina e dei Santi Apollinare Mamante in Oriolo. Infine lo stesso giorno il vescovo ha nominato il don Marco Donati amministratore parrocchiale di San Pier Laguna.