“In emergenza non si può avvisare la popolazione tramite delle dirette facebook. Non abbiamo ricevuto nessun allarme, e ora siamo qui a contare danni enormi”. Sono queste le parole di Wilmer Dalla Vecchia, titolare dell’impresa edile Melandri a Faenza. Il giorno dopo la drammatica esondazione, che ha visto fortunatamente tutte le persone in salvo nel faentino, monta la rabbia tra i residenti e chi aveva attività nella zona del Borgo più colpita dall’alluvione. Pala in mano, ci si rimbocca le maniche tra l’acqua sporca e il fango per cercare di salvare il salvabile.

La mattina del 4 maggio, il giorno dopo l’esondazione, la saracinesca della sua attività non si riesce ancora ad aprire. “Non c’è ancora corrente, per cui non riesco ad alzarla. Abbiamo ancora tanti mezzi e materiali sommersi. Siamo in attesa dei pompieri per aspirare l’acqua, ma ancora non si è visto nulla, e i pozzetti sono ancora da sturare. Un pozzetto l’ho dovuto sbloccare io con altre persone che hanno qui la loro attività. Siamo disperati”.

Wilmer Dalla Vecchia (Impresa edile Melandri)

Come lui, tanti cittadini lamentano le modalità con cui sono stati dati gli allarmi. Molte famiglie si sono svegliate solo per il trambusto che proveniva da un vicino di casa, a cantine o pianterreni già allagati e con le auto ormai bloccate. “Rispetto a quanto stava accadendo non ci ha avvisato nessuno – prosegue Dalla Vecchia -. Eppure già nella sera precedente il disastro il palaCattani era stato allestito per accogliere gli sfollati. Non appena è esondato il Marzeno – dice – bisognava allarmare subito la popolazione. Battere casa per casa e mandare via tutti. I danni ci sarebbero stati comunque, certo, ma sarebbero stati minori. L’unica modalità utilizzata dalle istituzioni è stata quella delle dirette facebook. Queste vanno bene per raccontare una festa di compleanno, non per avvisare la popolazione di un’emergenza. Le persone possono non avere facebook o essere andate a letto alle 20 di sera”. Ed è così che tanti residenti hanno trascorso la notte ignari di quanto stava accadendo. Anche Elena, in via Pellico, è stata svegliata solo dal trambusto del vicino verso le sei del mattino che si muoveva torcia in mano. La via si era già trasformata in una sorta di canale, ma in via D’Azeglio le criticità sono cominciate ben prima, tra l’una e le due di notte, “non si poteva nel frattempo allertare le zone limitrofe? Avrei almeno potuto salvare l’auto” mi dice. Dopo ore drammatiche trascorse in casa, verrà soccorsa attorno alle 10 da un gommone dei Vigili del Fuoco.

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“Emergenze di questo tipo non possono essere comunicate con dirette facebook”

Altri cittadini suggeriscono che anche una sirena per le vie avrebbe potuto fare piccole, ma importanti differenze nella tempestività di soccorso. Oppure degli Sms per metterli in allerta, come fatto in alcuni casi dalla Protezione civile. Il sindaco Massimo Isola e l’assessore alla Sicurezza Massimo Bosi hanno scartato questa opzione perché è utilizzabile solo con i cittadini di tutto il Comune, non solo per residenti specifici. “Avremmo generato un’evacuazione di massa di migliaia di persone in strada, alcune già chiuse al traffico, senza illuminazione e con rischio allagamenti – dicono – abbiamo quindi optato invece per un’evacuazione più capillare di singoli famiglie in alcune zone più critiche”.

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Mentre si dibatte sui “se”, ci si confronta con la dura realtà. Dalla Vecchia conta cinque mezzi, uno scavatore e numerosi attrezzi sommersi. In fumo mesi di lavoro. “Avremo almeno 150mila euro di danni. E non sappiamo quando riprenderemo a lavorare: se volessi comprare mezzi nuovi, prima di sei non arriverà niente. E anche nel campo dell’usato è quasi impossibile trovare qualcosa”. Le strade dalle quali l’acqua si è ritirata emanano quell‘odore di fango che ormai si è attaccato alle persone, come un marchio. Nella notte del 4 maggio alcune aree della zona rossa in Borgo sono ancora inagibili. Il piazzale di fronte alla palestra Lucchesi è una distesa di fango: gli atleti, per gli allenamenti, sono trasferiti in questi giorni a Faenza.

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La scuola di musica Artistation, di cui per un giorno intero è rimasto visibile solo il cartello, ha avviato una raccolta fondi per ripartire il prima possibile.

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Pericolo sciacallaggio, la segnalazione del sindaco Isola

In questo contesto emergenziale, per i residenti nelle case in zona rossa cresce la paura per possibili episodi di furti e sciacallaggio. Il sindaco Massimo Isola alle ore 11 del 5 maggio ha scritto che “sono stati segnalati atti di sciacallaggio. È una vergogna. Le forze dell’ordine sono in azione per individuare e fermare i responsabili”. Nel frattempo il Comune di Faenza sta attivando con associazioni e realtà locali le operazioni di supporto dei volontari alle persone e attività colpite.

Rimborsi

In attesa della definizione delle modalità ufficiali, per quanto riguarda i rimborsi, il sindaco Isola segnala di documentare con materiale video e fotografico (ove possibile anche con relazioni tecniche) la propria situazione a seguito dell’allagamento.

Morrone (Lega): “Non è andato tutto bene”

Nel pomeriggio del 4 maggio, alla conferenza stampa con il presidente della Regione Stefano Bonaccini, vengono assicurati ristori al più presto per cittadini e imprese. Il Governo stanzia poche ore dopo dieci milioni di euro.

“A nome dei romagnoli – scrive l’onorevole Jacopo Morrone (Lega) dopo l’accesa conferenza stampa che l’ha visto scontrarsi con il presidente della Regione – credo di avere il legittimo diritto di rivolgere a Bonaccini qualche semplice interrogativo. Per esempio, se e quanti progetti e operazioni per la mitigazione del rischio idrogeologico, elencati anche in una delibera regionale, siano stati effettivamente portati a termine e, in questo caso, se il loro impatto sia stato positivo o negativo. E poi ci interessa sapere perché la Regione non si sia attivata per tempo per diramare eventuali allarmi alle amministrazioni locali e non si sia impegnata per garantire un servizio efficiente ai pendolari, con informazioni tempestive e corse sostitutive di autobus”.