È calato il sipario sulla prima edizione del Noam Film Festival di Faenza. In tutto sono state 1.300 le persone che hanno deciso di immergersi nel mondo del cinema NOrd AMericano indipendente – di cui il festival si fa promotore – con 14 proiezioni in cinque giornate, dall’1 al 5 marzo 2023. C’è tanta soddisfazione per la realizzazione di questa rassegna ideata da Filmeeting, associazione di Bagnacavallo, in collaborazione con il cineclub Il Raggio Verde, Cinemaincentro, Cinema Europa e Fototeca Manfrediana. «Il bilancio è più che positivo – conferma il direttore artistico Andrea Valmori, 24 anni -. In particolare ci ha colpito la buona presenza di pubblico non solo per gli appuntamenti serali, ma anche per quelli pomeridiani e gli eventi collaterali. È emersa una grande voglia di vivere il cinema in sala, in un periodo non certo facile per questo settore. Sicuramente tante cose possono essere migliorate, ma la prima edizione è andata molto bene e già progettiamo la prossima».

Intervista al direttore artistico di Noam, Andrea Valmori (Filmeeting)

Valmori, dopo la pandemia, la scelta di proporre un nuovo festival, il primo a Faenza dedicato al cinema, è stata coraggiosa.

Abbiamo puntato in particolare su due elementi. Il primo è stato fornire al pubblico un’esperienza di cinema unica e irripetibile. Molte volte le persone sono disincentivate ad andare al cinema perché nel giro di pochi mesi, potranno vedere quel film da casa, in streaming sulle piattaforme. Questo non è possibile per i film indipendenti che abbiamo selezionato. Abbiamo voluto valorizzare al massimo l’esperienza in sala, come momento unico e condiviso.

Il secondo elemento?

Il coinvolgimento del pubblico, tramite, per esempio, le votazioni per i film in concorso, ma non solo. A ogni proiezione è stato possibile approfondire le pellicole con i selezionatori, così come alcune tematiche che i registi hanno proposto. In questo modo il cinema è anche dialogo e relazione.

Cosa ti ha sorpreso particolarmente in positivo?

La risposta della città di Faenza. Se quando eravamo in una fase progettuale c’era ancora un po’ di diffidenza da parte delle attività economiche ed enogastronomiche faentine a essere partner del progetto, durante i cinque giorni, invece, si sono dimostrate molto interessate e partecipi. È piaciuto tanto il fatto che valorizzassimo il centro storico e tanti bar e ristoranti ci hanno chiesto il prossimo anno di essere partner. Non a caso abbiamo scelto Faenza come sede per la presenza di sale cinematografiche attive in centro e per le tante arene estive che la caratterizzano, frutto di precise politiche di sostegno che nel tempo danno i loro frutti. Cose da migliorare? Probabilmente, in un’ottica di customer care, la cura a 360 gradi degli spettatori, in particolare quelli che ci hanno sostenuto tramite il crowdfunding. Detto questo l’impegno da parte di tutti, a partire dai tecnici, è stato tantissimo e hanno garantito una fruizione di qualità in tutte le occasioni. C’è tanto lavoro nel dietro le quinte, penso per esempio al lavoro per sottotitolare i film.

Dei film in concorso, qual è quello che ti ha colpito di più?

A concorso concluso, posso dire di aver apprezzato in particolare Palm trees and power Lies di Jamie Dack. Un film notevole, che ben rappresenta, a mio parere, il meglio del cinema indipendente americano di questi ultimi anni.

Come è nata la tua passione per il cinema?

In prima superiore. Studiavo al liceo di Lugo e il nostro prof di Italiano ci fece vedere Rapina a mano armata di Kubrick. Da lì sono andato alla riscoperta dei grandi classici. Penso che per tenere viva l’arte cinematografica e portare la gente nelle sale bisogna partire anche dal farla conoscere alle nuove generazioni. Per questo l’attività nelle scuole credo sia fondamentale.

I film premiati a Noam 2023

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Il Noam Festival il 5 marzo al cinema Sarti ha decretato registi e film vincitori. Il Premio Speciale Noam è stato consegnato ad Andrea Pallaoro. Un riconoscimento, questo, pensato per valorizzare il lavoro di registi capaci di emergere grazie al connubio di grandi successi professionali nell’ambito del cinema nordamericano indipendente alla freschezza, forza e sperimentalismo propri delle nuove generazioni di cineasti.
Il Premio Giovani ha visto il trionfo del canadese Ethan Eng con Therapy Dogs, grazie alla votazione degli spettatori under 30 presenti alle proiezioni dei nove film in concorso.
Il Premio della Città di Faenza è andato alla messicana Michelle Garza Cervera e al suo horror Huesera, votato a maggioranza dal pubblico.

Samuele Marchi

Nella foto: a sinistra Andrea Valmori con il regista Pallaoro, premiato da Noam