“Posso prendere questa bicicletta?” “Certo!”. La signora che mi ha raccontato queste brevi battute, resasi disponibile come volontaria, è stata invitata a fare un turno presso il cumulo comunale attivato nel parcheggio dell’ex Mercatone di Russi. “Io stessa, – aggiunge – sapendo di dover stare lì per alcune ore, una volta sul posto mi sono guardata intorno e … mi sono trovata un tavolino e una sedia in condizioni passabili”. Insomma, si è arredata l’ufficio grazie al riciclo casuale e si è potuta sedere. Come il ragazzo extracomunitario che, individuata una bicicletta, sommariamente valutata in buono stato, si è dotato di un mezzo di locomozione a costo zero. La signora mi dice anche che altre persone si sono avvicinate a quell’area e qualcuno ha trovato cose utili. Altre biciclette piuttosto che un lampadario, ecc. Non tutti si sono disfatti solo di oggetti sciupati dall’acqua, qualcuno aveva qualche pezzo messo via anni fa e per il quale ancora non aveva trovato una ricollocazione. E che difficilmente troverà un nuovo ruolo nel contesto dell’odierna vita di casa. Così è partito ora, inserito in qualche modo in una massa talmente grande di rifiuti in cui nessuno, o quasi, lo noterà.

L’alluvione che ha messo a dura prova la nostra regione, a partire dall’intera Romagna, fra le problematiche fatte emergere, annovera  anche il tema rifiuti. Lo sforzo di Hera, da qualche giorno, è quello di ritirare tutti i mucchi di rifiuti indifferenziati che ogni alluvionato ha messo fuori di casa. Mobili ed elettorodomestici (frigo e freezer, lavatrici e lavastoviglie) e oggettistica varia (carta e stoffe). In ogni comune è stata anche individuata un’area dove sono stati temporaneamente accumulati questi rifiuti. Quelli che potevano intralciare la circolazione, e quelli che non consentivano l’accesso a locali da liberare dall’acqua. La stima avanzata dai tecnici della multiutility è che nell’area alluvionata siano in ballo circa 100mila tonnellate di rifiuti da raccogliere nel più breve tempo possibile. Per questa ragione sono in campo un migliaio di operatori, con 250 mezzi. Da notare che quella stessa quantità di rifiuti qui ipotizzata per questa emergenza, qua si è abituati a raccoglierla in circa dieci mesi. Di qui la differenza dello sforzo attivato per la raccolta. Ma non dimentichiamo anche il fatto che si presenta, diverso e più complicato, cioè il lavoro di smaltimento di questa massa di rifiuti.

Intanto, piccole cose, ma è bello che qualcuno con poche disponibilità possa avere l’opportunità di trovare cose utili di cui altri si disfano, dalla bicicletta al lampadario, e possa servirsene.

a cura di Giulio Donati

Foto: persone al lavoro nel ripulire le case in via Bubani a Faenza