Per la prima volta dopo il Covid è tornata la cogestione al liceo Torricelli-Ballardini di Faenza. E lo ha fatto il 30 e 31 gennaio con molte novità e tanti laboratori completamente organizzati dagli studenti. In tutto sono stati circa 1.700 i partecipanti per oltre 50 laboratori proposti nella due giorni, tra cui la novità di una giornata in montagna. Per scoprire come è andata, abbiamo intervistato Edoardo Argnani, uno dei quattro rappresentanti degli studenti in carica quest’anno.

Intervista a Edoardo Argnani, rappresentante d’istituto

Iniziamo dalla progettazione. Da chi sono stati scelti i laboratori?

Tutto quello che è cogestione dovrebbe essere per definizione una collaborazione fra il personale della scuola e gli studenti, ma in realtà, nella nostra scuola prende più le sembianze di un’autogestione. I rappresentanti degli studenti organizzano il tutto, poi viene approvato sia dal corpo studenti sia da quello docenti.

Dal punto di vista organizzativo, come è stato lavorare con il personale scolastico e la nuova preside?

L’aiuto ricevuto dai prof è stato sicuramente incredibile. In particolare il prof Carnevali, che ringrazio tanto, ci ha aiutato con la parte informatica, mentre il professor Babini ci ha supportati a livello organizzativo. La preside è una persona con la quale ci siamo trovati benissimo a lavorare. Sempre disponibile e pronta a dare una mano, e anche sincera. Spero riuscirà nell’organizzazione di eventi futuri a indirizzarci nuovamente al meglio.

Come è stato preparare questa cogestione?

Lavorare a scuola per la scuola in questi mesi è stata un’impresa che ho vissuto in maniera abbastanza contraddittoria e difficile. Mi spiego: noi siamo i rappresentanti degli studenti, siamo quattro, e il compito è abbastanza difficile. Ci ritroviamo a dover gestire una grande quantità di dati. Pensiamo, ad esempio, alle iscrizioni. Avevamo 1.700 studenti, che si sono iscritti per quattro laboratori diversi a testa, e da dividere in due sedi, quattro turni, e due giorni. Inoltre, tutta l’organizzazione è stata molto difficile a causa delle scadenze che ci sono state date. A un mese alla cogestione abbiamo presentato ufficialmente il programma definitivo, che è stato poi discusso all’interno del collegio docenti e successivamente all’interno del consiglio d’istituto. Questi due passaggi sono stati difficili, perché naturalmente è molto impegnativo organizzare questo evento. Se consideriamo poi che abbiamo anche proposto delle novità…

La fatica è stata ripagata?

Andando ad analizzare le nostre vite sul piano personale nelle ultime quattro settimane, è chiaro che, sia a livello umano che didattico, il tempo libero a nostra disposizione è calato drasticamente. Tuttavia, al momento di presentare il progetto, abbiamo fatto una presentazione che è durata un’ora e mezza, e che si è conclusa con lo scoppio di un applauso. Ecco che tutto l’impegno è stato sicuramente ripagato.
Ti va di raccontarci un po’ delle novità a cui hai accennato poco fa?
Per la prima volta la cogestione si svolge nell’arco di due giornate ed è stata inserita anche la novità della giornata sulla neve. Inoltre, per la prima volta, quasi tutti i 59 laboratori sono stati organizzati in modo tale da essere il primo giorno in una sede e il successivo nell’altra, in modo da permettere agli studenti di non doversi spostare. Il lavoro è certamente stato tanto, ma il feedback del corpo docenti e studenti è stato molto positivo.

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Come è andata nel complesso la prima giornata di cogestione?

È andata non bene, di più. Malgrado gli inconvenienti che possono succedere in qualsiasi evento, la nostra organizzazione ha retto. Il lavoro che è stato fatto negli ultimi mesi e stato davvero ripagato e di questo sono molto contento.

Quali sono stati gli aspetti più difficili da gestire?

Prima di tutto ricordiamoci che la nostra scuola è davvero grande. Parliamo di più di 1.700 studenti e di più di 100 professori. Gestire un così grande numero di persone, aggiungendoci poi i 60 redattori dei laboratori, diventa difficile. Quindi è stato necessario formare un team specializzato di supporto, perché naturalmente in soli quattro rappresentanti in due sedi, non saremmo riusciti. Abbiamo avuto l’aiuto di una quindicina di studenti da noi indicati per sede. Loro hanno coordinato i ragazzi, hanno aiutato l’orientamento degli stessi all’interno delle sedi. Abbiamo cercato di rendere le cose semplici, chiare e intuitive elaborando mappe della scuola e posto cartelli alle porte e nei corridoi, e cercato il più possibile di formare il personale. Alla fine tutto si è risolto per il meglio.

Quale è stato il laboratorio più gettonato?

Non possiamo dare una risposta sola, perché di laboratori più gettonati ne abbiamo avuti almeno una quindicina. Parliamo di laboratori di tipologia completamente diversa. Andiamo dal pilates, alla medicina, al laboratorio di cocktail, pasta, astronomia. Abbiamo visto che l’offerta che siamo riusciti a portare agli studenti è piaciuta. Il fatto che proprio i ragazzi si siano presentati in grandissimo numero è l’indice che ci fa capire che quello che abbiamo proposto è positivo. Inoltre una tale affluenza è prova del fatto che, anche se lo studente non è riuscito a partecipare al primo laboratorio scelto (causa sovraiscrizioni), le altre opzioni erano comunque più che valide.

Cosa pensi rimarrà di questa cogestione?

Tutto quello che abbiamo creato quest’anno è un patrimonio che vogliamo tramandare ai nostri successori. Questo significa che i moduli d’iscrizione, l’ossatura burocratica, e il nostro lavoro saranno tramandati ai futuri rappresentanti, di modo che sarà più facile organizzare un altro evento simile.

Annalisa Strada