È ucraina, ma è anche romagnola. Nata nell’ospedale di Ravenna, ha trascorso i suoi primi mesi di vita al monastero Santa Chiara di Faenza. In questo anno vissuto nelle strutture della Diocesi, che ha dato grande disponibilità all’accoglienza, il 16 settembre 2022 rappresenta una data speciale per Tatiana e per tutte le famiglie ucraine ospitate. In questo giorno è nata Eva, dando una grande gioia alla mamma e un bel segno di speranza a tutti. Oggi Eva ha occhi vispi e attenti, tra le braccia di mamma Tatiana, 33 anni, arrivata in Italia quando già era incinta e con un bimbo di 5 anni. In occasione dell’anno di accoglienza ricevuta a Faenza, il vescovo monsignor Mario Toso, il direttore Caritas don Emanuele Casadio e il sindaco Massimo Isola hanno fatto visita a questa comunità di 22 persone fuggita dalla guerra in Ucraina, in gran parte donne con bambini.

La mamma ospitata a Faenza, incinta di 7 mesi è dovuta tornare in Ucraina per sostenere un esame universitario

«Siamo davvero grati per l’accoglienza ricevuta che non ci ha fatto mancare nulla – commenta Tatiana – e l’arrivo di Eva è stato davvero la cosa più bella di questi dodici mesi difficili». Difficoltà da cui però ha tirato fuori una grande forza di volontà. Tatiana è di Ivano-Frankivs’k, città vicino a Leopoli con oltre 200mila abitanti. In Ucraina ha studiato ginecologia e, al settimo mese di gravidanza, per ottenere la laurea, è dovuta tornare nel proprio Paese a sostenere un esame in presenza. La voglia di non rinunciare ai propri obiettivi e costruirsi un futuro le ha dato enorme coraggio. «Quando ho partorito a Ravenna non sapevo ancora bene l’italiano e questo rischiava di dare molto stress – ricorda -. Essere ginecologa mi ha però aiutato molto a monitorare sempre la situazione in cui ero ed essere più tranquilla».

A Santa Chiara Eva si è aggiunta a tanti altri bambini ospitati in una grande famiglia, che provengono da vari parti dell’Ucriana anche molto differenti e alcune russofone. «La situazione nella nostra città al momento è più tranquilla – dice – e non ci sono più bombardamenti. Però ancora per un altro anno vogliamo restare in Italia».