Una delle particolarità del percorso all’interno della Scuola Sant’Umiltà di Faenza è la possibilità di conoscere fin da subito le docenti che accompagneranno gli allievi nel percorso scolastico: un aspetto non da poco per i genitori che stanno affrontando la difficile scelta su quale istituto iscrivere i propri figli. Rispetto alla Scuola Primaria, per il prossimo anno scolastico, ovvero la 1^ elementare del 2023/24 che inizierà il percorso a settembre, maestra Eugenia e maestra Cecilia saranno le insegnanti prevalenti. Infatti, la scuola elementare utilizza un modello stellare molto apprezzato: un insegnante prevalente e diversi specialisti che accompagnano il percorso per una crescita in tutte le competenze: inglese, sport, musica, arte.

“Da piccola avevo una maestra attenta, empatica, entusiasta. Così ho capito che anche io volevo essere insegnante”

Open Day S Umilta 2022

Come mai hai scelto di diventare una docente?

«Credo che la decisione di iscrivermi alla facoltà di Scienze della Formazione Primaria sia cresciuta e maturata insieme a me – afferma Eugenia -, ero una bambina molto timida, ma questo non ha impedito alla mia maestra di vedere le mie peculiarità facendo risaltare le mie predisposizioni, aiutandomi nella crescita, rassicurandomi, sostenendomi e standomi accanto. Guardandomi indietro mi rendo conto di quanto sia fondamentale il ruolo della maestra nella crescita dei bambini: un’insegnante attenta, empatica, entusiasta e competente fa senz’altro la differenza. Crescendo ho quindi capito di voler essere per i miei alunni ciò che la mia maestra Sabrina è stata per me».
Anche Cecilia riporta l’esperienza di quando era una bambina. «Ho manifestato curiosità verso il mestiere dell’insegnante fin da piccola quando osservavo la mia mamma, anche lei maestra, preparare le lezioni e correggere i compiti. Con il tempo l’interesse nei confronti di questo lavoro è aumentato; mi piaceva sedermi vicino a lei e aiutarla come meglio potevo, mi faceva sentire capace e importante. Crescendo, si sono verificate situazioni in cui dovevo spiegare argomenti complicati ad alcune compagne di classe e ho scoperto di essere portata, avendo anche molta pazienza e comprensione nei confronti di chi si trovava in difficoltà».

Come insegnare ai più piccoli?

«Penso che il segreto sia non smettere di imparare – continua maestra Cecilia -, porsi dubbi, domande e mettersi in discussione, rimanendo aperti al dialogo e al confronto con gli altri. Un aspetto particolarmente di mio interesse e che ricordo dagli anni degli studi riguarda le buone metodologie da applicare per rendere l’apprendimento del bambino significativo».
Per Eugenia sia lo studio passato sia quello quotidiano sono fondamentali per la preparazione riguardo alle discipline di insegnamento, ma anche relativamente alla didattica e agli aspetti pedagogici e psicologici che entrano sempre in gioco nella quotidianità della classe. «Sono stati formativi anche i tanti anni che ho speso a far volontariato in parrocchia, con il catechismo e l’Oratorio: mi hanno insegnato tanto nell’organizzare, nello spiegare, nel gestire e nel dare a ciascuno lo stesso valore e la stessa attenzione».

Uno dei temi principali trattati durante gli Open Day a Sant’Umiltà riguardano le modalità di apprendimento.

«Credo che non esista un metodo applicabile per tutti i bambini e per tutte le classi per il raggiungimento delle competenze – spiega Eugenia -. Il compito dell’insegnante è prima di tutto cercare di conoscere il carattere, l’indole e le attitudini di ogni bambino ed essere, allo stesso tempo, sensibile alle dinamiche che si possono instaurare in classe. Accompagnare dunque ogni alunno, perché la meta è certamente definita e riconoscibile, ma il percorso per raggiungerla può e deve essere, di volta in volta, adattato alle circostanze».
Cecilia conferma la necessità di un ambiente sereno per accompagnare i più piccoli nell’apprendimento delle competenze base. «I bimbi devono sentirsi liberi di esprimersi e di sbagliare senza giudizi. Una volta creato il giusto clima sarà possibile proporre al bambino attività individuali e di gruppo, prima concrete e poi via via più astratte, affinché si metta in gioco per acquisire le competenze richieste».

Quanto è importante il dialogo con le famiglie?

«Dialogo, collaborazione e complicità sono per me le parole chiave per spiegare quello che credo debba essere il rapporto fra insegnanti e genitori – conclude Eugenia -. Dialogo per conoscersi e comprendersi; collaborazione per il raggiungimento dell’obiettivo comune che non può che essere il bene del bambino e anche un po’ di complicità, essenziale per creare un rapporto solido e proficuo».
L’importanza del rapporto con le famiglie è sottolineata anche da Cecilia: «Credo che il rapporto con i genitori sia fondamentale per rendere il percorso di apprendimento del bambino sereno».