È venerdì sera. Ordino un aperitivo al bar e dietro il bancone ci sono Andrea (28 anni) e Riccardo (21 anni) che preparano uno spritz. Due giovani baristi, veloci e con la voglia di lavorare. Un dettaglio: sono lì perché all’interno di un progetto realizzato con il gruppo Grd, gruppo Genitori Ragazzi Disabili. Ci piacerebbe che fosse solo un dettaglio, eppure non lo è. Proprio in occasione del 1° maggio, festa dei lavoratori, abbiamo pensato che fosse importante riflettere su chi un lavoro retribuito a volte non può trovarlo. Dietro il bancone c’è anche Yarno Rossi, il titolare del bar, che racconta che questo progetto, Baristi non si nasce, si diventa, è iniziato nel 2017 ed è stato ripreso da lui e dai ragazzi con entusiasmo dopo i due anni di stop forzato a causa della pandemia. «Non so dirti chi impara da chi – dice – è bello vedere come queste ore passate qui siano importanti per i ragazzi. Io sto con loro solo per quelle ore che trascorrono qui, il tempo di un turno, ma penso sia ancor più grande il lavoro che gli educatori fanno con loro ogni giorno per aiutarli ad essere autonomi. Soprattutto dopo i due anni di covid, che su di loro hanno impattato ancor più che sugli altri, questo lavoro con loro è importantissimo».

WhatsApp Image 2023 05 02 at 16.22.32

Il 26 maggio aperitivo a conclusione del progetto

Sono 16 i ragazzi che si alternano al bancone e chi è già venuto l’anno scorso insegna a chi invece è qui per la prima volta. Prima qualche lezione per imparare e poi ci si mette in gioco con turni di due ore. A Faenza venerdì 26 maggio, a conclusione di questo percorso, organizzeranno un aperitivo a partire dalle 18 proprio al bar Il Solito Posto.

WhatsApp Image 2023 05 02 at 16.22.34

Diventare adulti: “Si pensa che a 18 anni, quando il ragazzo diventa maggiorenne, i problemi finiscano. Non è così”

Seduta a un tavolino c’è Roberta, la mamma di Andrea, che aspetta che finisca il suo turno di lavoro, anche se lui non ha fretta di andar via.
«È qualcosa di molto importante questa possibilità per Andrea. È un esercizio di autonomia, un’occasione di crescita. Dopo i due anni di stop a causa della pandemia è stato felicissimo di riprendere». A rendere più importante questa opportunità sono però anche tutte le difficoltà e le fatiche che i genitori di ragazzi con disabilità devono fronteggiare. Qualcosa che chi non si trova a vivere questa quotidianità non conosce. «Spesso si pensa che dopo i 18 anni d’età, quando il ragazzo diventa maggiorenne, i problemi spariscano – aggiunge ancora Roberta – e che non serva più nessun tipo di aiuto, ma non è così. Diventare adulti è ancora più difficile per questi ragazzi. Ad Andrea è stata negata la diagnosi funzionale che permette di avere accesso a un lavoro retribuito – spiega – così può solo accedere al centro occupazionale. Il problema più grande non è la mancanza di retribuzione, ma proprio la mancanza di lavoro». Mi dice questo mentre Andrea è dietro di noi al bancone che si dà da fare, insegnando anche a Riccardo.

Persone con disabilità e lavoro: serve più consapevolezza

WhatsApp Image 2023 05 02 at 16.22.33

Quello dell’occupazione per i ragazzi con disabilità è un tema importante. Nel corso del tempo ci sono stati dei passi in avanti, come mostra la legge 68/1999 che stabilisce la presenza di un fondo regionale per l’occupazione delle persone con disabilità da destinare a programmi regionali di inserimento lavorativo e ai relativi servizi, ma l’attuazione pratica non sempre è semplice e, soprattutto, non per tutti. Mentre parlo con Roberta arriva anche Cinzia, la madre di Riccardo. Anche per lui è importante questa possibilità. «Spesso ci vuole pazienza, spesso ci vuole fortuna a incontrare bravi educatori e insegnanti – dice -. Ma al di là di queste cose penso anche che ci sia bisogno di più consapevolezza e comprensione, meno indifferenza di fronte a questi ragazzi. Occorre dar loro il tempo di imparare a fare le cose e di provare. Di dar loro questa possibilità». Provare, mettersi in gioco, cercare di imparare. Forse sono questi i passi che dovremmo fare tutti per rendere concreto il primo articolo della nostra Costituzione, che ci ricorda che siamo una Repubblica fondata sul lavoro. Di tutti.

Letizia Di Deco