Nel gennaio 2022 fummo costretti a far saltare la proposta di formazione politica a causa della pandemia. Quest’anno abbiamo rilanciato i tre giorni di approfondimento e incontri a Firenze sul tema Politica e Città. Abbiamo chi? Il seminario, insieme ai settori di Pastorale Sociale e Giovanile-vocazionale, all’Azione Cattolica e la Caritas. Il gruppo che ha partecipato dal 27 al 29 gennaio è stato molto eterogeneo. Adulti e giovani per un numero di circa 40 persone. Sì, adulti e giovani. Forse questa “cosa” inusuale per le iniziative pastorali è stato uno dei tratti più caratteristici dell’esperienza. Adulti e giovani ad ascoltare, guardare, pensare, scambiarsi idee e pregare. Giorgio La Pira sosteneva che ogni città ha una vocazione. Una vocazione che la città stessa deve prima scoprire, poi scegliere, per divenire essa stessa missionaria.
Domenica mattina abbiamo incontrato Alessandro Bichi, diacono fiorentino. Ci ha portato al cuore della città e ci ha fatto alzare lo sguardo verso i mosaici del battistero. L’agnello immolato e sempre vivo, affiancato dalla Vergine e dal Battista ci ha ricordato che immergendoci nel fonte battesimale siamo entrati una volta per sempre nell’ottavo giorno. Così la vita di ogni fiorentino conosceva il suo nuovo inizio, la sua nuova appartenenza alla città dei santi, alla Chiesa. Venerdì sera Giuseppe Matulli, ex sottosegretario al ministero della Pubblica istruzione e sindaco di Marradi, grande conoscitore della figura di La Pira, ci ha raccontato del fuoco che ha infiammato il suo amico sindaco di Firenze. Lui, uomo convertito, poi consacrato come terziario domenicano diceva: «Il mondo si divide tra chi va in Chiesa e chi presto vi andrà», un pensiero audace e missionario di un sindaco che ha saputo parlare, coinvolgere e convocare capi di Stato di tutto il mondo.
Sabato 28, giorno in cui ci ha raggiunti anche il nostro vescovo Mario, abbiamo visitato il museo di San Marco: il Beato Angelico, le celle dei frati predicatori affrescate con scene della Passione e del Vangelo. Il sacro che entra nella vita quotidiana, il divino che si rende vicinissimo all’uomo, fino a condividerne il tempo della notte, del risveglio e dello studio. Abbiamo poi incontrato il professor Ernesto Preziosi, ex parlamentare. Con la sua profonda conoscenza e grande aggiornamento ha posto come premessa al suo intervento la domanda che Giovanni XXIII pose alla vigilia del Concilio Vaticano II: “Chiesa, cosa dici di te stessa?”. Evidenziando alcuni tratti delle principali Costituzioni Lumen Gentium e Gaudium et Spes, ci ha aperto gli occhi sulla necessità di un profondo lavoro nelle comunità parrocchiali, di evangelizzazione degli adulti e dei giovani. Solo se la vita sacramentale delle persone è nutrita e solo se la cultura delle comunità di adulti è aggiornata con lo studio e l’approfondimento, i cattolici possono sostenere un vero pensiero politico e impegnarsi affinché esso si traduca in bene concreto per le città e l’intera Repubblica.
Nel pomeriggio di sabato abbiamo incontrato suor Giovanna Dalmonte e padre Antoine-Emmanuel, superiori della Fraternità monastica di Gerusalemme. Le loro comunità sono costituite da monaci che vivono nella città e uniscono alla vita contemplativa il lavoro quotidiano a fianco dei fiorentini. Nella chiesa della Badia abbiamo con loro celebrato i Primi Vespri della domenica in una liturgia ben curata. La prima chiesa da noi visitata in questi tre giorni è stata Santa Maria Novella. Ci siamo concentrati sull’affresco del Masaccio rappresentante la Trinità. Tra le prime manifestazioni dell’arte rinascimentale, la Trinità è raffigurata con uno sfondo realista, un ambiente costruito con il pensiero e la fatica dell’uomo. Dio, il Cristo risorto che abita la città è la consapevolezza e discorso iniziale del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa.
