«Lei c’è stata nella zona rossa? Basta andare lì . È indescrivibile: montagne di mobili accatastati, pezzi di vita, che vanno al macero». È più che una fotografia quella che ci lascia Claudio Mercuriali, presidente del Coordinamento dei volontari di Protezione civile della provincia, di stanza a Celle, alle porte di Faenza. È un’istantanea, con sottofondo di sentimenti, paura e voci della gente che ha incontrato in questi giorni nei quali ha coordinato circa 150 volontari al giorno (provenienti da tutta la regione e non solo) e dormito una manciata di ore al giorno. «Dopo aver pompato via acqua dagli scantinati, siamo passati alla pulizia, ad aiutare i residenti a pulire, a mandare via il fango dalle case, a sostenere, a dare una mano».

Il momento più difficile? «Il primo giorno – spiega – quando eravamo impegnati a posizionare sacchi e sacchi di sabbia, ma non riuscivi a fermare la furia dell’acqua. Vedi il disastro e la disperazione della gente. Poi, purtroppo, subentra la rassegnazione». Ma non dura per sempre: «Lo spirito romagnolo è lo spirito romagnolo. Si ricostruisce, anche dal fango». Insieme. Per questo, Mercuriali ci tiene a ringraziare «tutti i volontari della regione e fuori, quelli delle colonne mobili di Lombardia, Veneto, Toscana, Marche e anche San Marino, senza i quali «sarebbe stato davvero un disastro. Nelle emergenze, il volontariato si muove sempre – spiega –. Lo fai perché lo senti dentro. Gratis. L’unica ricompensa è il grazie delle persone».

Valerio Temporin (Agesci Ravenna 2): “Siamo gente preparata, aggiornata e coordinata”

Dopo la “guardia umana”, cioè la messa in sicurezza delle persone, la missione è limitare i danni per imprese e tessuto produttivo, conferma Valerio Temporin, del gruppo scout Ravenna 2, un veterano del volontariato di Protezione civile. In questa emergenza, gli è stato chiesto di coordinare le squadre di volontari di Protezione civile dal Coc di Bologna, aperto mercoledì 2 maggio. «Qui arrivano le disponibilità di tutte le consulte e dei coordinamenti provinciali della regione – spiega al telefono –. Si parla di un numero di volontari che si aggira tra i 100 e i 200 al giorno. Per prima cosa ci siam occupati di supportare i Vigili del Fuoco nella ricerca e nel salvataggio delle persone – prosegue Temporin –. Ora invece siamo impegnati a liberare case e aziende dall’acqua e del fango». A partire appunto dalle attività produttive: «Tutta la zona artigianale di Bagnacavallo è finita sott’acqua. E poi c’è il problema dei campi: se non interveniamo subito, ricoperte d’acqua, le colture marciscono. E addio raccolto».

Poi toccherà alle case. «Come sempre il volontariato si è messo in moto alla grande – richiama Temporin –. È una nostra caratteristica: gente preparata, aggiornata e coordinata. I cani sciolti non ci piacciono. La Protezione civile è così». Tra i volontari impegnati da Ravenna anche l’associazione Rc Mistral con oltre 30 persone: «Tra giovedì e venerdì abbiamo soprattutto fatto monitoraggio dello scolo Fosso Vecchio, tra Ravenna e Bagnacavallo», spiega il segretario Flavia Sansoni. La caratteristica di questa, rispetto ad altre emergenze è la molteplicità dei fronti sui quali volontari e Protezione civile sono stati impegnati: «è stata una delle più importanti degli ultimi anni perché era molto estesa. Tante le zone coinvolte e i fronti sui quali agire».