E’Galet de Paciug non andrà via. Se da un lato si spera di allontanare presto il ricordo di questo brutto periodo per Faenza, dall’altro diventa anche importante iniziare a pensare a simboli che rendano fermi nella memoria questi mesi difficili. In questo senso si può leggere la richiesta della cittadinanza faentina, accolta dall’amministrazione comunale, di rendere permanente l’opera realizzata da Alessandro Turoni all’interno della mostra conclusa lo scorso 27 luglio, La Borda, in occasione della rassegna dell’associazione Fatti d’Arte La Prospettiva estiva per il Fontanone. E’ Galet de Paciug farà parte della collezione del Museo all’Aperto, come ha affermato il direttore Lucio Angelini.

La raccolta firme: 603 in quattro giorni

Una vera e propria richiesta che nasce dal basso e che ha portato a una raccolta firme che in quattro giorni conta già 603 firmatari. Una richiesta che ha comportato il coinvolgimento dell’amministrazione comunale per quanto riguarda la possibile installazione permanente. “In questo momento siamo ancora sommersi da questioni urgenti, dalla messa in sicurezza degli argini ai i ristori ai i lavori sulla rete fognaria, è vero che ci sarà un momento in cui sarà necessario pensare a simboli che rendano fisso nella memoria di tutti quanto successo” ha detto il sindaco Massimo Isola, “E’ Galet ha costituito un’accelerazione emotiva in questo senso. Ecco perchè abbiamo accettato e si valuterà quale sarà la collocazione futura dell’opera”.

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Presto al via un crowdfunding per raccogliere fondi per rendere l’opera stabile

Sarà necessario quindi lavorare sull’opera per renderla permanente. “L’opera realizzata da Turoni è stata pensata come opera temporanea”- spiega la presidentessa di Fatti d’Arte Veronica Bassani, – per questo sarà necessario che i materiali con cui è stata costruita, materiali di scarto di case alluvionate, vengano opportunamente trattati”. Lavori questi che avranno un costo stimato tra i 10mila e i 15mila euro, motivo per cui sarà creato un crowdfunding a cui potrà contribuire la cittadinanza e tutti coloro che anche fuori regione vorranno donare.

Tra le possibili collocazioni i luoghi feriti dall’alluvione

Tra le possibili collocazioni definitive dell’opera, che verranno valutate nel prossimo mese, al primo posto si considereranno i luoghi cittadini particolarmente feriti dall’alluvione. Escluse le rotonde che comportano una valutazione più importante anche per quanto riguarda la sicurezza viaria. “La collocazione attuale è stata comunque oggetto di valutazioni tecniche che ne hanno garantito sicurezza – dice il curatore della mostra Filippo Maestroni, – per questo il vento forte che recentemente ha creato danni in città ha fatto collassare il galletto su se stesso senza creare rischi per la viabilità”.

E’ Galet de Paciug farà parte delle opere del Museo all’Aperto

Sarà quindi annoverata tra le opere che costituiscono la collezione del Museo all’Aperto di Faenza. Si tratta di opere – al momento già 92 – visibili da luoghi pubblici della città che costituiscono il panorama urbano faentino. “Saranno fatte tutte le valutazioni tecniche per poter rendere l’installazione permanente, – ha detto il direttore del Museo all’Aperto Lucio Angelini, – senza far perdere all’opera quel senso di precarietà che la contraddistingue e che ne racchiude il significato”. La definizione della sua nuova collocazione avverrà nel prossimo mese: “Speriamo entro l’autunno – dice Veronica Bassani – “nel frattempo è stata chiesta una proroga e per tutto il mese di agosto l’opera sarà ancora qui nella rotonda del Fontanone”.

di Letizia Di Deco