Con questa visita è iniziata la nostra tre giorni e con la celebrazione dell’Eucarestia domenicale nella cattedrale ha trovato il suo culmine. Siamo grati al Signore per gli incontri, la bellezza che riempie Firenze e la missione che Lui affida a noi cristiani: amatevi come lui ci ha amato. La politica può divenire per ogni cristiano declinazione concreta del comandamento nuovo.
Luca Ghirotti
Essere uomini e donne calati nel nostro tempo: alcune testimonianze
Di seguito riportiamo alcune testimonianze dei partecipanti alla tre giorni di Firenze su Politica e città.
Quando la Pastorale Giovanile ha condiviso con la Pastorale Sociale e con l’Azione Cattolica la proposta di un fine settimana a Firenze per ascoltare alcune riflessioni sull’impegno politico ho pensato – anche se non sono più giovane – di aggregarmi. Cosa ho “portato a casa”? Oltre a due giornate in buona compagnia ho assimilato due belle testimonianze. Una, dell’ex sindaco di Marradi, Matulli, che ci ha raccontato un La Pira con tratti molto personali, ma al tempo stesso ci ha descritto l’uomo che, da semplice sindaco di Firenze, negli anni ‘60 del Novecento, incise sulla politica internazionale cercando soluzioni di pace per i conflitti di quegli anni. La seconda dell’ex parlamentare Ernesto Preziosi, che ha fatto trasparire la passione che anima il suo agire civile e sociale: ci ha ricordato che viviamo in una democrazia rappresentativa (non dobbiamo farci troppo affascinare dalle sirene della democrazia diretta), ma che, dopo aver esercitato la nostra delega, il nostro diritto di voto, dobbiamo continuare a essere attivi “politicamente”, osservando e valutando l‘operato delle persone elette nelle istituzioni (siano esse locali o nazionali). Ecco, rientrando da Firenze, qualcosa che rimane: La Pira, una bella figura di uomo politico, da studiare, prendere spunti dalla sua vita; l’impegno politico per un cattolico… non solo poco prima delle elezioni.
Massimo Donati, vicepresidente Adulti Azione Cattolica
Politica e città era il titolo dei tre giorni a Firenze nei quali abbiamo riflettuto sul necessario impegno politico dei cristiani. Il professor Preziosi ci ha invitato, quando facciamo politica o ci interessiamo a essa, a non dimenticare la nostra bussola che ci orienta sempre: il battesimo. Sulla base di ciò dobbiamo essere uomini e donne calati nel nostro tempo, in grado di analizzare la politica e lottare affinché sia un gesto di cura del prossimo. La storia della città che ci ospitava, con figure come quella di La Pira, è stata la cornice perfetta per accogliere la nostra riflessione sul dualismo politica e fede.
Michele Oriani
Il campetto è stata per me una boccata d’aria fresca! Essere immersi per tre giorni in una città piena di capolavori fa bene agli occhi e al cuore. Degli incontri custodisco la profezia di La Pira che è sicuramente un dono inusuale, una vocazione riservata ad alcuni e allo stesso tempo il richiamo a interessarmi alla politica, al bene comune che è dovere di ogni persona e di ogni cristiano.
Matteo Babini
Vedere 40 giovani partecipare a una tre giorni di formazione sull’impegno sociale e politico fa riflettere sulle opportunità che abbiamo per dare un futuro migliore alla nostra società. Significativo anche il fatto che questa tre giorni si sia tenuta a Firenze e abbia avuto come tema centrale la vita e l’opera di La Pira, la cui azione era profondamente radicata nella Dottrina sociale della Chiesa e punto di riferimento nella seconda metà del secolo scorso per l’impegno sociale e politico dei cattolici. È importante che questa iniziativa abbia un seguito e si traduca in opere concrete nel nostro territorio diocesano.
Flavio Venturi