A chi dice che dopo la pandemia lo smart working sarebbe stato il futuro delle aziende c’è chi risponde in modo alternativo. Se infatti è provato che molti apprezzano il telelavoro e lo considerano meno dispendioso da vari punti di vista, è pur vero che la distanza dall’ufficio a volte corrisponde a una solitudine che può penalizzare non solo il lavoro svolto ma anche e soprattutto il lavoratore. Sono di questo avviso i ragazzi e le ragazze che ogni giorno dalle 9 alle 18 lavorano insieme nei locali di Spazio Spazio, in corso Matteotti a Faenza.

Il coworking in corso Matteotti è nato dopo la pandemia, una soluzione che ha unito esigenze diverse

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Si tratta di un coworking, un ufficio condiviso da dodici giovani liberi professionisti che lavorano da remoto ma nello stesso luogo, mettendo in comune le loro diverse competenze e specializzazioni, dalla grafica alla programmazione informatica. Tra questi Eugenio Bertozzi, grafico e gestore dello spazio: «Il nostro è un ambiente vissuto, più familiare di un ufficio. C’è sempre qualcuno che lavora». Oltre a lui altri due grafici, un’illustratrice, un web designer, programmatori informatici, ma anche qualcuno che si occupa di coaching nell’ambito delle risorse umane o di sviluppare app. “L’idea è nata da cinque di noi che durante la pandemia avevano bisogno di spazio per lavorare. Di qui il nome che abbiamo dato ai locali. Il lockdown è stato un periodo in cui abbiamo sperimentato e capito cosa significa lavorare da casa. Se però allora era una modalità di lavoro inevitabile, nel post pandemia alzarsi tutti i giorni sapendo di poter restare in pigiama per molti è diventato un incubo. Siamo tutti liberi professionisti con partita Iva. Non volevamo dover lavorare da casa e al tempo stesso non volevamo aprirci uno studio per conto nostro, così abbiamo pensato di condividerne uno. Si paga un affitto in base al tempo che si trascorre qui e le spese vengono divise tra tutti noi».

Non solo un ufficio, ma uno spazio da cui poter fare squadra assieme

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Così questo spazio è diventato un ambiente accogliente e personalizzato dai ragazzi che vi lavorano tutti i giorni. «Il fatto di non avere a fianco i propri colleghi di lavoro, ma altri ragazzi che si occupano di altro o che lavorano per altre aziende, non è detto che sia un limite. Anzi, a volte lavorare con altri è persino più rilassante e ci si sente più liberi di condividere problemi o chiedere pareri», dice Eugenio. Spazio Spazio non è però solo un ufficio condiviso in cui ognuno ha la sua postazione, ma anche un luogo in cui possono nascere idee e progetti proprio dallo stare insieme di persone che si occupano di cose diverse. L’obiettivo è proprio questo. «Ci piacerebbe molto, e speriamo di farlo nel prossimo futuro – ci spiega ancora Bertozzi – far sì che Spazio non sia solo un coworking ma un gruppo di persone che, proprio mettendo in campo diversi saperi e competenze, possa organizzare mostre, spettacoli ed eventi aperti alla cittadinanza. Il cortile interno che abbiamo qui fuori sarebbe un bel posto per fare eventi all’aperto in estate che possano coinvolgere anche altri enti e interessare la comunità cittadina».

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Tra le tante skills, abilità, che il mondo del lavoro oggi richiede, i ragazzi di Spazio Spazio ci ricordano che ce n’è una più importante della produttività ed è proprio quella del lavoro di squadra. Della condivisione, di idee e di progetti. Questo probabilmente è il vero futuro delle aziende.

Letizia Di Deco