Camminando in mezzo alla devastazione di via Lapi a Faenza a un certo punto, all’incrocio con via Pani, ci si imbatte in un’immagine diversa da quella delle case abbandonate e dal parco coperto di fango. Appare una scena che ridà speranza ai faentini. Una lunga distesa di badili e carriole, un camion con uno stendardo in bella vista, un gazebo dal quale proviene l’odore di pasta al sugo appena cotta. E poi si sente qualcuno che da là chiama con un accento lombardo: «Paride!». C’è da partire con una squadra per svuotare l’ennesima cantina. Oppure c’è da servire un pasto caldo alle famiglie alluvionate. O ancora, ci si ritrova per ridere e scherzare con persone provenienti da tutta Italia mentre per un attimo si tolgono gli stivali incrostati di fango. Da più di un mese sono queste le immagini che ridanno speranza a una delle vie più colpite dal disastro dell’alluvione. Lui è Paride Maccarinelli, 59 anni appena festeggiati mercoledì scorso, e da 27 è vigile del fuoco volontario. È arrivato da Lumezzane il giorno dopo l’alluvione e da qui, con il suo camion, non è più partito. Appena ricevuta la richiesta di dare una mano a Faenza, gli è bastata un’ora per organizzare il viaggio assieme ai primi venti volontari dell’associazione “Amici di Paride onlus” di cui è presidente e che conta un migliaio di soci in tutta Italia.

Un gazebo in via Lapi che è intreccio di lavoro, storie e relazioni

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Quando la gente ci chiama noi rispondiamo è il motto dell’associazione che si mobilita per aiutare nei contesti di catastrofi naturali. Nel 2016 ha dato un importante aiuto alle popolazioni colpite dal terremoto in Centro Italia. Nel 2022, invece, ha portato beni di prima necessità e medicinali in Ucraina. In tutto sono finora circa 200 i volontari che, nei giorni successivi, hanno seguito Paride a Faenza per questa nuova avventura. Non volontari della prima ora, ma muratori, elettricisti, idraulici, persino medici. Competenze fondamentali da mettere in campo a fianco di chi, in una notte, ha perso quasi tutto. «Già nel primo giorno, dalle 6 di mattina, abbiamo fatto 200 interventi – spiega Paride -, ma di lavoro da fare ce n’è ancora tanto». E mentre pian piano i riflettori mediatici si stanno spegnendo, quel gazebo, intreccio di storie e speranza, rimane lì. «Noi non lasciamo le cose a metà, quando ci prendiamo un impegno lo portiamo a termine – precisa Paride – ce ne andremo solo quando l’emergenza sarà finita. Perché in questo momento – e lo vuole sottolineare bene – l’emergenza non è finita». Nel dirlo, lascia per un attimo da parte la pentola piena di pasta e prende in mano il fascicolo con tutte le richieste ancora in attesa. Sono passati quasi due mesi dall’alluvione, ma tante cantine restano ancora da svuotare. Ci sono fogli su fogli con nomi, indirizzi, bisogni essenziali. «Me ne andrò solo quando non resterà più nessun foglio nel fascicolo» dice. Fabio Sangiorgi di via Lapi ha fornito loro un appartamento e un garage come appoggio logistico, alcune brandine stanno sotto al gazebo per dormire. Lì è arrivato nei giorni scorsi anche un pianoforte, che con la sua musica ridà speranza a tutta la via.

L’associazione Amici di Paride ha portato a Faenza circa 200 volontari

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In queste settimane Paride ha preso a cuore Faenza e i faentini, «l’esperienza più forte della mia vita», la definisce. Tutte le volte che gira col camion per un intervento c’è sempre qualcuno pronto a salutarlo. E il suo modo di fare genuino e scanzonato ha portato quella voglia di sorridere che è essenziale per non fare sentire nessuno solo, anche chi ha perso tutto. E oltre a badili e carriole arrivate da tutta Italia, quel gazebo ospita relazioni, mette accanto le persone. «Al di là dei lavori di questi giorni, mi preoccupa quello che succederà dopo – spiega – per questo è importante restare qui. Finita la fase del ‘fare’, la gente può cadere in depressione, dopo aver perso i ricordi di una vita. Una signora, dal mucchio di roba mezza distrutta che abbiamo tirato fuori dalla sua cantina, ha voluto che tirassimo fuori e dei piatti ormai da buttare. Ma erano il ricordo del suo matrimonio. Per lei erano importanti e glieli abbiamo riconsegnati. Così come è importante salvare i giocattoli dei bambini, anche se sembrano non avere più importanza. Anche con questo nostro aiuto possiamo trasmettere speranza e sorrisi».

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Progetti in campo ce ne sono tanti. «Ci sposteremo nell’area del tiro a segno in via San Martino per dare una mano – dice – e poi vogliamo aiutare nel ricostruire gli argini, tanti faentini ce lo chiedono, perché la sicurezza è fondamentale». Per ringraziarlo, i faentini hanno organizzato per Paride una grande festa di compleanno, mercoledì scorso. Ospiti il Trio italiano, come per le grandi occasioni d’estate a Faenza.

Per chiunque volesse, si può supportare l’associazione con il 5xmille, dati sulle loro pagine web.

Samuele Marchi