È appena terminato giugno, un mese a Faenza tradizionalmente legato alle manifestazioni del Palio del Niballo. Quest’anno è stato un giugno diverso, con l’odore dei tigli che si è mescolato a quello del fango, che ha invaso la città dopo la devastante alluvione. Un giugno senza squilli di chiarine, rulli di tamburi e scalpitar di destrieri ma con i cinque rioni in prima linea per dare sostegno alla popolazione colpita dall’alluvione. Cene ed eventi per raccogliere fondi, cucine e sedi rionali aperte per accogliere gli sfollati, distribuzioni di viveri e vestiario, volontari pronti a spalare fango: sono state tante le iniziative con cui i rioni si sono messi al servizio della città dimostrando di non essere solo Palio. A luglio però è tempo di tornare a disputar la giostra: il Palio del Niballo si correrà sabato 22 luglio, alle 21. La decisione è stata presa all’unanimità dal Comitato Palio. Per capire come i rioni si stiano avvicinando a questa edizione del Niballo, che sarà dedicata all’alluvione e improntata alla sobrietà e solidarietà, abbiamo intervistato Edoardo Caselli, presidente del Comitato Giovani Rionali.

Intervista a Edoardo Caselli, presidente Comitato Giovani Rionali: “Annullarlo avrebbe allontanato molti ragazzi e ragazze dal Niballo”

Edoardo, innanzitutto da chi è composto e che attività svolge il Comitato che presiedi?

Si tratta di un comitato informale, che si è costituito un anno e mezzo fa ed è composto da tre membri per ciascun rione. Il primo obiettivo del Comitato è progettare un nuovo evento, da proporre al Comune, che possa andare ad arricchire il calendario delle manifestazioni. L’evento al momento è in fase di studio e ovviamente a maggio e giugno ci siamo concentrati su altre priorità. Il nostro ruolo comunque non si esaurisce qui: siamo un organo di supporto ai rioni e al Comune durante tutto l’anno. Ci siamo occupati di svolgere oltre quindici lezioni nelle scuole faentine, dalle elementari alle superiori. Inoltre le scolaresche hanno visitato le varie sedi rionali. A inizio anno poi abbiamo organizzato, nella sede del Gruppo Municipale, una mostra dedicata al mondo del Palio che ha riscosso un grande successo.

Quanto è importante riuscire a correre il Palio, nonostante l’alluvione?

È fondamentale perché chi è appassionato e si avvicina a un rione lo fa per vivere determinati momenti, legati appunto al Palio. Dopo lo stop dovuto al covid dunque disputarlo permette di non spegnere l’entusiasmo dei rionali, specialmente dei più giovani. Senza le manifestazioni del Niballo infatti il rischio concreto è vedere diversi ragazzi che si allontanano dai rioni. Proprio per questo motivo credo che sia prioritario recuperare il Torneo Alfieri Bandieranti e Musici che coinvolge tantissimi giovani, per cui è importante continuare ad allenarsi, con l’obiettivo di gareggiare in piazza. L’auspicio dunque è che le manifestazioni possano essere recuperate nel mese di settembre.

Cosa pensi possa significare quest’anno il Palio per la città?

Sarà un Niballo rispettoso del momento drammatico che stanno vivendo tanti faentini. Correndo il Palio vogliamo regalare alla città un momento di normalità e spensieratezza, dare un segnale di ripartenza. Inoltre le manifestazioni hanno un’importante ricaduta economica per tante attività commerciali del centro storico che hanno sofferto molto in quest’ultimo periodo.

Da rionale del Rosso, ancora prima che da presidente del Comitato, come ti avvicini a questo Palio?

Essendo anche parte del consiglio direttivo del Rosso è un periodo impegnativo per me, con tanti progetti da seguire però avere una data certa in cui correre il Niballo aiuta a rendere più leggero l’impegno. Quando c’è un obiettivo da raggiungere la fatica si sente meno.