Sui passi di don Minzoni, nel centenario della morte. Così hanno voluto celebrare questo importante anniversario gli assistenti spirituali Agesci di tutta la regione, ieri mattina, ad Argenta. Oltre un centinaio di sacerdoti, “baloo” (il termine usato dai lupetti per gli assistenti spirituali) e responsabili hanno partecipato al convegno dal titolo “Presbiteri, educatori di uomini e donne liberi”

“Don Minzoni ci riconvoca qui” (dopo il convegno regionale dei capi che si è svolto al Pala de Andre il 5 febbraio, ne abbiamo parlato qui) ha spiegato l’assistente spirituale regionale don Andrea Turchini nella preghiera iniziale al santuario della Celletta, da dove poi si è dipanato un pellegrinaggio sulle orme e nella storia del parroco di Argenta, morto nell’agosto del 1923 in seguito alle ferite riportate durante un pestaggio da parte di squadre fasciste.

Proprio alla Celletta di Argenta don Minzoni aveva riunito oltre 500 scout nell’aprile del 1923, una sorta di atto “fondativo” dei gruppi scout in città, ha spiegato don Francesco Viali, assistente di zona di Ferrara e dottorando in Teologia Morale proprio con una tesi sulla vita e le opere di Don Minzoni. Alla Celletta è anche sepolto don Giovanni Mesini, insegnante di don Minzoni in Seminario.

convegno assistenti agesci

Attraverso le strade argentane percorse, all’inizio del ‘900 da questo martire delle nostre terre, gli assistenti dell’Agesci sono arrivati in piazza, davanti al Municipio dove si è messo a fuoco il rapporto tra don Minzoni e il potere e dove è stata letta la lettera che scrisse al sindaco di Argenta: “In 10 anni che vivo in mezzo la gioventù sfido coloro che oggi per il turbine delle passioni sono passati ad una opposizione anticlericale, di citare un solo caso in cui si possa dire, testimoniare che io abbia svolto opera politica in seno alle associazioni giovani cattolici. Termino con un monito che deve essere ben sentito da chi ha la vera coscienza di italiano. Non monopolizziamo le coscienze che sarebbe un assurdo, ma cerchiamo di apprezzare, stimare, fraternizzare tutto ciò che torna a giovamento per la famiglia comune che è la patria nostra. Non scacci il fascista il cattolico; non imponga il segretario politico limiti all’azione sana, nobile, disinteressata del sacerdote, ma con cuore umano veramente educato e fraterno amiamo quella patria che troppo menzioniamo, ma che sovente compromettiamo e, Dio non voglia, tradiamo”.

Ancora, sul luogo del martirio di don Minzoni, è stata letta una parte della sua lettera al suo professore don Mesini: “A cuore aperto, con la preghiera che spero mai si spegnerà sul mio labbro per i miei persecutori, attendo la bufera, la persecuzione, forse la morte per il trionfo della causa di Cristo. La religione non ammette servilismi, ma il martirio”.

E infine gli assistenti hanno pregato sulla sua tomba nel Duomo di Argenta, dopo riposano le sue spoglie mortali e dopo sono custoditi i fazzolettoni di tanti scout che li hanno voluti lasciare qui in segno di figliolanza spirituale. Qui è stato letto il discorso di san Giovanni Paolo II pronunciato sulla tomba di don Giovanni Minzoni, domenica 23 settembre 1990.

“Don Minzoni è un prete della nostra chiesa locale, per il quale stiamo cercando di far partire un processo di beatificazione. Abbiamo fatto la richiesta ufficiale – ha ricordato nel suo saluto al convegno di ieri l’arcivescovo di Ravenna-Cervia monsignor Lorenzo Ghizzoni -. Non è un martire del fascismo e dell’antifascismo. È morto perché era un prete, un educatore, un propugnatore della dottrina sociale della Chiesa e per la sua passione per i giovani. Dobbiamo accentuare la sua vera anima, lo scopo per cui lui ha versato il sangue: per la causa di Cristo e per i suoi giovani”.

In tarda mattinata è iniziato il convegno vero e proprio con le relazioni del vescovo di Cremona Antonio Napolioni, già assistente nazionale Agesci e di Vittorio Pranzini, storico e pedagogista, aderente al Masci. Nel pomeriggio ci saranno dei laboratori sulla Progressione personale come via per educare le coscienze.

Daniela Verlicchi