Don Mauro Servidei è sacerdote della diocesi di Ascoli Piceno. Nato a Ravenna il 16 ottobre 1964, ha vissuto la sua infanzia a Godo di Russi. Oggi è parroco di S. Felicita e S. Giuseppe in Colli del Tronto; membro del Collegio dei Consultori e del Consiglio presbiterale. La sua storia è legata al movimento Operazione Mato Grosso nato per iniziativa del salesiano padre Ugo De Censi, ma anche al vescovo della città marchigiana, monsignor Silvano Montevecchi, di origini faentine, che lo ha ordinato sacerdote il 22 maggio 2004.

Intervista a don Mauro Servadei

Don Mauro, cosa ci fa un sacerdote romagnolo in terra marchigiana?
Don Silvano chiese al padre Ugo di poter avere una presenza in diocesi, ad Ascoli, di qualcuno dell’Operazione Mato Grosso e, di rimando, il padre gli propose di accogliere alcuni seminaristi che poi sarebbero diventati preti per la diocesi di Ascoli, ma con il carisma dell’Omg.
Don Silvano aveva stima di questa realtà missionaria molto radicata a Faenza ed era legato a padre Daniele Badiali e a padre Giorgio Nonni. Per questo aveva piacere di questa presenza anche ad Ascoli.

Quindi non sei andato solo tu?
No, padre Ugo propose a me, a don Paolo Sanfilippo e a don Devis Bertuzzi, di venire qua ed essere incardinati ad Ascoli.

Chi era don Silvano per te?
I ricordi che ho di lui sono molto belli. Un vescovo paterno, che cercava tempre di guardare il bene, anche nelle situazioni più complicate e difficili. Un vescovo che accettò di mandarmi in missione, quando glielo chiesi, anche se in diocesi il bisogno di sacerdoti era in costante aumento. Ma sapeva che ci tenevo, e che per noi avere un prete in missione è una cosa importante, anche per mantenere le radici oltre che creare un ponte tra la diocesi di Ascoli, e la missione del lavoro con i ragazzi. Da buon romagnolo a volte rischiava anche di essere fin troppo diretto nel dire le cose. Ma questo, assieme alla sua affabilità e alla sua cultura, ad Ascoli lo hanno fatto apprezzare molto. Nel 2003, quando sono diventato diacono, durante l’estate l’ho accompagnato in Perù perché ci tenevo di andare a pregare sul luogo dove padre Daniele era stato ucciso. Dopo si recò anche a Llamellin, da padre Giorgio Nonni, che lo accolse con molto affetto e gli chiese di inaugurare e benedire una nuova casa per bambini orfani. Per me fu molto bello poterlo accompagnare, e fu un’occasione per conoscerci meglio. Ringrazio il Signore per averlo avuto come vescovo, e per il bell’esempio che mi ha lasciato come prete e come padre.

Pellegrinaggio ad Ascoli

Il 23 e 24 settembre prossimi la parrocchia di Russi organizza una gita-pellegrinaggio ad Ascoli Piceno, nella cui cattedrale riposano le spoglie di monsignor Silvano Montevecchi, vescovo della città marchigiana dal 4 ottobre 1997, giorno del suo ingresso (era stato eletto il precedente 30 agosto), al 27 settembre 2013, giorno della sua scomparsa. Don Silvano, come noto, era stato coadiutore parrocchiale, quindi parroco di Russi, dal 1971 all’83, per diventare vicario diocesano, poi amministratore diocesano dal 19 maggio 1996 al 29 giugno 1997. La comunità di Russi, religiosa e civile, che gli aveva conferito la cittadinanza onorario il 4 ottobre 2015 e dove è tuttora viva la memoria del bene che ha compiuto, lo ricorderà, come accennato, in una gita-pellegrinaggio che avrà il suo culmine domenica 24 settembre, con la celebrazione di una Messa solenne in duomo alle 18. Lo Zaino (giornalino parrocchiale) dedicherà una pagina all’evento nel prossimo numero di dicembre.

Giulio Donati