La Caritas Ambrosiana a sostegno dei territori colpiti dall’alluvione in Romagna. Con diversi furgoni, sono arrivati una prima volta mercoledì 10 maggio operatori e volontari da Milano per portare alla Caritas di Faenza-Modigliana diverse strumentazioni utili ad affrontare le emergenze che Faenza, Bagnacavallo e altre realtà stanno vivendo. In tutto sono stati portati 30 deumidificatori, sei idropulitrici e una decina di idropulitrici elettriche, cinque aspira-liquidi e quattro gruppi elettrogeni. Strumentazioni utili per cercare di ripristinare, quanto prima, abitazioni e attività colpite dall’alluvione. In questi giorni gli operatori della Caritas Ambrosiana stanno formando i volontari della Caritas di Faenza per l’utilizzo di queste strumentazioni, così poi da poter essere utili a gestire le situazioni critiche del territorio in collaborazione con Comune ed enti locali. Se qualcuno fosse disponibile a svolgere come volontario queste operazioni, può contattare o mandare un messaggio al Centro di Ascolto diocesano 3283913977. Per chi vuole segnalare situazioni di necessità e bisogno di aiuto per pulire o deumidificare, è attivo il numero 3512565705 dalle ore 10 alle 13. L’aiuto della Caritas non si limita però a mezzi e strumenti. Approfondiamo questo tema con Alberto Minoia della Caritas Ambrosiana.

Intervista ad Alberto Minoia (Caritas Ambrosiana)

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Oltre agli aiuti materiali, in queste emergenze, qual è il valore aggiunto che possono portare operatori e volontari Caritas?

L’ascolto e la prossimità. Sono qualità insite nel nostro stile. Da sempre le Caritas si mettono a fianco di quelle persone più deboli che hanno perso tutto. Come Caritas Ambrosiana siamo qui anche per fornire uno sguardo più obiettivo possibile per risolvere le situazioni pratiche, affiancando la Caritas diocesana che poi si muoverà in autonomia. E facendo questo facciamo capire ai faentini che non sono soli.

Perché lo stare accanto è importante?

Una volta chiusa la prima fase dell’emergenza, dove c’è una grande gara di solidarietà, le famiglie rimangono sole. E i problemi rimangono per mesi, se non anni: c’è chi ha perso tutto. In questo momento economico e psicologico impegnativo, lo stare accanto della Caritas è una risorsa fondamentale. Un’immagine, per esempio, mi ha colpito qui a Faenza: in via Ragazzini e via D’Azeglio magari c’erano tante persone al lavoro a livello istituzionale per ripulire case e strade, ma mancava qualcuno che, facendo questo, parlasse con i residenti, mettendosi accanto a loro. Poi è passato un carretto carico di piadine da offrire alle persone che lavoravano e si è subito fatto gruppo. Quel piccolo gesto è importante, fa sentire comunità. Ci si ferma e si condivide con altri l’esperienza drammatica che ognuno ha vissuto. Vai dentro le storie delle persone. In Borgo ho conosciuto Franco, 83 anni, con sua moglie. Mi ha raccontato della paura che hanno avuto vedendo l’acqua salire dalla loro taverna. Qui aveva tanti mobili costruiti da lui. Era il suo hobby. Me ne ha fatto vedere uno, ormai distrutto. Mi ha raccontato come l’ha realizzato. Non consegni solo un deumidificatore: ma ascolti le storie delle persone. E in questo, i volontari Caritas devono essere formati. Per questo sono importanti alcune accortezze da parte dei volontari, come essere riconoscibili alle persone tramite magliette con il logo Caritas.

Quali altri aspetti possono aiutare i volontari nel loro servizio?

In questa fase, non sottovalutare le esigenze primarie delle persone. Le case magari non hanno corrente e serve un generatore, che va insegnato a essere usato. E in queste situazioni anche avere prolunga non è scontato per chi ha perso tutto. Noi volontari dobbiamo essere pronti a fornirla. Oppure vanno insegnate alcune accortezze: rimettere subito un mobile nuovo in una parete ancora umida non è salutare, ma in quel contesto difficile le persone rischiano di perdere la razionalità e vanno aiutate. Infine, come Caritas dobbiamo fare rete con tutti gli altri enti e istituzioni: ognuno nel suo ruolo farà del suo meglio per affrontare questi momenti difficili.

Samuele Marchi