Il presidente generale del Cai Antonio Montani, accompagnato dal presidente Cai Emilia-Romagna Massimo Bizzarri, si è recato lo scorso 2 giugno in Romagna, per portare la vicinanza dell’intero corpo sociale alle Sezioni e colpite dalle alluvioni e per fare il punto sui danni che acqua, fango e frane hanno arrecato alla rete sentieristica. Hanno fatto tappa a Sant’Agata sul Santerno, Lugo, Faenza e Cesena, scambiando idee e informazioni con i rispettivi soci e presidenti sezionali, ai quali si sono aggiunti i presidenti delle Sezioni di Imola, Ravenna, Forlì, Modena e Rimini. La sede centrale del Cai stanzierà un importante contributo a favore del Gruppo regionale, che dovrà essere utilizzato per una rapida e precisa rilevazione dello stato attuale della sentieristica e degli interventi di ripristino necessari. «I fondi saranno distribuiti in base ai vari progetti e necessità che le Sezioni coinvolte metteranno in essere», afferma Bizzarri. Di seguito le coordinate del conto corrente attivato dal Cai Emilia-Romagna. Club alpino italiano gruppo regionale Emilia-Romagna, Iban: IT02Y 02008 12834 000106782425.

Emma Ponzi: «Sentieri da rifare»

[UTOPIA-SX]«I sentieri di Lugo, Faenza, Cesena e dintorni sono tutti nella stessa situazione: allagati e sommersi dal fango quindi impraticabili per verificare i danni. In alto, a Palazzuolo sul Senio e altre zone, non ci sono problemi. Modigliana, Brisighella, Casola Valsenio, Imola e i territori nella fascia intermedia hanno subito molte frane. Modigliana risulta la zona più colpita. Peccato perché erano stati tracciati da poco più di un anno i sentieri. Bisognerà rifare tutto. Il presidente generale Montani ha illustrato iniziative nazionali e regionali per la ricognizione dei sentieri. Sarà fatta da professionisti e da volontari a fianco, che andranno a coadiuvarsi con le Amministrazioni comunali».

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Luca Nati e i Sentieri Agrourbani

Luca Nati, con Mirko Alpi e Mirko Masotti, anche loro camminatori Cai, in poco più di un anno avevano segnato 180 km di sentieri nei dintorni di Modigliana. «I nostri Sentieri agrourbani sono stati i più distrutti dalle alluvioni e dovremo cambiare le carte digitali e cartacee, con nuove tracce dei sentieri e modificando la segnaletica. Tutti i 14 sentieri potevano essere percorsi a piedi, in bicicletta o a cavallo e dall’inaugurazione nel luglio 2021 erano diventati una importante risorsa turistica del nostro territorio» – ha raccontato Nati che è ottimista sul ripristino. «I presidenti Ponzi, Bizzarri e Montani ci hanno assicurato il massimo appoggio, sia in termini economici che lavorativi». Sentieri Agrourbani contava di nove tracciati ad anello, che partivano dal centro del paese per le tre valli degli omonimi torrenti: Tramazzo, Ibola e Acerreta. «Prima di questi interventi iniziati nel 2019 esisteva un unico sentiero, il 573, che da Modigliana arrivava alla pieve di San Valentino – spiega Nati –. Ma al momento sono quasi tutti impraticabili. Ora non c’è più un sentiero aperto; un anello intero non esiste più».

Ripartire dopo lo sconforto: i sentieri più difficili

Difficile ripartire dopo lo sconforto. «Ricostruiremo i percorsi in certe zone e il primo sarà il sentiero di San Valentino 573. Più difficile il 573 B o sentiero dell’Amicizia, perché la zona dell’Ibola tra Montebello e Cà Cornio è sempre stata franosa e ha danni notevoli. La tenuta di Montebello è un intervento comunale di ruspa e scavatori, come la Via del Sole; la zona Monte del Tesoro, sopra Santa Reparata, ha due versanti della montagna a bosco quasi irrecuperabili. I restanti sentieri sono strade provinciali e comunali e non dipende dal Cai riaprirli». Conclude Nati: «La salvezza dei sentieri sono stati i crinali, le strade a mezza montagna hanno sofferto tanto, i sentieri di bosco invece sono stati canali di scolo e la montagna non ne ha risentito troppo. Tra poco andrò in pensione e mi dedicherò completamente al territorio di Modigliana». La sede locale del Cai, ex pesa pubblica, fino a metà settembre sarà aperta il mercoledì sera dalle 20.30 alle 22.

di Roberta Tomba