Ho pensato di scrivere a proposito del canto di inizio della ormai vicina Messa di ordinazione. Mi sembra un buon modo per guardare a quel giorno e coinvolgervi nel vivere quel momento insieme a me e Matteo (Babini, ndr). È un canto a Gesù. Inizia acclamando Gesù come «dono immenso», altare dove Dio incontra l’uomo. Andremo incontro a lui fisicamente, verso il presbiterio. Lui, presente nel segno dell’altare. Dono immenso: mi sembrano parole adatte a descrivere ciò che riceviamo noi battezzati incontrando Gesù e la Chiesa. In questo incontro Lui ci trasforma e da divisi che eravamo, ci rende popolo, popolo che si offre per il mondo.

Dono immenso,
altare dove Dio incontra l’uomo e d’abbondanza i poveri ricolma.
Tu fai di noi il popolo che si offre per il mondo.
Benedetto, Gesù Pastore, gloria a te!

Poi lo chiameremo «candido agnello» che al Padre è piaciuto indicare come «Figlio amato» in mezzo ai peccatori. Ed ecco che ci saremo tutti noi, invitati senza meriti al suo banchetto. A questa tavola per la vita siamo invitati a gioire della sua presenza. Presto io e Matteo presiederemo l’assemblea prestando la nostra voce alla Chiesa. Noi, chiamati a presiedere l’assemblea, peccatori senza merito. Lui, Gesù, ci rende il popolo redento dei salvati.

Candido Agnello,
che il Padre manifesta nel Giordano, i peccatori inviti al tuo banchetto.
Tu fai di noi il popolo redento dei salvati.
Benedetto, Gesù Pastore, gloria a te!

Poi lo acclameremo come «luce del mondo», che vince le nostre paure e ci dona la forza. Ed ecco immagino la cattedrale piena di noi liberati dal ricatto del peccato e della morte sulla vita. Noi affaticati dall’alluvione, noi che ci siamo stretti nelle case, pensierosi per le crepe e i conti che non tornano. Siamo noi, i liberati dalla menzogna di essere soli, dalla menzogna di non valere nulla agli occhi di Dio, liberati dalla menzogna di essere destinatari della sua ira.

Luce del mondo,
che vinci la paura e dai la forza,
dalla menzogna ci strappi, e dalla morte.
Tu fai di noi il popolo che, libero, ti segue.
Benedetto, Gesù Pastore, gloria a te!

Saremo in tanti quella sera a incontrare il dono immenso, il candido agnello. Molti saranno presenti anche solo per vedere come si fa a «fare un prete». Noi insieme a loro saremo i destinatari del dono, coloro ai quali il candido agnello si degna di farsi vicino e di farsi accarezzare. Noi tutti saremo i colpiti da quella luce che non conosce più il tramonto.

È un’immagine piena di tenerezza quella del nostro incontro con Gesù, il pastore buono. È una vicenda piena di amore quella di lui con noi. Egli ci fa «il cuore del mondo». Con grande gratitudine ed emozione mi avvicino al giorno dell’ordinazione presbiterale. Gratitudine per il dono della vita, per il dono della mia famiglia, per il seminario e il dono che sono le amicizie, per le comunità che mi hanno trasmesso la fede, per i preti e le persone che mi hanno accompagnato. Emozione e gratitudine per il dono della chiamata al ministero presbiterale insieme ad altri preti. Nella voce del vescovo sentiremo la voce di Gesù che ci chiama. Io e Matteo, pecore senza merito, saremo chiamati a radunare il gregge attorno al Pastore che si dona al mondo. Sarà il miracolo delle nostre mani vuote.

don Luca Ghirotti