Giovedì 9 marzo in Rocca a Lugo, nell’ambito della seduta del Comitato di distretto dedicato alle politiche sociosanitarie, l’Ausl della Romagna ha presentato ai sindaci dell’Unione della Bassa Romagna le attuali prestazioni del sistema di soccorso preospedaliero sul territorio, alla luce delle recenti riorganizzazioni.
14 i mezzi di soccorso avanzato presenti in provincia di Ravenna
Sono presenti nell’ambito provinciale di Ravenna 14 mezzi di soccorso avanzato con infermiere a bordo.
In particolare, due sono in postazione di partenza a Lugo, uno a Conselice, due a Faenza, uno a Riolo Terme, uno ad Alfonsine, uno a Russi, cinque nel Comune di Ravenna (con postazioni distribuite), uno a Cervia. Il modello operativo delle ambulanze è un modello tendenzialmente statico, con ambulanze che hanno un’area predefinita di intervento in prima battuta, e un’area di backup in caso di necessità senza spostamenti intermedi.
Sono inoltre presenti due automediche h24 (dal 1 dicembre 2022 ve ne sono una con postazione di partenza da Ravenna e una da Cotignola, che durante la giornata può rimanere anche in sosta in altre località, mentre in orario serale rientra in sede) e l’elisoccorso come integrazione alla medicalizzazione del territorio.
Luca Piovaccari (sindaco referente per politiche sociosanitarie): “Riorganizzazione resa necessaria dalla carenza di medici di emergenza. In provincia un mezzo di soccorso ogni 24mila abitanti”
«Ricordiamo che la riorganizzazione delle automediche nasce da una scelta politica che era necessario fare, a fronte di una carenza di medici di emergenza – ha specificato Luca Piovaccari, sindaco referente per le Politiche sociosanitarie dell’Unione della Bassa Romagna -. Abbiamo quindi deciso di privilegiare la presenza dei medici in pronto soccorso, poiché appunto quello delle automediche è un servizio più dinamico e quindi più semplice da riorganizzare».
Nella provincia di Ravenna è presente un mezzo di soccorso avanzato ogni 24mila abitanti: più del doppio del minimo legale (il decreto ministeriale 70/2015 prevede un mezzo di soccorso avanzato ogni 60.000 abitanti).
«Il soccorso preospedaliero è un livello essenziale di assistenza che viene valutato tenendo in considerazione due indicatori – ha illustrato Maurizio Menarini, direttore del 118 Romagna, intervenuto al Comitato di distretto -: il tempo di soccorso (ovvero l’intervallo tra la prima risposta della centrale 118 e l’arrivo del primo mezzo di soccorso sul luogo dell’emergenza) e la copertura con mezzi di soccorso avanzato».
Per quanto riguarda il tempo di soccorso, questo per legge deve essere uguale od inferiore a 18 minuti nel 75% dei casi per i casi codificati come codice rosso (quelli di maggiore criticità presunta valutati da infermiere di centrale operativa).
In Romagna il tempo di soccorso migliore in Italia
In Romagna il tempo di soccorso è di 15 minuti, ben al di sotto dello standard richiesto (dato migliore in Italia, mantenuto in tutta l’Emilia Romagna). La distribuzione dei mezzi di soccorso è stata mantenuta anche dopo la modifica riguardante le automediche e i tempi di soccorso non hanno subito alcun incremento anche nei primi mesi del 2023.
La copertura con mezzi di soccorso avanzato degli interventi cosiddetti «tempo-dipendenti» (ovvero condizioni che trovano beneficio di risposta se i tempi di intervento sanitario sono ridotti come l’arresto cardiaco, traumi gravi, ictus, infarto miocardico acuto, insufficienza respiratoria) è del 100% in tutta la Romagna, e quindi anche nel territorio lughese.
Il primo mezzo che interviene, infatti, oltre a essere rapido, porta un infermiere che, con specifiche procedure sottoscritte dalla direzione 118, opera in modo professionale a supporto delle funzioni vitali. Solo ed esclusivamente in caso di necessità interviene il medico (con automedica o elicottero), in una fase successiva al primo soccorso.
«Occorre pertanto distinguere tra tempo di soccorso e tempo di medicalizzazione – spiega Menarini -. In ogni caso la rapidità del soccorso professionale è l’elemento prioritario per fornire un trattamento idoneo nei primi minuti dell’emergenza; e su questo si valuta il primo elemento di qualità della risposta del sistema 118: la medicalizzazione interviene in un quadro di manovre già avviate dall’equipaggio e dall’infermiere intervenuto, con il fattore temporale che assume una valenza diversa rispetto a quello del primo mezzo.
Per quanto riguarda l’automedica della Bassa Romagna, il tempo di intervento medio è al di sotto dei 20 minuti dalla partenza, tempo assolutamente compatibile con le necessità del paziente che sia già gestito dall’infermiere».
Luca Piovaccari: “Dialogo costante con Ausl. Riorganizzazione delle automediche non ha avuto alcun effetto negativo sul servizio”
«Nonostante le difficoltà generali del Servizio sanitario in Italia, nel nostro territorio continuiamo ad avere servizi di altissima qualità ed efficienza, come dimostrano i dati che teniamo costantemente monitorati – osserva Luca Piovaccari -.
Come amministratori, manteniamo un dialogo costante con i vertici dell’Ausl, tenendo presente che il fine ultimo è il servizio reso al cittadino.
I dati sulla riorganizzazione delle automediche ci dicono, al di sopra di ogni perplessità o timore, che l’attuale sistema messo in atto dall’Ausl per quanto riguarda le automediche non ha avuto alcun effetto negativo sul servizio, che anzi si mantiene ben al di sopra degli standard nazionali».
«Da quando alcuni anni fa è iniziata la fusione delle varie aziende sanitarie per costituire l’Ausl Romagna si sono susseguiti timori anche legittimi rispetto alle tante novità a cui abbiamo assistito nel tempo – ricorda Piovaccari -. Noi come amministratori abbiamo sempre vigilato e partecipato al processo di costituzione dell’Ausl Romagna, nell’interesse della cittadinanza.
Ad oggi questa riorganizzazione sta dando importanti risultati, con servizi e specializzazioni all’avanguardia e di prossimità, capaci di essere al contempo sostenibili a livello economico. Senza questo rinnovamento, il nostro territorio non sarebbe stato in grado di mantenere gli standard qualitativi a cui siamo abituati, e anche la riorganizzazione delle automediche va in questa direzione».