Quello della perdita dei capelli è uno dei temi che affligge le donne che iniziano il difficile percorso delle terapie oncologiche alle quali si devono sottoporre donne colpite da carcinoma. Da anni operano associazioni che gratuitamente donano parrucche inorganiche a pazienti in difficoltà economica. Sensibilizzare le donne (e non solo) a donare i propri capelli è quello che si sono poste due realtà del territorio faentino: l’associazione Fiori d’Acciaio e ‘Texture Parrucchieri’ di Grazia La Gioia. La prima è un’associazione di volontariato che da anni si occupa di sostenere donne che devono affrontare la malattia del tumore al seno, di campagna informative e di prevenzione oltre a promuovere progetti sul territorio per poi acquistare attrezzature da donare ai reparti di oncologici; la seconda è un negozio di parrucchiera che dopo una esperienza familiare ha deciso di impegnarsi nella raccolta di ciocche di capelli occupandosi poi di inviarle a un’associazione a livello nazionale che ha sottoscritto un protocollo d’intesa con aziende che in cambio di capelli veri restituisce un contributo che successivamente viene destinato all’acquisto di parrucche sintetiche poi donate alle donne che ne hanno bisogno.

Ogni 4 mesi riusciamo a raccogliere fino a 40 trecce di capelli

In questi giorni la parrucchiera faentina ha raccolto una trentina di trecce che stanno per essere spedite. «Tutto è partito nel 2019 da un’esperienza personale – racconta Grazia -. Sono cresciuta con mia nonna e a 84 anni lei si è ammalata di cancro. In poco tempo è venuta a mancare. In quel periodo mi sono sentita persa, è stata una morte durissima e mai avrei pensato di affrontare una cosa simile a quell’età. Da qui però è scaturita la mia voglia di fare qualcosa per tutti coloro che soffrono di questo male». Grazia entra in contatto con l’Onlus “Un angelo per capello”, che offre un aiuto e un sostegno concreto ai pazienti oncologici che non possono sostenere economicamente l’acquisto di una parrucca.

Un piccolo gesto che aiuta tante donne ad affrontare meglio la malattia

Migliorando la qualità di vita del paziente è possibile affrontare con più fiducia la lotta contro la malattia. «Ho deciso di donare i miei capelli a questa associazione – ricorda Gloria -. Ricordo ancora la data, il 27 dicembre, un mese dopo la morte di mia nonna. Ho sempre portato i capelli lunghi e quando i miei conoscenti mi hanno vista con i capelli tagliati sono stati subito sorpresi. Ho spiegato loro il motivo del taglio. Nel contesto di un tumore, la perdita dei capelli per una donna è devastante, e questo piccolo gesto può fare molto».

La solidarietà è contagiosa: subito anche le figlie di Grazia a hanno deciso di donare una treccia e, parlando con amici e clienti, nelle tipiche chiacchiere che si fanno mentre si lavano i capelli prima del taglio, in tanti si sono uniti a questo gesto. «Ogni quattro mesi riesco a spedire all’associazione dalle 30 alle 40 trecce – spiega -. Di queste, una ventina vengono tagliate in negozio, ma altre invece arrivano direttamente qui già tagliate. Può essere una mamma che ha tagliato i capelli alle figlie, oppure persino conservati dai nonni». Alla donazione, negli ultimi mesi, hanno partecipato anche alcuni clienti uomini, che si sono presentati con i capelli lunghi a sufficienza.
«La lunghezza minima dei capelli deve essere di 25 centimetri – spiega Gloria -. Alcuni, anche senza arrivare a una treccia intera, hanno deciso di donare solo una ciocca o una frangia. Pure queste possono essere spedite e possono essere utili, l’importante è che abbiano quella lunghezza minima».

Grazia La Gioia: “Ho vissuto momenti davvero emozionanti con alcuni miei clienti”

Le trecce o le ciocche raccolte da Grazia vengono poi spedite in una scatola chiusa all’associazione che ha sede in Puglia. «Ogni treccia viene sigillata singolarmente – racconta – e l’invito è quello di lasciare, oltre ai capelli, anche un biglietto o un pensiero per la persona che li riceverà». Al centro di questa iniziativa ci sono infatti la relazione e la solidarietà che si vengono a creare, tanto con chi è vittima del tumore quanto con chi ha deciso di donare. «C’è chi decide di donare perché viene colpito dal tumore un famigliare – dice -. Altri invece perché sono colpiti direttamente. Ho vissuto momenti davvero emozionanti e intensi con alcune mie clienti. Una di loro, scoperto di essere malata, ha deciso di donare i capelli prima di affrontare la chemioterapia, perché tanto sapeva che sarebbero caduti. In un certo senso, faccio una parte di questo cammino difficile al loro fianco. E adesso, vedere quella persona guarita continuare a donare, è una grande felicità».

L’appello a donare dell’associazione Fiori d’acciaio

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«La prima domanda che le donne rivolgono all’oncologo di fronte alla notizia della malattia – spiega la presidente di Fiori d’Acciaio, Patrizia Ruggeri – riguarda proprio la perdita di capelli. Se per alcuni la cosa non è così rilevante, c’è invece chi la vede come un segnale della malattia. È per questo che abbiamo voluto sostenere il lavoro e l’impegno di Grazia La Gioia, che si incarica di tagliare i capelli alle donatrici e poi inviando a sue spese i capelli alla Onlus. Fiori d’Acciaio lancia un appello a donare i propri capelli, anche solo qualche ciocca, per una giusta causa. Ringrazio quindi di cuore tutte le donne che hanno sacrificato le loro chiome per donare in favore di chi si trova in un momento di fragilità».