Quel mercoledì sera dopo l’alluvione gli occhi dei bambini erano stremati, racconta una scout. Prima non mangiavano nemmeno. Ora, dopo qualche giorno, gli stessi bambini si sentono più a casa al Paradiso e i piatti, a fine serata, si riportano vuoti. La parrocchia di San Savino a Faenza si è subito mobilitata per offrire accoglienza e supporto alle persone sfollate. Grazie al supporto logistico del gruppo scout Faenza 4 e a tanti volontari, la parrocchia è in grado di ospitare fino a 50 persone per affrontare l’emergenza. Dopo un picco di circa 40, ora il numero si è attestato attorno alle venti. «Al momento sono ospitate molte famiglie straniere – racconta la parrocchiana Annarita Bentini – quelle più deboli a livello di reti sociali, che non hanno amici o parenti in grado di accoglierle in questo periodo. E si tratta di famiglie con bambini che, per vari motivi, sarebbero in difficoltà all’interno di un palazzetto».
Scout e parrocchiani hanno fatto squadra in rete con le istituzioni, diverse famiglie straniere ospitate
Lei, come altri quaranta volontari, ha dato la propria disponibilità di servizio in cucina: colazione, pranzo e cena, una dietro l’altra senza sosta, cucinati grazie alle tante donazioni di viveri arrivati in questi giorni, come quella dell’Ara crucis. Il servizio è dato anche a una ventina di agenti della Polizia municipale di Cento e Sassuolo operativi in questi giorni a Faenza. «Eravamo un gruppo già molto rodato dalle cene di fraternità per i poveri del venerdì sera – aggiunge Annarita -, ma si sono aggregate anche tante altre persone, alcune esterne alla realtà parrocchiale, che volevano dare una mano».
Una grande onda di solidarietà che fa rete anche con le altre parrocchie. I bambini ospitati al Paradiso partecipano, per esempio, all’oratorio di San Giuseppe, per consentire ai genitori di tornare a ripulire la propria casa durante il giorno. Oppure se i volontari in cucina sono più che a sufficienza, alcuni possono essere dirottati alla mensa della parrocchia di Santa Maria Maddalena, che ha toccato quota 450 pasti servizi. «Qui a San Savino prestiamo molta attenzione al menu, visto che ospitiamo alcune famiglie musulmane – dice Bentini -. Negli ultimi giorni sono arrivate anche diverse famiglie italiane. Se all’inizio, come è normale, c’era un po’ di diffidenza da parte loro, è bello vedere come nel tempo si creano relazioni e cominciano a sentirsi più a casa. Da parte di molte persone c’è voglia di raccontare quello che di drammatico è accaduto. Una famiglia straniera, in Italia da 20 anni, era riuscita finalmente ad acquistare casa: ora ha perso tutto. Quello che possiamo fare, nel nostro piccolo, è stare loro vicini e aiutarli in questo momento difficile, offrendo spazi di serenità». L’obiettivo in questa fase è accompagnare queste famiglie nei prossimi giorni verso una sempre maggior autonomia.
Samuele Marchi