Ecologiche, a emissioni zero e gratuite. Navette green di questo tipo sembrano provenire da una metropoli del futuro. Invece è da quasi dieci anni che viaggiano lungo le strade del centro storico di Faenza. In questo lasso di tempo i Green-go bus ideati da Viaggi Erbacci hanno trasportato oltre un milione di persone (il dato aggiornato a inizio novembre 2022 è di 1 milione e 131mila). Alla prima linea del 2013, da piazzale Pancrazi a via Pistocchi, si è aggiunta nel 2019 la linea b da via della Costituzione al centro. Questi minibus elettrici sono nati ben prima che il tema della mobilità sostenibile fosse al centro del dibattito. E non è un caso che siano stati selezionati come buona pratica dalla Diocesi dopo la Settimana sociale dei cattolici di Taranto: approfondiamo questo progetto di vera economia circolare con il direttore Giorgio Erbacci.

Intervista a Giorgio Erbacci

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Direttore Erbacci, si va verso il decennale di questo progetto. Come è partito?

Non sembrano passati dieci anni, ma un secolo: nel 2013 parlare di economica circolare non era nemmeno pensabile, e la mobilità green veniva considerata un’utopia. Partì tutto con una fase sperimentale con l’obiettivo di dare un’opportunità di mobilità sostenibile ai lavoratori. Scegliemmo come parcheggio scambiatore di Faenza, piazzale Pancrazi, che dieci anni fa era quasi sempre deserto e sottoutilizzato. La sperimentazione ebbe ottimi risultati, ma la chiave di questo successo non fu solo la proposta di una navetta elettrica.

Quale fu?

L’ascolto dei cittadini. Prima di definire orari e linee ci fu un importante confronto con le persone. Anche il miglior progetto non può prendere piede se non parte dal basso. Questo vale soprattutto per la mobilità: se non è questo l’approccio, tra 50 anni ci sposteremo ancora col gasolio. Per cui dialogammo con i lavoratori attraverso sondaggi da cui ricavammo analisi e statistiche per capire quali potessero essere orari e tragitti migliori. Anche solo venti o trenta minuti in più o in meno di attesa possono fare la differenza nella scelta del tipo di trasporto. Lo vediamo nella vita di tutti i giorni: chi di noi aspetterebbe un bus quaranta minuti dopo il lavoro? Questa ricognizione, realizzata con il supporto di Roberto Rondinelli, è stato uno dei pilastri vincenti che ha portato il Green-go a trasportare in questi anni oltre un milione di persone.

E questi dati vanno di pari passo con la sostenibilità ambientale.

L’obiettivo è sempre stato un trasporto a impatto zero, e siamo orgogliosi di esserci riusciti, unico caso di mobilità urbana in Italia. Il fatto di esserci mossi dieci anni fa, ci consente oggi di avere un know-how ben consolidato su queste tematiche e di rispondere in maniera pronta e non superficiale alla crisi energetica che stiamo vivendo. La sostenibilità che proponiamo non va a beneficio solo di chi utilizza le navette, ma di tutta la città. L’aria e l’acqua che consumiamo sono un dono, e noi abbiamo il dovere di preservarle. Nonostante il tanto parlare, l’inquinamento ambientale, purtroppo, viene ancora oggi molto sottovalutato. Eppure è tra le principali cause di decessi tra la popolazione. Inoltre non c’è solo l’inquinamento ambientale: i Green-go ci preservano anche dall’inquinamento sonoro, e questo è molto importante in alcuni luoghi chiave, penso per esempio nei pressi degli ospedali.

L’ecologia integrale ci indica che cura dell’ambiente e dell’uomo devono andare di pari passo.

Quello che proponiamo è un approccio integrale al vivere la città. Non si tratta solo di ridurre l’impatto ambientale, ma di creare modelli sostenibili e inclusivi a tutti i livelli. Proprio per questo il Green-go è gratuito, supportato in sinergia con l’Amministrazione grazie alle risorse ricavate dal piano sosta. Martedì scorso, poi, i nostri autisti hanno svolto un corso di aggiornamento sulla Caa (la Comunicazione aumentativa alternativa, ndr) per aiutare tutti i passeggeri a fruire nel miglior modo possibile il Green-go. Sulla navetta abbiamo posto una segnaletica in Caa in grado di aiutare persone con disabilità o cittadini stranieri. Il primo corso venne fatto nel 2019, grazie anche al suggerimento di Cesare Missiroli, della Pastorale per la disabilità.

giorgio erbacci

Quali novità avete per il futuro?

Stiamo lavorando per progettare nuove linee. L’approccio deve però sempre partire dall’ascolto dei cittadini. Poi chiaramente ci sono difficoltà oggettive che, al momento, non possiamo superare, come per esempio l’autonomia delle batterie delle navette che non ci consente di supportare oltre 100 km di tragitti

Come si si muoverà nella città del futuro?

Ogni posizione su questo tema ha la sua legittimità, ma poi bisogna fare sintesi. A mio parere, una città che preveda parcheggi scambiatori dai quali poter raggiungere in maniera comoda il centro storico, interdetto ai mezzi endotermici, penso possa essere una soluzione. E guardando ancora oltre stiamo lavorando a progetti inerenti i taxi drone per voli sostenibili. Al momento esistono mezzi con autonomia di 35 minuti. È chiaro che non parliamo ancora di mobilità di massa, ma nel nostro contesto, per collegare per esempio Faenza a Bologna, possono dire la loro.

Sei anche membro della commissione diocesana sulle comunità energetiche istituita dal vescovo. Verso quali direzioni dobbiamo andare su questo?

Per quanto riguarda alcuni aspetti pratici, le chiese potranno avere un ruolo privilegiato per il supporto logistico delle comunità. Le chiese situate nei centri storici chiaramente avranno più limitazioni per quanto riguarda l’installazione di pannelli solari, ma potranno supportare la rete attraverso forme di accumulo di energia che poi potrà essere ridistribuita.

Le tappe del progetto Green-go bus

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Ogni giorno i Green-go bus trasportano circa 500 persone, e negli ultimi anni, in particolare, è cresciuto molto il numero degli studenti che li utilizzano. La prima linea dei Green-go bus fu ideata nel 2013. Già nel 2014 venne realizzata l’app gratuita per consentire alle persone di monitorare le navette in tempo reale. Nel 2015 furono installati pannelli solari nel deposito con i quali ricaricare la batteria delle navette: i Green-go sono sostenibili al cento per cento utilizzando l’energia accumulata. Nel 2016 e 2017 il progetto ha ricevuto il prestigioso Green Award mondiale di Lufthansa City Center. La linea b è diventata invece realtà nel 2019.

Samuele Marchi