Nelle prime due ore a scuola si sta all’aperto. Ci si prende cura di una pianta dell’orto toccandola con mano, prendendo appunti su come cresce e analizzando dati che arrivano giorno dopo giorno. Poi ci si sposta all’aula di musica, decorata con le immagini delle sette note e con tanti strumenti a disposizione da poter sperimentare. E poi ancora, le ultime ore la docente porta la classe nel laboratorio di scienze, dove prima si fanno esperimenti e solo dopo si va sui libri per approfondire quello che si è vissuto. Partire dall’esperienza e dalla relazione con gli altri per crescere: è questa la sperimentazione didattica ispirata al modello Dada-logica: Menti, cuori e corpi in movimento che partirà dal prossimo anno scolastico 2023-24 alla scuola primaria Pirazzini dell’istituto comprensivo Matteucci.
Partirà nell’anno scolastico 2023-24: al centro esperienze dirette e relazioni

Un vero e proprio cambio di paradigma. Con questo nuovo metodo il bambino non passerà più le giornate stando seduto al banco a seguire una lezione tradizionale di tipo frontale, ma farà esperienze di crescita grazie al suo corpo e alle stimolazioni del contesto circostante, sia negli spazi che nei laboratori all’interno della scuola ma anche all’aperto, in luoghi resi funzionali all’apprendimento. Il bambino, imparando dall’esperienza vissuta, dall’esempio degli adulti di riferimento e dai pari, sperimenterà le diverse tipologie dell’intelligenza, non più solo quella cognitiva, ma anche emotiva e relazionale.
La dirigente Nicoletta Paterni: “Ai docenti viene richiesto un cambio di paradigma non facile, ma i risultati sono gratificanti”
Attraverso la didattica laboratoriale, realizzata per unità di apprendimento, svilupperà la propria autostima, inizierà ad avere fiducia nei pari e negli adulti e diventerà in grado di esplorare positivamente l’ambiente. «Alla base dell’apprendimento c’è sempre la relazione – spiega la dirigente scolastica Nicoletta Paterni – : con gli altri bambini, con gli adulti e con l’ambiente. Se il bambino vive un contesto di accoglienza e fiducia, di conseguenza ne beneficia anche l’apprendimento». Da qui lo sviluppo, all’interno della scuola, di un orto didattico. O la creazioni di ambienti sempre più colorati e accoglienti, non solo per un fine estetico, ma educativo. Negli scorsi mesi i docenti hanno svolto dei corsi di formazione relativi alla metodologia Dada, che si sta sempre più diffondendo in Italia. «Richiede loro un cambio di paradigma rispetto ai metodi tradizionali di insegnamento, perché al centro non c’è più la lezione frontale – sottolinea la dirigente – e sicuramente le attività vanno preparate con grande cura, ma chi ha abbracciato questa metodologia ne è stato entusiasta».
Samuele Marchi