Il ritorno, dopo tre anni, della Nott de bisò registra il pienone di pubblico, con grande soddisfazione dei cinque rioni. A incendiare il simulacro di Annibale è stato il cavaliere vincitore del Niballo con il Borgo, il folignate Luca Innocenzi, che tornerà a correre la giostra a giugno. Ma è la Bigorda in questi giorni a essere al centro del dibattito. Nata per fare maturare i giovani cavalieri, in questi ultimi anni ha visto cimentarsi fantini non più giovanissimi e molti, peraltro, provenienti da fuori Faenza. La scuola equestre rionale sta incontrando molte difficoltà a trovare giovani da inserire nelle proprie scuderie. Da qualche anno non è più un pensiero tabù quello di mettere in soffitta la Bigorda e invece fare disputare un altro vero Palio. Il tutto senza vincoli per i cavalieri e cavalli: ogni rione fa correre chi vuole. Se desidera, fa scendere in gara due cavalieri diversi, altrimenti può fare correre anche lo stesso fantino. Ci guadagnerebbero lo spettacolo, la qualità e, indubbiamente, ci sarebbero meno costi per i rioni. Su questo argomento abbiamo interpellato gli addetti ai lavori, capi rione ed ex fantini.
Per Mario Giacomoni, nove vittorie al Niballo, «visti i tempi, il Palio deve essere la corsa della nostra tradizione e impiegherei sempre tutte le energie su quella singola gara, ma, se proprio si devono fare due manifestazioni, opto per due Niballi, con libertà di far correre sempre il migliore cavaliere oppure ogni rione è libero di fare come più gli aggrada». Savio Conficconi, ex fantino e ora nel comitato organizzatore: «sono favorevole a fare disputare due palii, aperti a un solo cavaliere se quel rione ne dispone di uno bravo, cambiando i regolamenti e, infine, l’incasso della prima manifestazione il Comune dovrebbe darlo ai cinque rioni». Gian Luca Maiardi, capo del Rosso, «è da un po’ di tempo che se ne parla. Ora c’è un’oggettiva mancanza di cavalieri rionali; stiamo cercando tutti dei giovani da inserire nelle scuderie, ma non è facile. Credo che sia giunta l’ora di discuterne, occorre aprire una confronto fra noi capi rioni e l’Amministrazione; l’idea dei due palii mi affascina molto. Occorrerebbe strutturarli bene, magari non farli come ora in 15 giorni, ma in due periodi diversi nell’estate, ciò darebbe più respiro ai rioni e si vivrebbero due momenti di palio molto sentiti, e sarebbe anche più soddisfacentemente per i cavalli che potrebbero recuperare meglio».
Rioni favorevoli all’istituzione di due palii, in periodi diversi. Ma c’è l’incognita stadio
Matteo Rossi, vice capo rione del Giallo, «credo che sia un argomento che andrebbe analizzato e discusso per bene e senza fretta; se guardiamo la Bigorda 2022, tranne Nero e Rosso, gli altri avevano cavalieri giovani e alla prima esperienza. Di sicuro la scuola faentina è in difficoltà. Purtroppo siamo rimasti indietro rispetto alle altre giostre d’Italia, ma anche questo aspetto, meriterebbe un’analisi profonda. Dal mio punto di vista sarebbe ora di istituire due palii, ma in tempi più lunghi non a distanza di due settimane. Questo permetterebbe di tenere vivo l’interesse più a lungo e di risparmiare soldi, non dovendo avere cavalli pronti a stretto giro, dando la possibilità a ogni rione di utilizzare lo stesso cavallo o cambiarlo, idem per il cavaliere. Siamo però a fine mandato, (nel 2023 scadono i consigli direttivi dei rioni, ndr) e questa sarebbe una cosa da mettere in cima alle cose da discutere in Comitato Palio. Chiaro che una corsa a giugno e una a settembre farebbero di nuovo saltare gli equilibri col calcio, ma questa è un’altra storia». Dello stesso avviso Filippo Rava, priore del Borgo: «Mi trovo d’accordo sull’anacronismo della Bigorda in quanto a corsa per i giovani. L’idea dei due palii sarebbe la soluzione adatta, trovo però difficile pensarli a sole due settimane di distanza. Il secondo andrebbe calendarizzato alla fine dell’estate. Impensabile finché il palio non avrà a disposizione esclusiva il campo gara per tutto l’anno. Da parte dell’Amministrazione, purtroppo, per vari motivi forse non tutti dipendenti da volontà politiche, finora abbiamo ascoltato molte parole e visto pochi fatti. Per questo vedo sinceramente questo tipo di riforme molto difficili da ottenere in tempi brevi».
Il parere dei cavalieri
Parola poi ai cavalieri. Matteo Rivola primo fantino del Rione Rosso, “sicuramente la mancanza di cavalieri giovani e comunque di giovani in generale è un problema, sinceramente non so quale possa essere la soluzione migliore, l’idea di fare due pali secondo me non è così campata in aria vedendo la situazione attuale.” Cela Gertian detto Gege vincitore Bigorda 2022 per il Rione Giallo, “Magari bisognerebbe eliminare almeno il vincolo affinchè un cavaliere che ha corso la Bigorda, possa eventualmente correre anche Il Palio”. Il vincolo dei cavalieri nelle giostre faentine è un altro tema che s’intreccia e che, cessato dal 1° gennaio, ha molte astruse limitazioni.
Gruppo Municipale: “Serve una realtà sopra le parti che detti le regole”
Infine, il parere di Marino Baldani reggente il Gruppo Municipale. «A mio parere, in questi anni i rioni hanno commesso molti errori, ma penso ci siano le strade per fare tornare competitiva la scuola equestre faentina. I rioni hanno grossi problemi di gestione, quindi credo ci voglia la volontà, e l’umiltà, di trovarsi e discuterne per trovare le soluzioni idonee. Poi ci vorrebbero dei limiti per i rioni e, come diciamo da anni, ci vuole qualcuno al di sopra delle parti che cominci a mettere dei paletti: i rioni non devono comandare il palio, loro sono gli atleti che lottano per vincere le gare, e non devono fare più le regole, se non in minima parte».
Gabriele Garavini