Oltre ai parroci, anche quelli che sono in cammino per diventare preti si sono messi subito al servizio della comunità faentina colpita dall’alluvione. I propedeuti (giovani che stanno vivendo un periodo intenso discernimento della propria vocazione) del Seminario diocesano infatti si sono subito organizzati in gruppi per andare a dare una mano nelle zone particolarmente colpite di Faenza. Alcuni di essi hanno fatto tappa mercoledì scorso, il giorno dopo l’alluvione, al convento di San Francesco. Qui hanno dato una mano ai frati a togliere l’acqua dalla chiesa e a ripulire il chiostro. Il convento di San Francesco è infatti uno dei luoghi identitari e d’incontro più importanti di tutto il quartiere. Il circolo Anspi, la Caritas parrocchiale, le sedi degli scout, le aule del catechismo: tutto è stato travolto dalla furia dell’acqua. Ma è soprattutto in questi contesti che emergono tanti semi di speranza. Dopo la prima mattinata di lavori, i propedeuti e i seminaristi hanno accolto la comunità di frati in Seminario per pranzare assieme, condividere con spirito d’unione quello che si sta vivendo, per poi ripartire e tornare al lavoro.

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«Per noi formatori della comunità propedeutica questa situazione non è considerata un contrattempo ma un’occasione: una situazione da vivere a pieno – dice il formatore don Mattia Gallegati -. È educativo per i ragazzi rispondere a questa situazione. Per questo ci siamo messi subito a servizio, ad agire proprio con tira acqua e pale. Vogliamo anche che tornino però su questo per leggere la situazione con gli occhi della fede. Abbiamo lasciato loro anche un tempo di silenzio proprio per riflettere su questo, sapendo che non si tratta di una punizione – il Vangelo è chiaro su questo – ma di qualcosa in cui è pienamente presente anche il Signore ed è importante trovarlo, capire cosa ci sta dicendo in questo momento».

Letizia Di Deco