Sabato 4 gennaio, guidati dal parroco don Luca Ravaglia, una quarantina di parrocchiani, tra mattina e pomeriggio, si sono recati a Palazzuolo sul Senio (provincia di Firenze), dove è sepolta la russiana suor Gianna Patuelli, ancella francescana di Maria dal 1996 al 2022, prima nella casa di formazione dell’Ordine al santuario de La Verna (Chiusi della Verna, in provincia di Arezzo), quindi nel convento del santuario della Madonna della Neve di Quadalto (località del Comune toscano). Affetta da sclerosi multipla, suor Gianna è scomparsa a fine luglio dello scorso anno all’età di 56 anni.

In tanti russiani hanno partecipato al ricordo della suora a Palazzuolo

RUSSIQUADALTO
Il gruppo a Quadalto

Dopo una mattinata trascorsa nel soleggiato (14°) borgo di Lozzole (796 metri s.l.m.), a circa 6 km da Palazzuolo, nel pomeriggio i russiani presenti hanno reso omaggio all’amata concittadina, recandosi prima sulla tomba, ubicata nel camposanto del citato comune, a pregare per lei e per i suoi genitori, Ginio e Maria, scomparsi anch’essi, pochi mesi dopo di lei, quindi nel santuario di Quadalto per ascoltare le testimonianze di suor Teresa, la consorella che l’ha assistita per tutto il periodo della malattia, e della superiora suor Adriana, di don Luca, che ne ha letto il testamento spirituale, e di Rita Mazzotti, l’amica più cara di suor Gianna, la quale, visibilmente commossa, come un po’ tutti i presenti, in precedenza aveva letto vicino alla tomba un brano di una testimonianza dell’8 settembre 2009 della stessa sr. Gianna, in particolare sul senso della comunità, di cui riportiamo un significativo frammento: “Ringrazio continuamente il Signore per avermi chiamato in una comunità. Per me, la comunità è un dono continuo, mi aiuta non solo fisicamente, ma anche a non ripiegarmi su me stessa, a sentirmi un dono, perché anche il malato è un dono per il sano, non solo in quanto dà la possibilità all’altro di essere un buon samaritano, ma perché è un dono in sé prima di tutto come persona, poi per la croce che condivide con Gesù”.

Elio Pezzi